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Sull’accordo col PD e su “Errepet” e “Selectika” parla Valentini

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accordo-firmato


di Gianni Nicastro

Abbiamo sentito al telefono stamattina il capogruppo consiliare del NCD a Rutigliano Oronzo Valentini. Una lunga conversazione sull’accordo elettorale firmato ieri sera con PD e altre forze politiche. Un accordo che non viene ancora diffuso nei suoi contenuti perché la coalizione è in trattativa con altre civiche che si vogliono imbarcare come soci fondatori e non come aggregati, aderenti a cosa già fatte. E’ probabile che entro sabato prossimo definiscano meglio anche il numero delle liste partecipanti, dopodiché sarà reso pubblico il documento. A detta di Valentini la coalizione non sta discutendo di candidato sindaco e il nome di Minguccio Altieri è sullo stesso piano di tutti i nomi che si sono sentiti in relazione al loro tavolo. Abbiamo parlato anche dell’industria di lavorazione dei rifiuti plastici che si insedierà a ridosso del PIP di via Adelfia. Si tratta di due società, la Errepet S.r.l. e la Selectika S.r.l., con capitale prevalentemente locale (sulle società, l’insediamento industriale e il tipo di lavorazione stiamo preparando un’inchiesta che sarà pubblicata a breve).

Allora Oronzo, l’accordo è fatto.oronzo-valentini-3
«In effetti ieri abbiamo firmato il documento di intenti, però, l’assemblea dei partiti ha deciso di non divulgarlo ancora poiché ci sono altre forze politiche che hanno espresso il desiderio di partecipare sin dall’inizio con noi. Intanto abbiamo già firmato ieri, ma ci siamo dati appuntamento a sabato per un lavoro più certosino sul programma e dovrebbero venire altre liste che stiamo consultando, quindi, non posso darti questa... ti posso però dire che abbiamo firmato questo documento dove sono enunciate le linee guida del percorso che faremo».

Quindi, l’accordo lo avete firmato ieri, ma quali sono le altre forze politiche a cui fai riferimento.
«Allora, quelle che eravamo ieri sera te le posso dire...».

Dimmi...
«Il PD, il NCD, Realtà Italia,  Nuova Frontiera e il Nuovo Centrosinsitra per Rutigliano, una formazione che fa capo a Mimmo Gigante... quante sono?».

Sono cinque, ne manca una...
«Ah è giusto... Rutigliano Protagonista. Evito di fare il nome delle altre perché non hanno ancora aderito».

Va bene, ma state lavorando su Pinuccio Valenzano?
«Allora, ci sono altre forze, Gianni (non mi far dire), che hanno espresso la volontà...».

Rutigliano 2.0?
«Ci sono altre forze...».

Vabbe’ non me lo vuoi dire.
«Si però lo faccio per una forma di rispetto perché ancora non sono venute ieri a firmare e quindi, evidentemente, stanno discutendo al loro interno».

Il candidato sindaco è Minguccio Altieri allora.
«Ti ho già detto e ti ripeto -non ho difficoltà alcuna- che non ci siamo posti il problema. Anzi, nel documento che abbiamo insieme condiviso sono poste le questioni centrali, secondo noi, per lo sviluppo del paese nei prossimi cinque anni. Faccio un esempio per tutti, perché sennò sembra che parliamo di niente. Per esempio, avendo diviso per settore l’ambiente, la qualità della vita e il tema della gestione dei rifiuti, preso atto dei notevoli passi avanti fatti negli ultimi anni con la raccolta differenziata, riteniamo che dobbiamo spingere al massimo perché si compia, poi, tutta la filiera del riciclo. Cioè, vuol dire che deve aprire necessariamente l’impianto di compostaggio previsto a Cellamare che ci farà risparmiare molti soldi ancora, perché paghiamo tanto oggi a Tersan Puglia, e poi dobbiamo anche sviluppare un percorso di mercato positivo che preveda che questo concime per l’agricoltura possa essere utilizzato a prezzi vantaggiosi proprio dai nostri agricoltori. Dobbiamo, come dire, finalizzare la raccolta con il riutilizzo e il riciclo. Per farti un altro esempio, ma vorrei che queste cose le potessi pubblicare sennò la gente dice vabbe’ il programma... ma di che parlate...».

Infatti, io ti sto intervistando, Oronzo...
«Sì sì... Un altro punto, quello che qualificherà la nostra azione riguarda l’urbanistica e l’assetto del territorio. Una delle cose sulle quali ci stiamo sforzando di trovare soluzioni, è la maniera per sbloccare tutti questi grossi comparti che ci sono nel nostro vigente PRG. Questo lo faremo attraverso il percorso del PUG, quindi del nuovo piano...».

