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Piano Rifiuti ARO BA7, non convincono i dati da cui parte

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di Antonio Fortunato

Non voglio entrare nella discussione in corso se con la gestione integrata ARO 7 gli abitanti di Rutigliano avranno (… ma così sembra!) o meno, dal 2020, un sensibile aumento dei costi per il servizio unitario di raccolta e trasporto dei r.s.u..
Ho dato una veloce lettura alle delibere 13, 14 e 15 del 07/05/2015 ( pubblicate su Albo Pretorio il 4 giugno) e ai vari elaborati allegati e, a prima botta, saltano all’occhio alcune “discrasie” nell’elaborazione del progetto e del piano industriale.

C’è anche da dire che dagli elaborati forniti ed allegati alle delibere di approvazione non è dato sapere come sono stati “costruiti” i costi attribuiti ai vari Comuni … si fa riferimento solo agli abitanti?  … si tiene conto dell’estensione del territorio comunale ( .. e a quale territorio, quello servito o anche quello che non sarà servito?) … della produzione pro capite di rifiuti urbani ( … e quali, quelli indifferenziati o tutti indistintamente?)? o si opera su un mix di vari parametri? E se si, come vengono “pesati” singolarmente questi parametri?

Produzione pro capite di rifiuti urbani
Nell’attribuire il “carico” dei rifiuti da attribuire ad ogni Comune e, di conseguenza, ad ogni cittadino, i tecnici incaricati dal Comune capofila (Noicattaro) hanno preso in considerazione una “serie storica” di produzione dei rifiuti che va dal 2008 al 2013.
Valutare la produzione di rifiuti dei sei Comuni interessati dell’ARO 7 su un periodo che va dal 2008 al 2013 significa NON voler tener conto che la situazione si è grandemente modificata nel tempo,  con Comuni virtuosi che da fine 2011/inizi 2012 hanno avviato una raccolta differenziata “spinta” con  il porta a porta ( Rutigliano e Cellamare) o altri che hanno una raccolta meno “spinta” (Triggiano)  ed altri Comuni che tale tipo di raccolta non l’hanno mai avviata e sperimentata!
E’ come voler fare il vino con l’acqua … aggiungendoci prodotti che nulla hanno a che fare con l’uva!

Ecco quindi che per Rutigliano si afferma: ” Tenendo conto dei dati ISTAT e della realtà riscontrata sul territorio comunale è possibile affermare che, a fronte di un produzione pro capite media che oscilla fra i 504,44 kg/ab*anno del 2009 e quella minima di 348,01 kg/ab*anno del 2013 per una produzione media pro capite di 440,05 kg/ab*anno nel periodo 2008 – 2013, sussistono dei margini significativi per contenere ulteriormente le produzioni e, con essi, i costi di trattamento presso gli impianti di destinazione rispetto a quanto non accada attualmente”
Ma quale film hanno visto i tecnici incaricati dal Comune di Noicattaro … quali sono gli ulteriori margini significativi?

Quindi, in base a questa “analisi” dei tecnici incaricati, si attribuisce a Rutigliano una produzione media pro capite di 440,05 kg per  abitante,  ma  con …  “margini significativi per contenere ulteriormente le produzioni”!
Sempre in base a questa analisi, Capurso avrebbe una media pro capite di 487,42Kg, Cellamare avrebbe una media pro capite di 457,46 kg., Noicattaro avrebbe una media pro capite di 497,65 kg, Triggiano avrebbe una media pro capite di 462,42 kg e Valenzano avrebbe una media pro capite di 326,90 kg.

Se invece prendessimo come “serie storica” il periodo – a mio parere più corretto - degli ultimi tre anni ( 2012- 2014) avremmo una media annua ben diversa:
Rutigliano      359,688 kg p.c.
Capurso         526,356 kg p.c
Cellamare      276,06  kg p.c.    

Noicattaro     505,488 kg p.c.
Trggiano        356,904 kg p.c.    
Valenzano     438,504 kg p.c.   
Dati dal sito Regione Puglia
(http://www.rifiutiebonifica.puglia.it/)       

Dal confronto tra le due distinte  “serie storiche”, avremmo attribuiti per:
•    Rutigliano circa 80 kg pro capite in più di rifiuti urbani, che moltiplicato per il numero degli abitanti portano a circa + 1.500 tonnellate in più rispetto all’attuale (+ 25% circa),
•    Capurso, circa 39 kg pro capite in meno, che moltiplicato per il numero degli abitanti portano a  circa - 600  tonnellate in meno rispetto all’attuale (- 8% circa)
•    Cellamare, circa 81 kg pro capite in più, che moltiplicato per il numero degli abitanti portano a circa + 471 tonnellate in più rispetto all’attuale( + 28% circa),
•    Noicattaro, circa 8 kg pro capite in meno, che moltiplicato per il numero degli abitanti portano a circa - 207 tonnellate in meno rispetto all’attuale (- 3% circa),
•    Triggiano, circa 105 kg pro capite in più, che moltiplicato per il numero degli abitanti portano circa a  + 2.893 tonnellate in più rispetto all’attuale (+30%circa),
•    Valenzano, circa 112 kg pro capite in meno, che moltiplicato per il numero degli abitanti portano a  circa – 2.050 tonnellate in meno rispetto all’attuale (- 25% circa).
  
