“Formalismi” e “stratagemmi” della minoranza. Parla il sindaco
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- Pubblicato Domenica, 02 Novembre 2014 08:18
- Scritto da Gianni Nicastro
di Gianni Nicastro
Il Romagno pensiero su quello che è successo in consiglio comunale il 27 ottobre scorso. Il sindaco lo abbiamo intervistato subito dopo il ritiro del punto sul bilancio, ad assemblea consiliare appena conclusa. Lo abbiamo intervistato sul bilancio e sulle astensioni e voti favorevoli di Nicola Giampaolo, “undicesimo” consigliere di maggioranza.
Sindaco, portate il bilancio di previsione 2014 con estremo ritardo, avete rinviato il consiglio in prima convocazione per dare a tutti la possibilità di leggersi il parere dei Revisori dei Conti, arrivato in ritardo anche quello. Non ci aspettavamo che stasera chiedesse addirittura lei il rinvio del punto. Perché questo rinvio?
«Perché dai comportamenti e degli atteggiamenti tenuti dai consiglieri comunali di opposizione si è chiaramente capito che avevano necessità di approfondire l’argomento o, meglio, la questione all’ordine del giorno atteso che il parere dei sindaci revisori è stato depositato, quindi messo a disposizione dei consiglieri, solo ed esclusivamente in data 20 ottobre seppur, tutti i consiglieri, avessero la piena disponibilità di tutti gli altri atti, quindi, il bilancio di previsione, già dal 1° di ottobre, cioè da oltre 23-25 giorni. Però sembrerebbe che, per qualcuno, importi più il formalismo che la sostanza. E lo dimostra il fatto che, comunque, non si sono presentati alle commissioni consiliari, che hanno chiesto in data 23 di spostare la trattazione del bilancio al 27 ottobre, in seconda convocazione. Poi hanno detto che il 27 loro non potevano essere presenti e oggi ce li siamo ritrovati, invece, tutti presenti. Questo sa di un progetto precostituito per arrivare non so a cosa, forse a mettere in evidenza che, per i formalismi, non si è potuto approfondire il bilancio che ha un’importanza sostanziale per la vita di una amministrazione comunale. E allora, proprio per sgomberare qualsiasi forma di dubbio e assicurare a tutti i consiglieri il legittimo, sacrosanto, diritto di svolgere appieno le loro funzioni, abbiamo deciso di dare il tempo necessario e di rispettare quello che il regolamento prevede».
Se aveste approvato il bilancio stasera, probabilmente, l’opposizione avrebbe fatto ricorso per il ritardo con cui è stato dato loro il parere dei Revisori. Tanto è vero che avete convocato il prossimo consiglio comunale esattamente tra 20 giorni il tempo canonico che deve intercorrere tra la consegna del parere e la convocazione del consiglio.
«Il parere dei Revisori, purtroppo, ahimè, è arrivato il 20 di ottobre».
Perché è arrivato in ritardo, perché sono arrivati tardi ai Revisori gli atti del bilancio?
«Ai Revisori dei Conti gli atti sono stati consegnati subito dopo l’approvazione in giunta. Quindi hanno avuto anche loro un congruo termine…».
Quando sono stati consegnati.
«Credo il 30 settembre, non appena approvati in giunta. Poi, se i Revisori hanno avuto bisogno di approfondire e si sono presi dei giorni in più, prendiamo atto, non possiamo fare altrimenti. Comunque, ci tengo a precisare che il parere dei Revisori, nella storia, non è mai stato dal primo giorno un allegato al bilancio di previsione e consegnato ai consiglieri, nel senso che i consiglieri hanno sempre avuto lo schema di bilancio approvato in giunta e successivamente gli è stata consegnata la relazione dei Revisori. Oggi prendiamo atto che, evidentemente, hanno più importanza i formalismi che la sostanza, e adeguiamoci ai formalismi».
Insomma, se i sindaci revisori hanno avuto in tempo gli atti, la responsabilità del ritardo sembrerebbe la loro.
«Non mi far dire… Non mi va di puntare il dito…».
Qualche cosa è successo, altrimenti non si spiega…
«Ognuno ha la necessità di sviluppare il proprio lavoro e svolgere le proprie funzioni nel miglior modo possibile. Evidentemente i sindaci revisori hanno ritenuto di dover approfondire le questioni, o hanno avuto la necessità di prendersi più tempo rispetto a quello che di solito si prendono. Io ritengo che quello dei Revisori sia un parere, non costituisca un allegato al bilancio, ma è un parere espresso su un atto fondamentale. Sembrerebbe, praticamente, che si sviluppi il confronto sul bilancio di previsione unicamente sul parere dei sindaci revisori; a questo punto la prossima volta ci preoccuperemo di dare prima la relazione, poi il progetto di bilancio. A perer mio, il progetto di bilancio, indipendentemente da quello che può essere il pensiero dei sindaci revisori, può tranquillamente costituire uno strumento di lavoro su cui i consiglieri comunali possono confrontarsi, interrogarsi e proporre anche delle modifiche. Fermo restando che, comunque, il parere ha la sua validità, la sua importanza e, quindi, non è che possiamo pensare di approvare il bilancio senza parere, ci mancherebbe altro. Però, evidentemente, qualcuno dà più importanza al parere che all’atto fondamentale. Proprio per evitare che ci si possa aggrappare a questi stratagemmi, perché, poi, alla fino sono stratagemmi...».
