Nominato il vicesindaco, ma il vero problema è il quinto assessore che ancora manca
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- Pubblicato Domenica, 12 Febbraio 2023 14:43
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Tonio Romito, assessore all’agricoltura e all’ambiente, ha ricevuto la delega di vicesindaco, nominato alla seconda carica della giunta comunale dal sindaco Giuseppe Valenzano con un decreto pubblicato ieri. A due mesi e mezzo dalle dimissione di Mimmo Gigante il sindaco si è deciso a dare a qualcuno la delega di vicesindaco perché obbligato dalle norme. Infatti, il decreto richiama una circolare del Ministero degli interni “in cui, tra l’altro, vengono ribadite l’obbligatorietà della figura del Vice Sindaco ed il carattere indefettibile delle sue funzioni”.
Il sindaco da atto “che le deleghe conferite al Dott. Vito Antonio Romito con Decreto n. 24 del 12/07/2019 non subiscono modifiche”, il che significa che le deleghe che aveva l’ex vicesindaco (contenzioso, igiene urbana, personale…) sono rimaste nelle mani dello stesso sindaco che ancora non si decide a nominare il quinto assessore mancante.
Questo è il vero problema politico. Non c’è voluto granché dare a Romito la delega di vicesindaco, diverso e più complicato è nominare un nuovo assessore. Sindaco e maggioranza, cioè il PD, sono in evidente difficoltà: nominare un assessore senza coinvolgere la lista civica Libertà e Progresso, cioè, i due consiglieri Diego Difino e Maria Palagiano e il segretario del movimento Andrea Saffi, significa spingere all’opposizione dichiarata i due consiglierei comunali oggi ancora di maggioranza nonostante tutto.
Nei mesi scorsi c’è stato un certo pellegrinaggio alla corte del sindaco da parte di almeno un paio di esponenti di quella lista civica per perorare se stessi come assessori con il beneplacito della stessa Libertà e Progresso. Pellegrinaggio che non ha sortito nulla.
L'accordo politico-elettorale, nel 2019, tra l’allora candidato sindaco Giuseppe Valenzano e la lista di Diego Difino è stato quello di due assessorati e il vicesindaco alla lista medesima nel caso la coalizione "Amiamo Rutigliano" avesse vinto le elezioni. Ma quell’accordo è stato frutto di una promessa verbale, non c’è nulla di scritto, men che meno davanti a un notaio e, come dicevano gli antichi, “verba volant, scripta manent”.
Qui è il vero scoglio politico per il sindaco e il PD, nominare un assessore che non sia della lista di Diego Difino per la maggioranza potrebbe significare farsi l’ultimo anno di consiliatura in otto anziché in dieci. A meno che la coerenza non sia reputata un valore o tutto finisca a tarallucci e vino con o senza assessore.
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