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Sulla sentenza e sui rapporti con l’opposizione, parla il sindaco

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sindaco-roberto-romagno


di Gianni Nicastro

«Questo momento, questi mesi che ci hanno separato dalla proclamazione al dispositivo di sentenza che c’è stato ieri, li ho vissuti con serenità perché ritenevo che non ci fossero motivi di preoccupazione», ci ha detto subito Roberto Romagno il giorno dopo la sentenza del TAR che ha rigettato il ricorso elettorale dell’opposizione.
«E quand’anche ce ne fossero stati, di certo non mi spaventava affrontare un altro momento di confronto con l’avversario» ha aggiunto. «Te l’ho detto in un’altra occasione che ero molto tranquillo e sereno, anzi, avevo difficoltà a spiegarmi le ragioni di tanta euforia e di tanta convinzione da parte di altri soggetti. Ho sempre detto di voler aspettare il verdetto, confidavo e avevo fiducia sulla giustizia amministrativa e, alla fine, giustizia è stata. Ci sono stati dei tentativi di farmi passare come una persona capace di ribaltare dei risultati e di aver gestito il momento dello spoglio come se avessi questi grandi poteri di condizionamento. In realtà ero sereno perché sapevo che tutto si era svolto nel pieno rispetto delle regole, delle norme e dei procedimenti elettorali e, tra l’altro, ritenevo che la proclamazione  fosse stata fatta nel pieno rispetto, appunto, delle norme e dei principi di democrazia».

C’è chi solleva la questione che cinque presidenti di seggio li abbia nominati lei, sindaco, su delega, credo, della Corte d’Appello, in sostituzione di quelli incompatibili, e che ci sia stata, per questo, una sorta di “accondiscendenza” nei seggi.
«Non credo che i problemi, o le eccezioni, soprattutto quelle oggetto di censura nel ricorso principale, quelle che hanno messo in discussione il risultato, mirassero ad evidenziare situazioni poco chiare in quelle sezioni dove c’erano quei presidenti che, la norma, mi consente di nominare. Nel momento in cui viene meno un presidente non sono io a decidere che ne devo nominare un altro, ma è la norma che mi dice che lo devo nominare. Poi, non mi risulta che le censure fossero mirate a quei seggi, anzi, probabilmente riguardavano altri seggi dove i presidenti non li avevo nominati io e dove, comunque, loro ritenevano che ci fossero state delle situazioni particolari. Insomma, questi tentativi, queste accuse non hanno nessun fondamento, ma hanno come unico obiettivo quello di destabilizzare, o mettere in discussione un risultato elettorale democraticamente espresso, acclarato e accertato da altri organi che, chiaramente, non sono io e neanche le persone che stanno con me in amministrazione. Questi tentativi servono soltanto a delegittimare o a mettere in discussione una elezione e lasciano il tempo che trovano. Una delle ragioni del mio essere sereno era proprio questa, perché sapevo che tutto si era svolto con la massima trasparenza e senza nessuna forzatura e atteggiamento che potesse mettere in discussione un appuntamento elettorale democraticamente svolto».

Sulle schede ci può dire qualcosa sindaco, glieli hanno tolti voti, o no?
«Ma anche questo... "ne sono avanzati cinque, tre..."».

Non credo che lei non abbia letto la relazione conclusiva della presidente della commissione di verifica.
«Io ho letto qualcosa dell’ufficio di Prefettura che ha cercato di svolgere il ruolo che il TAR gli aveva assegnato. Poi le conclusioni le ha tratte sicuramente il TAR, nel momento in cui ha emesso quel dispositivo avrà avuto le sue buone ragioni. Io oggi so soltanto che il TAR non credo abbia fatto, poi, tante discussioni nel merito di un voto in più o in mero, tanto è vero che il ricorso è stato completamente respinto e ora, chiaramente, sapremo le ragioni. Il dispositivo di sentenza parla di inaccoglibilità di memorie aggiunte, di un ricorso principale respinto e di un motivo a non procedere nei confronti anche controricorso. Quindi, tutte ste notiziette... ecco perché io sorridevo quando qualcuno diceva “ne abbiamo trovate altre otto, dieci, quindici...”. Non riuscivo a capire a cosa facesse riferimento e cosa portasse poi i soggetti in questione ad esprimersi in quel senso».

Quindi, non ha mai temuto, in nessun momento, che dalla verifica potesse venir fuori il ballottaggio.
«Gianni lo hai ammesso tu stesso, ti ha sempre sorpreso la mia eccessiva tranquillità nel corso di questi mesi, tanto è vero che in quella occasione (la diretta in radio, n. d. r.) hai affermato che era dissarmante la mia eccessiva tranquillità...».

E’ vero.
«Avevo e ho avuto ragione, era una tranquillità supportata, probabilmente, dalla convinzione che tutto era stato fatto in maniera tranquilla e trasparente e, oggi, la giustizia amministrativa ha confermato e dato ragione alla mia tranquillità. Adesso speriamo che un po’ tutti si mettano l’anima in pace, si tranquillizzino e, quindi, riconoscano i ruoli e, ognuno con i propri ruoli, si possa svolgere al meglio l’attività politica».

E a proposito di questo. Nell’ultima lettera che gli è stata recapitata circa la stesura del bilancio di previsione 2015, l’opposizione ha assunto un atteggiamento molto collaborativo, le porge una specie di ramoscello d’ulivo, perché scrive di mettere da parte i contrasti, meno scontro, più confronto. Insomma, una importante apertura al dialogo. Come lo vede lei questo atteggiamento.
«Siamo nel periodo dei ramoscelli di ulivo, perché fra un po’... e, quindi, capisco. Aspettiamo domenica che è la domenica delle palme e vediamo nel frattempo che cosa accade. Di certo, da parte mia, no c’è mai stata la voglia di praticare la “guerriglia politica”. Io ho sempre puntato al confronto sereno e a lavorare tutti quanti insieme per il bene comune. Però questo, poi, deve tradursi nei fatti e non -diciamo- in volontà che poi non trova concretezza dal punto di vista pratico. Vediamo strada facendo che accadrà. Di certo, se verificherò che la volontà è quella di lavorare per il bene comune e per la crescita di questa comunità, che ben venga, porte aperte a tutti, non solo a loro, ma anche a tutti i cittadini. Se così non sarà, ebbè, ognuno farà valere i propri ruoli e le proprie prerogative».

L’opposizione chiede il bilancio partecipato sindaco.
«Il bilancio per me è sempre stato partecipato. Poi se per bilancio partecipato si intende che, attraverso determinati appuntamenti, si vuole dettare l’agenda di una amministrazione, si intende condizionare l’attività di una amministrazione, mi può stare bene ma fino a un certo punto. Bilancio partecipato inteso come suggerimenti ben venga, ma demagogia messa da parte, concretezza, proposte serie e reali. Su queste, certamente, saremo disponibili al confronto».


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