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Partecipazione popolare, lettera aperta all'amministrazione

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LETTERA APERTA ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
SULLA PARTECIPAZIONE POPOLARE

Cara Amministrazione comunale,

l'Associazione Rinascita Civica, da un'analisi dell'attuale gestione del Comune, rileva che il tanto sbandierato progetto di aprire nuovi spazi di partecipazione democratica nei processi decisionali del paese è stato clamorosamente disatteso.

E'  opportuno  ricordare  a  tutti,  probabilmente  anche  a  chi  quel  documento  lo  ha confezionato  (magari  sul presupposto  che  nessuno  l'avrebbe  mai  letto  !)  che  nel “Programma elettorale della coalizione per la candidatura del Sindaco Romagno” in più passaggi si evidenzia una spiccata volontà di avvicinare i cittadini in una visione (!!!) di gestione comune del Paese.

A tal proposito si riportano alcuni principi estratti dal detto documento: “A tutti i Rutiglianesi chiediamo di essere protagonisti di questo progetto ...”. “Per questo attiveremo da subito le Consulte Cittadine per recepire le esigenze della comunità e confrontarsi costantemente con la stessa”. “Nell'ottica del maggior coinvolgimento del cittadino, ogni assessore si interfaccerà con un gruppo di lavoro ...”. “Questo documento è un atto di responsabilità con cui intendiamo consacrare un'alleanza tra i cittadini e le forze di questa coalizione, al di fuori di schemi rigidamente ideologici e personalistici, al fine di offrire a tutti i cittadini il migliore ambiente di vita possibile”.
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Inoltre, nel concreto era previsto: “Consiglio comunale aperto agli interventi dei cittadini ogni quattro mesi, con la possibilità di interrogazioni all'attività in corso d'opera”; “Piattaforma (...) per votazioni on-line su tematiche di interesse pubblico”; “Attuazione del bilancio partecipato come forma di condivisione delle scelte amministrative e di realizzazione delle Opere Pubbliche”; Il documento si concludeva con il seguente auspicio: “Vogliamo che il nostro sia il
Programma del  Cittadino, nessuno deve  sentirsi  escluso  dall'azione amministrativa. Vogliamo  che  ogni  cittadino  e  tutte  le  forze  di  volontariato contribuiscano nel raggiungimento degli obiettivi programmatici e si impegni con noi al miglioramento degli stessi. Vogliamo che tutti siano protagonisti”.

Orbene, sulla carta un elenco di buoni propositi, ovviamente, assolutamente condivisibili, ma è la loro attuazione a suscitare in noi, e non solo, molte perplessità e molti dubbi. Di  tutte  le  misure  ed  iniziative  sopra  elencate  ci  chiediamo  quante  sono  state concretamente poste in atto?

La verità è che la gran parte dei Rutiglianesi non si sente coinvolta e protagonista di quel progetto. Lo strumento delle Consulte Cittadine non è adoperato. Di assessori che si interfacciano con i cittadini … neanche l'ombra. Quella “alleanza auspicata tra i cittadini e le forze della coalizione, al di fuori di schemi rigidamente ideologici e personalistici, al fine di offrire a tutti i cittadini il migliore ambiente di vita possibile” non è mai stata consacrata e non certo per colpa dei cittadini. Per non parlare del Consiglio comunale aperto agli interventi dei cittadini (previsto ogni quattro mesi) con la possibilità di interrogazioni all'attività in corso d'opera, rimasta ad oggi una bella frase scritta su un inutile documento.
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Il tutto in attesa dell'implementazione della “Piattaforma di democrazia partecipata per le votazioni on-line su tematiche di interesse pubblico” che  sembra  più  la  maniera  di scimmiottare altri movimenti che quella effettiva di coinvolgere i cittadini.
Dimenticavamo ! Quanti di Voi sono stati coinvolti nella scelta delle Opere Pubbliche da realizzare ? Insomma, ci pare che i propositi sono rimasti tali. Si    potrà    eccepire che sono passati meno di due anni all'insediamento dell'Amministrazione e che c'è ancora tempo per fare tutto quello che non è stato fatto.
 
Certo, meglio tardi che mai!
Ma il problema non è solo quello che non si è fatto, ma anche e soprattutto quello che l'Amministrazione ha fatto in assoluto spregio di quei principi tanto sbandierati. La verità è che la gran parte della cittadinanza non è assolutamente presa in considerazione da questa  amministrazione, neppure su argomenti  e  questioni che riguardano imprescindibili diritti collettivi della comunità, come la Qualità della vita, la tutela dell'Ambiente.

Emblematico è il caso relativo alla gestione della questione abolizione dell'art. 13 delle Norme Tecniche del PIP di via Adelfia, il quale dispone il divieto di insediamento delle aziende che svolgono attività c.d. insalubri. A prescindere dalle questioni giudiziarie che è giusto vengano trattate e discusse nelle sedi opportune, quello che a noi cittadini fa male è la gestione semplicistica (quasi privatistica) di una questione che attiene agli interessi non di alcuni, ma della comunità, quale proprio la tutela dell'ambiente.

Ricordiamo che tale divieto fu introdotto dal Consiglio Comunale, con il consenso di tutti gli attori, istituzionali e sociali, che parteciparono al lungo iter amministrativo di approvazione del PIP (delibera n. 83/2001), al fine di evitare che potesse ripetersi a Rutigliano l’esperienza delle Distillerie del Sud o della SPEI e, per favorire e garantire l’insediamento  di  aziende  operanti  in  ambito  agro-alimentare,  settore  trainante dell'economia del nostro paese.

Orbene, di  fronte ad  una decisione maturata  e ponderata, ed  in  assenza di alcun confronto preventivo con le parti politiche e con la cittadinanza (peraltro in assenza dell'assessore competente), un sabato mattina (12.12.2015) la giunta municipale licenzia una proposta per il superamento del detto art.13, con la apparente motivazione che tale scelta si giustifica per il contrasto col principio di libertà di stabilimento delle attività commerciali.

Lunedì 14.12.2015 il Presidente del Consiglio Comunale, con riferimento alla seduta del consiglio comunale già fissato per il giorno dopo, comunica l’inserimento all’o.d.g. del Consiglio anche del punto relativo alla ratifica della delibera di giunta sul superamento dell’art. 13, motivando l’urgenza e l’improrogabilità di tale scelta col fatto che la città metropolitana aveva convocato per il giorno 16 dicembre una conferenza dei servizi, (…) quindi la motivazione è quella di dotare il Comune che andrà alla conferenza di servizi di uno strumento chiaro con il quale illustrare o confrontarsi con la Città metropolitana.

La  seduta  di  consiglio,  svolta  sempre  in  assenza  dell’assessore  competente,  senza adeguata discussione si conclude con i voti favorevoli di una risicata maggioranza. Insomma, incuranti dello sbandierato progetto di partecipazione democratica e dei basilari principi di buona amministrazione, in soli tre giorni, ma soprattutto senza l'adeguato coinvolgimento delle varie forze politiche e sociali ed in beffa di quella paventata alleanza con i Cittadini, si è deciso di adottare un provvedimento avente chiari ed evidenti ricadute sulla qualità della vita del territorio (in barba alla volontà di “offrire ai cittadini il migliore ambiente possibile”).

Questo modo di fare a noi non piace ed a Voi?
Inoltre, cosa pensate dell'idea di estendere il divieto imposto dal suddetto articolo 13 a tutto il territorio comunale?

Associazione Rinascita Civica
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