Sintesi video su una Sagra dell’Uva permeata dalle istanze dei piccoli produttori in crisi
- Dettagli
- Pubblicato Martedì, 11 Ottobre 2022 10:59
- Scritto da Gianni Nicastro
- Visite: 3543
di Gianni Nicastro
Molti a Rutigliano, soprattutto tra gli agricoltori, non la volevano quest’anno la Sagra dell’Uva, non perché non fosse gradita o non se ne apprezzasse il significato storico e culturale. No. Non si riteneva fosse il caso di festeggiare in un momento di grave crisi del comparto agricolo di Rutigliano; una crisi che sta colpendo soprattutto o, forse, esclusivamente le centinaia di piccoli produttori, coltivatori diretti chiusi nelle loro individuali, piccole, aziende agricole non capaci di stare sul mercato, di competere con la concorrenza internazionale e senza potere contrattuale davanti alla filiera della commercializzazione.
Filiera nelle mani di grandi aziende commerciali che sono, allo stesso tempo, grandi aziende produttrici con migliaia di ettari impiantati a uva da tavola prevalentemente senza semi, le famose uve seedless i cui brevetti sono nelle mani di poche, potenti, multinazionali. Aziende commerciali che interloquiscono, interagiscono, direttamente con la grade distribuzione organizzata (GDO), non certo con la parcellizzata, disunita, platea dei piccoli produttori.
Un mondo, un mercato, di fronte ai quali i piccoli agricoltori non possono nulla, non contano nulla. Di questa condizione di debolezza ormai c’è consapevolezza tra i produttori, condizione che la catastrofica annata 2022 ha reso ancora più evidente. Per questo, è bastato che qualcuno abbia dato il “la” ed è montata la protesta, la mobilitazione in incontri di discussione e pianificazione sul da farsi. Un modo per reagire di fronte ad una agricoltura a Rutigliano completamente ferma, bloccata, con l’uva -di qualsiasi tipo, soprattutto quella coi semi, tradizionale- ancora tutta in campagna appesa ai ceppi. E siamo all’11 ottobre.
In una simile situazione la 58ª edizione della Sagra dell’uva non poteva non subire un contraccolpo, non poteva non raccogliere le istanze, il grido di disperazione che viene dal mondo dei piccoli produttori stretti tra gli aumenti vertiginosi dei consti di conduzione degli impianti, le avversità atmosferiche indotte dai cambiamenti climatici e prezzi alla pianta indegni di un paese civile, di una economia sana ed equilibrata.
Si può dire che i piccoli produttori, soprattutto la nuova generazione, i giovani che hanno preso nelle loro mani le redini delle aziende agricole di famiglia, sono stati i protagonisti della Sagra dell’Uva 2022, l’hanno “contaminata” con la loro presenza e le loro istanze, i loro interventi sul palco e negli stand. Ne hanno cambiato anche il programma con la richiesta di sospensione dello stantio concorso del grappolo gigante la cui kermesse, appunto, non si è tenuta, c’è stata solo la consegna delle coppe domenica scorsa.
C’è da dire, anche, che i giovani produttori hanno trovato nel sindaco Giuseppe Valenzano un interlocutore disponibile al confronto e al recepimento delle loro proposte. Sabato scorso ci sono state lunghe trattative tra il sindaco -come sentirete direttamente da lui nel video qui sotto pubblicato- e i giovani produttori sul no alla manifestazione del grappolo gigante ritenuta incompatibile con la drammatica situazione che loro e le loro aziende stanno vivendo in questo momento.
Nella due giorni si sono, quindi, avvicendati sul palco due giovani imprenditori agricoli e una imprenditrice agricola che ha letto, per due volte, sabato e domenica, un comunicato del “comitato per l’emergenza”, movimento che sta tenendo le fila della mobilitazione, civile e pacifica, degli agricoltori in agitazione da diversi giorni.
Segnalo, infine altre due cose interessanti successe domenica scorsa. Le scuse fatte dal palco dalla giovane rappresentante della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) agli agricoltori per la mancata vicinanza alla loro grave situazione economica e produttiva e l’appello, fatto dalla stessa giovane della CIA, perché si uniscano in OP, in consorzi o cooperative perché, da soli, non possono farcela a stare sul mercato.
L’altra cosa interessante successa domenica sera, a latere della festa, è stato l’incontro, estemporaneo, avuto tra i giovani produttori e Nicola Giuliano di Puglia Fruit. C’erano anche il sindaco, il presidente della commissione regionale agricolture, nonché consigliere regionale del PD, Francesco Paolicelli e l’assessore all’agricoltura del comune di Rutigliano Tonio Romito. Un incontro, mi hanno riferito, durante il quale sono state fatte delle proposte importanti: sostenere il prezzo dell’uva avviata alla cantina per la trasformazione in mosto muto.
Prezzo che oggi oscilla tra i 5 e i 10 centesimi al chilo e che potrebbe essere portato a 40 centesimi con il sostegno economico della regione. Un po’ come si fa con le distillazioni di sostegno, sostenute dall’AGEA, che svuotano i silo delle cantine piene di vino per meglio affrontare la nuova campagna vinicola. Intervento che evita la crisi del settore vitivinicolo.
Una cosa simile sull’uva da tavola, portata al macero a 40 centesimi, si rifletterebbe positivamente sui prezzi alla piante che non potrebbero scendere al di sotto dei 40 centesimi. Questo alleggerirebbe gli impianti da un’uva che non si vende e che si sta guastando lasciando sul mercato solo quella che può essere venduta.
Insomma, una proposta interessante che, stamattina, la delegazione del movimento che si sta incontrando con l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia, potrebbe sottoporre alla sua attenzione. A questo incontro a Bari, stamattina, sono andati, insieme ad altri produttori e in rappresentanza del “comitato per l’emergenza, i due giovani che sabato e domenica hanno parlato dal palco della Sagra, Benny Porcelli ed Enzo Lombardo.
Non aggiungo altro, vi rimando al servizio video sulla due giorni della 58ª edizione della Sagra dell’Uva di Rutigliano qui sotto pubblicato.
Buona visione.