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Acqua verdognola e schiumosa, lo scultore Mazzone si starà rivoltando nella tomba

Non crediamo che una massaia abbia fatto il bucato nella vasca monumentale della villa comunale. Eppure si nota, molto evidente, la schiuma tipica dei detersivi che, in questo caso, dovrebbero non c'entrare nulla. Detersivi, o fenomeno -più probabile- di flocculazione spontanea dovuta al riciclo continuo della stessa acqua, la questione non cambia: spettacolo indegno di un paese civile.

Diciamo che non è proprio un buon biglietto da visita per turisti, forestieri e cittadini del ridente paese noto per i Fischietti in terracotta e l’uva da tavola e, tra un po’, anche per la Festa del SS. Crocifisso e la Sagra dell’Uva.

Non è che, siccome è sempre accesa e in movimento, l’acqua non subisca i processi tipici del riciclo senza ricambio: flocculazione e presenza di micro alghe che danno all’acqua il colore verdognolo scuro. Non è un grande spettacolo anche al cospetto di una fontana che è una scultura, un’opera d’arte che ha, quindi, un valore in sé (l’acqua è un ornamento). E non è solo una questione di estetica, forse è soprattutto una questione di igiene, dal momento che quell’acqua può degenerare in un brodo di coltura per batteri pericolosi come la legionella e come da noi, in passato, più volte denunciato.

Se la si deve tenere in moto, se si vuole che l’acqua zampilli per il piacere di tutti noi, qualcuno, sul comune, tra tecnici, amministrazione e consiglieri comunali, faccia più attenzione. Magari interpellasse un chimico, basterebbe anche un perito chimico o, ancora meglio, può dare un'occhiata alla abbondante letteratura in rete sulle fontane e la cura delle acque.

Si cambi l’acqua alla vasca, magari senza buttarla in fogna, come si fa sempre, utilizzandola nelle varie aiuole dato che non piove da un secolo. Ci vuole poco, una pompa sommersa e un tubo; ma, prima di tutto, ci vuole un po' di cura per le cose pubbliche, per la città, per i cittadini.