Piano Urbanistico Generale.
«Perfetto. Che deve nascere questa volta non da un incarico dato a un professionista sia pure qualificato, ma dalla partecipazione di tutti i tecnici locali che devono redigere, insieme all’amministrazione, le linee guida del PUG».

Ascoltami Oronzo, rispetto all’impianto di compostaggio la cui realizzazione, come sai benissimo, è in itinere da un sacco di anni nel bacino BA/5, rispetto a questo impianto come siete orientati circa la sua forma di gestione: affidarla al mercato con una gara rivolta ai privati o affidarla al consorzio dei 21 comuni del bacino? Perché i prezzi a tonnellata -alla fine- dipenderanno da questo, dalla forma di gestione che si sceglie.
«E’ chiaro. Allora quello è un impianto pubblico che non sarà gestito dal comune di Rutigliano, evidentemente, ma dall’Ambito territoriale».

Certo. Però attenzione, può essere a titolarità pubblica ma a gestione privata. Questa è una scelta che farà l’ATO.
«Sì, so perfettamente. No, ti voglio dire, chi a decidere -perché noi dobbiamo dire le cose come sono- non è solo il comune di Rutigliano...».

Sì, ho capito. Ti sto chiedendo qual è la vostra posizione in merito.
«E’ importante tornare ad essere centrali nell’ambito del territorio. E’ evidente che tu per condividere scelte devi essere rispettato e al centro dell’attenzione anche delle altre amministrazioni civiche. Quindi sulla domanda... Premesso che non decidiamo da soli, ma dobbiamo decidere con altri sindaci, per me la soluzione migliore è sempre quella -in questo caso- del mercato. Io sono un liberale convinto e credo che il mercato sia l’unico regolatore e l’unico demolitore delle rendite. Allora, se noi pensiamo che ci mettiamo a lavorare su un sistema -come ho detto prima- che prevede che noi forniamo anche il mercato di questa nuova attività imprenditoriale e che sono i nostri agricoltori, i quali devono apprezzare, primo, il concime prodotto, devono essere convinti che è un prodotto valido sul profilo qualitativo e, poi, lo daremmo a un prezzo molto più  vantaggioso rispetto agli altri ammendanti per l’agricoltura, io credo che avremmo fatto una cosa molto utile per il paese. Un elemento virtuoso della qualità dei servizi, ma anche un elemento virtuoso, diciamo così, in bolletta TARES per la riduzione dei costi».

Ok, questo è un discorso molto interessante, ma la filiera del riciclo, Oronzo, non si limita alla sola frazione organica dei rifiuti...
«Assolutamente...».

Per esempio c’è anche la plastica. Cosa pensi dell’impianto che sta per nascere a ridosso del PIP di via Adelfia il cui iter amministrativo è già avviato? Un impianto di lavorazione della plastica differenziata dai rifiuti domestici e industriali, in modo particolare delle bottiglie di plastica da cui ricavare scaglie di PET, il polietilene. Un impianto che sorgerà a un chilometo-800metri in linea d’aria dalla Divella. Cosa ne pensi? Sei d’accordo, non lo sei...
«Anche su questo, io sono sempre abituato a parlare con cognizione di causa e non così, per presa di posizione preconcetta. Conosco abbastanza questo progetto, so che c’è una iniziativa di privati attraverso lo Sportello unico. Non so adesso l’iter come stia procedendo...».

Si è già fatta una conferenza di servizi ad hoc agli inizi di febbraio scorso e, credo, se ne sia fatta un’altra.
«Io so perfettamente una cosa: stiamo parlando di attività imprenditoriali che attengono al trattamento dei rifiuti, rifiuti speciali non pericolosi così catalogati, e stiamo parlano di rifiuti plastici».

Differenziati, attenzione, sono rifiuti plastici differenziati di origine domestica e industriale.
«Assolutamente, ma guarda... io non so se differenziati o no...».

