di Gianni Nicastro
La vicenda dell’assegnazione di due suoli cimiteriali a due associazioni, cominciata a luglio nel 2023, è arrivata al dunque. Il comune si sta attrezzando per ottemperare alla sentenza del Consiglio di Stato che ha dato definitivamente ragione alle due associazioni -la SS Crocifisso e la Purgatorio- circa l’aggiudicazione di due suoli cimiteriali messa in discussione, dallo stesso comune, a marzo dell’anno scorso con un atto di decadenza dovuto al mancato versamento, nei tempi previsti, del costo di concessione e delle spese di registrazione del relativo contratto. Atto di decadenza cassato prima dal TAR Puglia, poi dal Consiglio di Stato (qui).
La settimana scorsa l’ufficio contenzioso del comune ha preso atto della sentenza del Consiglio di Stato e, «ai fini della stipula del contratto di concessione dei suoli» richiederà, alle due associazioni, «il versamento del costo di concessione dell’area cimiteriale; la polizza fideiussoria a garanzia dell’esecuzione del contratto da stipulare, pari al 10% dell’importo contrattuale; le eventuali spese contrattuali e di registrazione, qualora la concessione dovesse avvenire a rogito del Segretario Generale del Comune di Rutigliano». Dopo che le due associazioni avranno versato le somme dovute (circa 111.000 euro a lotto più le spese) e stipulato il contratto di concessione, potranno costruire le due cappelle per complessivi 400 loculi o poco più.
Si è arrivati, dunque, a dare i suoli alle due associazioni dopo un ricorso al Tar e uno al Consiglio di Stato con tutto quello che questo contenzioso ha rappresentato in termini economici per le casse comunali e cosa potrebbe ancora rappresentare.
C’è da dire, a proposito di costi, che a luglio scorso le due associazioni, tramite il loro avvocato, hanno proposto all’amministrazione comunale una soluzione bonaria del contenzioso rinunciando alle spese del giudizio, a cui il TAR Puglia aveva condannato il comune in primo grado, chiedendo in cambio la rinuncia all’appello. Ho chiesto all’assessore al contenzioso Alessandro Milillo se il comune ha risposto a quella proposta e come. «Sì, dovrebbe aver risposto l’avvocato» ha detto l’assessore. E cosa ha risposto? «Che non c’era l’intenzione di arrivare a una trattativa».
Dunque, è stato l’avvocato del comune a consigliare l’amministrazione a non accettare la proposta delle due associazioni, a lasciarla cadere nel vuoto e, mi risulta, senza neanche comunicarlo all’avvocato delle due stesse associazioni.
Quello che, poi, è successo è storia: il comune ha impugnato la sentenza del TAR in appello e ha perso in via definitiva il contenzioso. Magari, se fosse addivenuto alla transazione avrebbe potuto inserire che le due associazioni non avessero più nulla a pretendere circa una potenziale richiesta di risarcimento. Così non è andata e, davvero, non si capisce quale sia stata la ratio.