Che vi avrebbero messo in seria difficolta, sindaco, se aveste approvato oggi il bilancio.
«Sai benissimo la mia esperienza politica e il mio passato politico. Io sono stato consigliere di opposizione...».
Non è mai successo, sindaco, che l’amministrazione abbia ritirato il bilancio...
«Sono stato consigliere di opposizione per quattro consigliature, faccio il sindaco da oltre cinque anni, questo è il secondo mandato da sindaco con tanto di responsabilità amministrativa e che io ricordi, nella storia, atteggiamenti di questo genere, o il doversi aggrappare ai formalismi del rispetto dei venti giorni, non è mai successo. C’è sempre stato, su questi temi, un atteggiamento collaborativo; fermo restando che è lecito pretendere i documenti, però, il fatto che lo si pretenda venti giorni prima perché così c’è scritto da qualche parte e, quindi, il parere non c’era e questo può rappresentare, costituire un pregiudizio ad un atto di vitale importanza e, quindi, il pregiudizio alla vita amministrativa di un ente, ebbè... io ritengo che qui si esageri un tantino. Però ognuno si assume le sue responsabilità. Io in venti anni di opposizione e cinque anni, ho detto, di esperienza amministrativa, a memoria storica, questo non è mai accaduto. Anzi, ti dirò, spesso e volentieri il parere dei sindaci revisori è arrivato con enorme ritardo. Non sarà arrivato tre giorni prima, sarà arrivato sette, otto, giorni prima, cinque giorni, dieci, possiamo andare a verificare, ma non è mai arrivato contestualmente al progetto di bilancio. Qualcuno, invece, probabilmente, voleva costruire, su questa storia, chissà quale artificio per mettere in discussione una amministrazione; e io dico che oggi, con i tempi che corriamo, non sono questi gli atteggiamenti che dovrebbero caratterizzare la politica. Cioè, oggi è necessario assumere un atteggiamento più di responsabilità, magari anche evidenziando alcune disfunzioni e problemi, ma un atteggiamento di responsabilità nel bene della comunità che rappresentiamo, non solo ed esclusivamente per raggiungere fini e obiettivi che nulla hanno a che fare con la politica seria».
Secondo lei, allora, quello dell’opposizione è solo un atteggiamento strumentale. Quando denuncia i ritardi negli atti di bilancio fa solo un gioco politico e non di sostanza.
«Questo atteggiamento sta caratterizzando l’opposizione non da oggi, ma da parecchio tempo, perché, altrimenti, non avrebbero scritto al Prefetto, non avrebbero scritto alla Procura della Corte dei Conti, non avrebbero scritto ai sindaci revisori. Quindi, è un atteggiamento che, prendiamo atto, sta caratterizzando questa opposizione. Perfetto. L’accettiamo, perché è giusto, la democrazia è anche questo. L’accettiamo, ma ognuno si assuma la responsabilità dei propri atteggiamenti, io mi assumo le mie, loro si assumessero le proprie».
Sindaco, tutti i cittadini, per lo meno quelli che erano presenti in sala consiliare, hanno visto stasera che la maggioranza si è allargata a undici.
«La maggioranza è già di undici».
Sì, undici con il suo voto. Mi riferisco ai consiglieri che sono dieci. Con Giampaolo che ha votato il suo Piano di sviluppo, ha votato la sospensione del consiglio e il ritiro del bilancio, lei ormai ha undici consigliere di maggioranza.
«La maggioranza è fatta di dieci consiglieri comunali più il sindaco, quindi una maggioranza a undici. Se poi un consigliere comunale di opposizione ritiene di dover assumere su certi provvedimenti atteggiamenti che possono sembrare incomprensibili a larga parte della minoranza, possono risultare, invece, comprensibili agli occhi dei cittadini. Di certo non sono io a valutarlo, è il pensiero di un consigliere che ha deciso di votare in una certa maniera, ma questo non significa che il consigliere in questione abbia fatto una dichiarazione di appartenenza ad una maggioranza perché ha voluto che fosse precisato, lo ha fatto lui nelle sue dichiarazioni, ed è stato anche precisato dal presidente del consiglio quando ha detto che si è avuto un incontro con consiglieri di maggioranza e la minoranza, che ha partecipato, perché l’altra parte si è rifiutata di partecipare. Perché, se avessero voluto affrontare il problema almeno all’incontro partecipavano, invece si sono rifiutati di partecipare. Potevano venire all’incontro e manifestare il loro dissenso, invece così non è stato; quindi prendiamo atto. Il consigliere che ha partecipato ha detto la sua, poi se ha pensato di condividere la mia politica...».
Ha votato il Piano che riprende le sue Linee programmatiche, insomma, un atto più politico di questo non si può.
«Ha fatto delle dichiarazioni, ho appreso che lui ritiene che siano uno strumento necessario per un’azione amministrativa e, quindi, ha pensato di votare a favore perché lo ritiene un atto necessario, appunto, di vitale importanza per una amministrazione e per una comunità che lui, insieme a noi rappresenta. Sono prese di posizioni personali. Per quanto mi riguarda ti dico che la maggioranza che sostiene questa amministrazione e questo sindaco è fatta di dieci consiglieri più il sindaco. Se gli altri, su determinati argomenti sentono di dover esprimere il loro pensiero favorevolmente, che ben venga; cioè, non è che possiamo rifiutare un voto favorevole, saremmo dei folli».