Oronzo, sono differenziati, te lo dico con cognizione di causa perché ho letto e visto il progetto.
«Anche se fossero indifferenziati, sono rifiuti plastici; questi rifiuti vengono trattati, secondo il nostro piano regionale dei rifiuti, e secondo quanto stabilisce il decreto legislativo 152 del 2006, che è il Testo Unico in materia ambientale, devono essere trattati in strutture che sorgano in zone industriali che non possono, quindi, sorgere e “rubare” altro territorio, soprattutto suolo agricolo. Quindi ritengo, così a lume di naso, che questa struttura non possa sorgere in zona agricola nel nostro territorio. Questo, diciamo, sul profilo tecnico. Per quanto attiene, poi, come dire, alla possibilità che si possa ridare vita anche alla frazione plastica dei rifiuti, tu sai che io sono assolutamente d’accordo fermo restando che certe lavorazioni devono essere fatte lontane da situazioni in cui si coltiva, nel nostro caso, uva, frutta e ortaggi. Devono essere lontane da zone industriali dove si sono insediate attività che esportano la frutta, attività alimentari: E’ evidente che devono essere, come la norma prescrive, invece, situate in zone industriali dove non ci siano rischi per altre produzione e per altri tipi di attività».

Ma di quali rischi stai parlando, perché, a vedere il progetto, non ci sono ciminiere, quindi emissioni in atmosfera, non ci sono scarichi se non quelli della fogna e delle acque piovane.
«Rischi per le produzioni, per altre produzioni di qualità. Noi abbiamo fatto sempre battaglie per la nostra produzione di uva e anche per altri tipi di attività commerciali che sorgono in  quell’area».

Tipo la Divella.
«Certamente, c’è anche la Divella».

Quindi, tu ritieni che un insediamento di quel tipo possa nuocere, in qualche modo, a una industria grande e importante come la Divella?
«Ribadisco, Gianni, io non credo che ci siano fattori, se non quelli del mercato, che possano nuocere a una grande azienda come quella della Divella di cui tu hai parlato che è leader sui mercati mondiali...».

Certo.
«Fermo restando che io ho espresso un giudizio di merito che attiene a una norma e, questa norma, prescrive con certezza assoluta che questo genere di attività devono essere collocate in alcune zone industriali come accade, per esempio a Bari dove sorge un’industria di questo tipo, mi pare che si chiami Recuperi Pugliese, ma posso sbagliare...».

La Recuperi Pugliese è un centro di raccolta dei materiali differenziati,  questa, invece riguarda la lavorazione della plastica.
«E infatti, però c’è un'altra lì, che non ricordo come si chiama, presso la quale conferisce il nostro gestore della raccolta. Poi c’è un’altra cosa. Se noi dobbiamo mettere al servizio del territorio una struttura di questo tipo deve essere al servizio del nostro territorio non di altri, mio spiego? Il nostro comune raccoglie, fa l’80% di differenziata, raccoglie 1-1,6 tonnellata giorno di rifiuti plastici. Quella struttura, da quello che ho potuto capire, a regime potrebbe trattare 200/250 tonnellate al giorno di rifiuti plastici. Quindi tu capisci bene che questa struttura non servirà solo Rutigliano, ma molti altri territori».

D’accordo, ma se il presupposto di un insediamento industriale sul territorio fosse la sua ricaduta sullo stesso territorio, sulla base di questo ragionamento non avrebbe potuto nascere il Termina Puglia, che non ha nessuna ricaduta sul territorio strettamente di Rutigliano sia in termini occupazionali, che in termini di ricchezza. O no?
«Non capisco l’attinenza...».

Ripeto, se il parametro è che un’industria può sorgere solo se ha una ricaduta sul proprio territorio io ritengo...
«No no, non ho detto che è un parametro. Ho detto, attenzione, non la ricaduta non sul territorio, il fabbisogno di produzione di rifiuti plastici. Non ho parlato né di ricaduta, né di... Io ho parlato, Gianni, di fabbisogno sulla produzione non di ricadute positive. E’ chiaro che io sono a favore dell’insediamento di aziende e industrie che possano sicuramente dare ricadute positive sul territorio quali, per esempio, l’occupazione o altre. Non ho detto quello, l’hai detto tu eh?... Non mettermi in bocca parole...».

No, assolutamente, ho capito che tu ti volessi riferire alle ricadute sia produttive che...
«No no, ribadisco. Rutigliano Raccoglie 1 tonnellata al giorno di plastica. Questo impianto dovrebbe trattarne 250 tonnellate al giorno».

Ok, è chiaro.
«Voglio capire quanti e quali comuni dovrebbero portare rifiuti plastici nel nostro territorio. Questo è un problema sul quale bisogna... Però, ribadisco, sono sicuro che le autorità competenti, che credo sia la Provincia in questo caso, daranno ragione, non a me, alla legge, alla norma che stabilisce che questi impianti di trattamento di rifiuti sorgano in zone individuate urbanisticamente adeguate».

Vabbe’, tu ritieni che questo impianto non possa sorgere perché pone un problema urbanistico, sostanzialmente.
«Assolutamente, secondo quanto la norma prescrive».


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