A mio parere, se il costo o una parte del costo risente (e non può non esserlo) del “tonnellaggio” di rifiuti (... ed in questo caso non differenziati, visto la percentuale di indifferenziato di molti Comuni!)  conferiti da ogni Comune, avremmo che i Comuni più virtuosi, che effettuano la differenziata, verranno fortemente penalizzati con una parte dei costi dei Comuni meno virtuosi scaricati su di loro e, di conseguenza,  sui cittadini con l’aumento delle tasse!

Andamento demografico
dei 6 Comuni dell’ARO 7

I tecnici incaricati all’elaborazione del piano, hanno ipotizzato per il periodo 2014/2023 i trend di crescita demografica.
I modelli utilizzati e dichiarati sono, in alcuni casi, quelli della  interpolazione regressione con indici di regressione di tipo potenza  o di regressione polinomiale o di regressione esponenziale.
Le ipotesi date sono, di conseguenza, di una riduzione della popolazione residente per Cellamare, Noicattaro, Triggiano e Valenzano, mentre in crescita è data Capurso ed in maniera esponenziale Rutigliano.

Non sono certo io a poter mettere in dubbio la bontà dei criteri utilizzati da ingegneri gestionali nella “misurazione”, ma analizzare l’evoluzione di una variabile significa anche analizzare in che modo o in che misura essa è collegata ad altre variabili. Se si intende prevedere l’andamento della popolazione in un certo Comune, ad esempio, può essere utile analizzare in che modo la crescita della popolazione sia legato a fenomeni quali lo sviluppo economico del Paese, le condizioni ambientali, la disponibilità ed il prezzo di alloggi. Inoltre una popolazione aumenta o diminuisce nel tempo unicamente per questi motivi: per nascita o per morte (il cosiddetto movimento demografico naturale) o per i movimenti migratori.

E’ opportuno però sottolineare che a fare l’incremento di una popolazione non sono le sole dinamiche demografiche e migratorie, ma anche le politiche economiche (centrali e locali), lo stesso andamento economico e non ultime le politiche di sviluppo urbano poste in atto dalle Amministrazioni locali, quali ad esempio il numero di nuove abitazioni programmate e le loro dimensioni minime, la quantità e la qualità dei servizi messi a disposizione della popolazione.
In altre parole, si tratta di valutare in che modo la variabile da prevedere sia correlata ad altre variabili.

Formulare ipotesi di previsione di popolazione è in generale, indipendentemente dal grado di raffinatezza del modello utilizzato, un’operazione che presenta ampi margini di aleatorietà. Lo sviluppo demografico di una popolazione data è una variabile dipendente da un insieme notevolmente complesso di fattori sociali ed economici che a loro volta sono la risultante di processi di decisioni collettive e individuali che contemplano infinite varianti non prevedibili a priori.

Ed allora,  ad un ignorante qual io sono, bisogna far capire bene quali sono le variabili che hanno utilizzato i tecnici per le loro stime demografiche  perché, come cittadino che in futuro dovrà sopportare maggiori costi per la raccolta rifiuti, ho bisogno di capire come mai Comuni con “importanti insediamenti residenziali” e con incremento dell’abitativo residenziale, più vicini alla Città Metropolitana, con facilità di accesso alle principali direttrici di traffico, maggiormente serviti dai trasporti pubblici siano visti in decremento nei confronti di Rutigliano .. che invece è valutata in crescita “esponenziale”!

Cartografia
Anche se si prevede che: “La zona del territorio comunale interessata alla raccolta dei rifiuti solidi urbani interni ed assimilati è stabilita in sede di definizione del contratto di appalto. Il gestore del servizio, per l’organizzazione della propria attività e dei conseguenti servizi per i cittadini, predispone idonea cartografia, la quale deve essere annualmente aggiornata al fine di considerare eventuali incrementi del territorio urbano.” è singolare il fatto che il Comune di Rutigliano abbia fornito ai tecnici incaricati una cartografia vecchia e non aggiornata.

E’ rimasta la vecchia riperimetrazione della zona servita dalla raccolta porta a porta già proposta in sede di appalto con la ditta Gassi e poi modificata (ma non formalizzata!) dopo le giuste e legittime rimostranze di molte delle famiglie rimaste fuori perimetrazione.
In definitiva per molti cittadini, nel 2020, si ritornerà alla situazione quo ante del 2011 con la ricerca del cassonetto di “prossimità”!
E’ da rimanere senza parole!

Ma ancora, la cartografia non solo non è stata aggiornata per quanto riguarda la riperimetrazione ma non risultano essere esistenti costruzioni edificate da tempo, o risultano individuati edifici come “reti ed aree per la distribuzione, la produzione ed il trasporto dell’energia” che tali non lo sono più da moltissimo tempo o delle abitazioni che vengono definite “insediamenti in disuso” o ” insediamenti produttivi agricoli” o ancora senza il nome delle vie (.. anche in questa cartografia, per es. Via Adriatico non esiste, così come non esiste Contrada Mola!).


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