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Uva in crisi, parla l’assessore regionale all’agricoltura Pentassuglia. Videointervista

di Gianni Nicastro

Ieri primo giorno della 58ª Sagra dell’Uva. Diciamo subito che c’è stata grande partecipazione di pubblico locale e forestiero, forse al di là delle aspettative. Anche il concerto del cantante Giuliano Palma ha avuto successo; in Piazza XX Settembre c’era un sacco di gente attirata dalla manifestazione canora. Il divertimento è stato assicurato dal concerto e dagli stand espositivi e gastronomici, questi ultimi letteralmente presi d’assalto dal pubblico. Anche la divisione della Sagra in quattro luoghi, Piazza XX Settembre, Piazza Manzoni, Viale della Repubblica e Piazza Kennedy, contrariamente alle previsioni, ha funzionato nel senso che il pubblico ha risposto bene dappertutto.

La 58ª edizione della Sagra dell’Uva, a Rutigliano, non poteva prescindere da quello che sta succedendo nel mondo agricolo dei piccoli produttori: le due violente grandinate con tromba d’aria mai vista a queste latitudini, l’aumento dei costi di produzione, i prezzi alla pianta bassissimi, indegni di un paese civile e di una economia sana, prezzi che stanno mettendo gli agricoltori sul lastrico col prodotto ancora in campagna e invenduto. In più il problema delle uve brevettate imposte da un mercato ormai condizionato dagli interessi delle multinazionali americane e inglesi proprietarie dei medesimi brevetti, uve senza semi che stanno dando il colpo di grazia alla biodiversità in agricoltura soppiantando le uve tradizionali, quelle che hanno fatto la storia produttiva e il benessere economico del territorio di Rutigliano: l’uva Italia, la Palieri, la Vittoria e, ancora più autoctone e antiche, l’uva Regina (la Mennavacca) e la Primus…

Uve brevettate che impongono, oltre all’acquisto delle marze, anche royalty (fino a 3000 euro ad ettaro ogni anno ci riferiscono gli agricoltori) più il 5% del fatturato e l’obbligo della vendita del prodotto al conferitore indicato dal licenziatario, o una formale liberatoria se la si vuol vendere in modo libero. Condizioni stringenti imposte da alcune multinazionali rispetto ad altre, minoritarie, che pongono condizioni meno vincolanti e meno onerose. Si tratta comunque di concessioni di licenze di produzione che imbrigliano la libertà del produttore, del piccolo agricoltore, spinto dal “mercato” verso un sistema vincolato spacciato per innovazione colturale e produttiva.

«Nella prossima programmazione ci sono i soldi per cambiare gli impianti, per fare agricoltura di precisione. Perché, se abbiamo investito sul centro di ricerca, sull’ITS, sul CREA, vogliamo mettere in campo tutta questa potenzialità e non pagare le tangenti, le royalty, chiamatele come volete?» è quanto ha detto l’assessore Pentassuglia ieri sera in Piazza Manzoni parlando di una innovazione gestita dal pubblico e non dalle multinazionali o da società private italiane anch’esse proprietarie di brevetti sulle uve senza semi.

In relazione al movimento di agricoltori, che da giorni si vedono nel parcheggio dell’ITC, ieri sono successe altre cose. La lettura di un comunicato da parte di una imprenditrice agricola in rappresentanza del “comitato per l’emergenza”, l’intervento di un giovane agricoltore sulla grave crisi che il settore sta vivendo e, soprattutto, la sospensione del concorso Grappolo gigante, sospensione chiesta a gran voce in modo particolare dai giovani imprenditori agricoli, concorso e premiazione ritenuti incompatibili con i disagi e la crisi che i piccoli produttori stanno vivendo in questi giorni. Di tutto questo daremo conto in un altro servizio video che sarà pubblicato a breve.

Informiamo anche che stasera, secondo giorno di Sagra, del concorso grappolo gigante si terrà solo la priemiazione e non tutta la kermesse dei grappoli pesati e issati come trofei. Una edizione, quindi, più sommessa e meno triofalistica.

Non aggiungiamo altro, vi rimandiamo all’intervista all’assessore Donato Pentassuglia e a una sintesi del suo intervento, video qui sotto pubblicato.
Buona visione