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Il sindaco: «Sono un uomo libero!». Sintesi video del comizio

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comizio-romagno

«Un progetto libero da qualsiasi forma di condizionamento». Dicono «il sindaco non ha fatto nulla», ok, «oggi chi dice che il sindaco non ha fatto nulla fino a due mesi fa stava con me in amministrazione». «Forse non ero più il sindaco ideale per loro. Va bene così: sono un uomo libero!».

Questi alcuni passaggi del comizio di Roberto Romagno che si è tenuto l’8 maggio scorso in piazza Cesare Battisti, da dove una settimana prima aveva ricevuto gli insulti di Nicola Giampaolo. «Vuoi vedere che a Rutigliano stanno girando la seconda edizione del film “Qualunquemente” e non me ne sono accorto, non mi hanno chiesto le autorizzazioni; sembrava che in  queste zone si aggirasse Cetto Laqualunque...», ha ironizzato il sindaco davanti a una piazza piena.

E’ stato, dunque un rispondere a tono, senza mai trascendere, com’è nel suo stile moderato, ai due candidati avversari, al PD e al NCD. Ma al di là delle risposte agli attacchi, Romagno ha ammaliato il pubblico con l’elenco delle cose che ha realizzato -nonostante il NCD- aiutandosi con un pannello sul quale ha fatto scorrere le slide.

Fogna bianca, strade, rifacimento di piazze, illuminazione a Led, difesa idraulica di Largo dei bersaglieri, corso Cairoli, campi da tennis, videosorveglianza, efficientamento energetico della “A. Moro” e altro ancora. Insomma Romagno ha fatto come Lanfranco Di Gioia due mesi fa nella Sala Mons. Di Donna, quando anche il “decennale” ha allietato la platea con l’elenco delle cose fatte spacciate per opere pubbliche, l'elenco cioè dell’ordinaria amministrazione, il che significa lavori pubblici, di riqualificazione urbana.

Aggiustare le strade, i marciapiedi, riqualificare le piazze e gli impianti spirtivi esistenti, mettere in sicurezza il territorio, fare le urbanizzazioni è il mestiere del sindaco. Un sindaco che non facesse queste cose, cioè l’ordinaria amministrazione, sarebbe come un calzolaio che non aggiusta le scarpe, un fabbro che non sa saldare, un bagnino che non sa nuotare... Ciò che fa la differenza è la qualità della gestione della cosa pubblica, quali sono gli interessi che prevalgono e la realizzazione delle opere pubbliche, quelle che si costruiscono ex novo con un preciso scopo, quando se ne presenta la necessità.

Quattro sono le opere pubbliche costruite in quindici anni, due ascrivibili a Di Gioia (il collegamento via F. Giampaolo-via Conversano, strada intitolata a Karol Wojtyla, pianificato dall’amministrazione Limitone, e la piscina comunale), una a tutti e due (la messa in sicurezza del letto alluvionale in via Cellamare) l’altra  -il solitario bagno in via Dante- a Roberto Romagno e a Michele Martire, assessore dimessosi poco più di un mese fa per intervenuta incompatibilità politico-elettorale. Delle quattro opere pubbliche solo una funziona, via Karol Wojtyla (per la verifica del letto alluvionale c’è bisogno dell’alluvione, che speriamo non arrivi mai), le altre due no (sulla piscina, per adesso, stendiamo un velo pietoso).

Ma Attenzione, Romagno ha messo fuori l’artiglieria pesante, il furore cantieristico di questi due mesi è nulla a confronto; sono in arrivo -udite udite- il palazzetto dello sport e il pala cultura! Incredibile, cantieri a destra e a manca, opere pubbliche future per cui «abbiamo già i soldi!». Ci chiediamo: e il famigerato patto di stabilità, quello che ha impedito, mortificato, l’amministrazione in questi anni, che fine ha fatto o farà?
Sembrerebbe che Matteo Renzi dalla Merkel, a marzo scorso, si sia portato anche Roberto Romagno e che, al nostro sindaco, la Angela, avrebbe assicurato la sospensione del patto di stabilità da marzo scorso fino alle amministrative del 2019.

Non osiamo immaginare quanti lavori e opere pubbliche avrebbe fatto Romagno se dalla cancelliere tedesca fosse andato cinque anni fa.

Buona visione

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