Reddito di dignità, 600 euro al mese per 20mila famiglie pugliesi
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- Pubblicato Domenica, 17 Luglio 2016 09:55
- Scritto da Vito Solenne
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di Vito Solenne
Il governatore pugliese, Michele Emiliano, ha presentato nei giorni scorsi presso la Camera di Commercio di Bari il Reddito di Dignità (ReD) della regione Puglia (qui), alla presenza di Titti De Simone, consigliera del Presidente per l’attuazione del programma (a dx della foto) e di Anna Maria Candela, Dirigente dell’Assessorato al Welfare e Responsabile Struttura tecnica regionale per l’attuazione del ReD (a sx della foto).
Il ReD è stato istituito dalla regione Puglia con la legge n. 3 del 14 marzo 2016 (qui) e successivamente è stato approvato il relativo regolamento attuativo (qui).
Si tratta di uno strumento di contrasto alla povertà, una misura simile ai “Cantieri di cittadinanza”, che prevede il corrispettivo di un’indennità a favore di persone in difficoltà economiche e in condizioni di fragilità sociale, anche temporanee, per la partecipazione a un tirocinio o ad altro progetto di sussidiarietà.
«Siamo convinti che redistribuire la ricchezza sia l’elemento fondamentale in questa fase per poter ottenere da un lato il recupero di dignità di migliaia e migliaia di cittadini e, dall’altro, restituire un rapporto di fiducia alla comunità nei confronti delle istituzioni» ha dichiarato Emiliano.
Possono accedere al ReD regionale tutte le persone e tutte le famiglie residenti in Puglia da almeno dodici mesi dalla data di presentazione della domanda. Possono beneficiare del ReD solo soggetti e nuclei familiari con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) inferiore a 3mila euro annui. Inoltre, all’interno del nucleo familiare del richiedente si darà priorità alle categorie in maggiore difficoltà che il Regolamento definisce in base ai seguenti criteri: numero di figli minori; nucleo familiare monogenitoriale; presenza di una persona con disabilità grave o non autosufficiente e condizione lavorativa.
Il ReD è una misura attiva di inclusione, in quanto prevede un percorso di attivazione della durata di dodici mesi, attraverso la sottoscrizione di un Patto sociale fra le istituzioni e il beneficiario. Il Patto di inclusione prevede: un programma personalizzato per la presa in carico del beneficiario e dell’intero nucleo familiare di appartenenza; la formazione; un tirocinio di inclusione sociale e un’attività di cura e assistenza nell’ambito del proprio nucleo familiare. I cittadini dovranno obbligatoriamente presentare la domanda per il ReD a partire dalle ore 16,00 del 26 luglio 2016, attraverso la piattaforma telematica (qui) previa registrazione e possono farlo o direttamente con propri mezzi, oppure attraverso gli sportelli dei Caf (Centro di Assistenza Fiscale) e dei patronati abilitati.
Mentre a partire dalle ore 12,00 del 21 luglio 2016 tutti i soggetti pubblici e privati con personalità giuridica (con esclusione, dunque, delle persone fisiche), dotate di autonomia operativa e che abbiano almeno una sede operativa sul territorio regionale pugliese possono proporre progetti di tirocinio per i beneficiari del ReD.
La Puglia – ha sostenutoil presidente Emiliano– è la prima grande regione a dotarsi in Italia di questa misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, in chiave europea, con un investimento importante di 70 milioni di euro l’anno, per cinque anni, finanziata da risorse del Bilancio regionale, da risorse del Programma Operativo Puglia 2014-2020 e da risorse Pon Inclusione 2014-2020.
La misura prevede fino a un massimo di 600 euro al mese, per 20mila famiglie, corrispondenti a circa 60mila pugliesi, ogni anno. «Con il Reddito di Dignità – ha scritto il magistrato in aspettativa– non c'è alcun intento di consentire a nessuno di vivere senza lavorare, anzi c'è quello di togliere gli alibi a quelli che chiamo professionisti dell'assistenza». Proprio su quest’ultimo punto c’è chi ha espresso delle perplessità, com’è il caso di “ACT! Agire, Costruire, Trasformare” (qui) una rete di attivisti impegnati nel sociale e nella politica, che è nata nella campagna elettorale a sostegno della lista l'Altra Europa con Tsipras.
Secondo i rappresentanti di “Act! Puglia” «nel ReD di Emiliano disoccupazione e povertà, ossia i fattori che questa misura dovrebbe arginare, vengono addebitati alla responsabilità degli stessi indigenti e nello specifico ai loro percorsi lavorativi e/o formativi poco “spendibili” sul mercato e da correggere con tirocini socio-lavorativi obbligatori per l’ottenimento del contributo». «In più – hanno concluso gli attivisti pugliesi– sottopone il soggetto a penalità per la mancata partecipazione al programma e a compiere mansioni qualsiasi per avere in cambio un contributo molto basso».