Intervista a Giovanni Lorusso, referente locale di "Italia in Comune"
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- Pubblicato Martedì, 08 Gennaio 2019 17:39
- Scritto da Gianni Nicastro
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a cura di Gianni Nicastro
La pubblicazione, su Rutiglianoonline qualche giorno fa, del comunicato stampa con cui Italia in Comune si è presentata a Rutigliano ha suscitato qualche polemica per il fatto che non riportava nessun nome, nessun responsabile; una sorta di comunicato anonimo. Il partito del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, a Rutigliano il referente ce l’ha, è l’avvocato Giovanni Lorusso, ex presidente dell’associazione Rinascita Civica, che ieri abbiamo intervistato.
A Lorusso, nell'intervista qui sotto pubblicata, abbiamo chiesto tante cose, intanto se Italia in Comune è il braccio politico di Rinascita Civica. «Assolutamente no» ci ha risposto. «Come Rinascita Civica -ha aggiunto- non è il braccio politico rispetto all’esperienza ammnistrativa di cinque anni fa». Insomma, l’esperienza politica a sostegno della candidatura di Nicola Giampaolo nel 2014, non c’entrava e non c’entra nulla con Rinascita Civica, così come Italia in Comune non c’entra con queste due esperienze. «Sono tre momenti distinti tra loro» ha precisato l’avvocato. «C’è stata l’esperienza delle amministrative, finita lì. Io rappresentavo in quella coalizione “Area Virtuosa”, una lista civica che faceva riferimento a Ferdinando Imposimato. L’esperienza è finita lì. Dopodiché, a ottobre del 2014 un gruppo, che aveva fatto parte di quell’esperienza, ha deciso di costituire una associazione per essere presenti sul territorio. Quindi, senza scopi politici» ha argomentato Giovanni Lorusso. Rinascita Civica «è una associazione e la nostra volontà è di farla restare tale».
L’associazione rimane, dunque.
«L’associazione rimane, è un gruppo di cittadini che si riunisce, presente sul territorio».
Lei, avvocato, è l’unico dell’associazione ad aver aderito al partito di Pizzarotti, o ce ne sono altri?
«C’è qualche altro amico che, a prescindere dal fatto che faccia parte di quella associazione, ha deciso di condividere con me questa idea, questa esperienza politica. Dopodiché, ripeto, ognuno degli associati è libero di fare la propria esperienza politica».
Quindi, non tutta l'associazione ha aderito a Italia in Comune…
«Assolutamente no e non è mia intenzione coinvolgere l’associazione in questo discorso politico».
Ok, però -avv. Lorusso- c’è un vostro associato, Diego Difino, neoconsigliere comunale, che nel suo primo consiglio, un paio di mesi fa, ha dichiarato di essere rappresentante di Rinascita Civica, la vostra associazione. Vi siete in qualche modo politicizzati, mi sembra…
«Assolutamente no, è stata una sua dichiarazione. Rinascita Civica su quella dichiarazione non si è mai espressa anche perché, lui non è stato eletto col simbolo Rinascita Civica, quindi… Da parte di alcuni nostri associati è stato anche contestato il fatto che è stato eletto con un altro simbolo, Rinascita Civica all’epoca non esisteva ancora. Dichiararsi consigliere di un gruppo che all’epoca non esisteva, per alcuni di noi è stato inopportuno. Ha voluto fare questa scelta, dopodiché sta facendo un suo percorso politico, è -insomma- alla luce del sole quello che sta facendo e questa è la dimostrazione lampante che, all’interno di Rinascita Civica, c’è massima libertà di pensiero».
Se quella dichiarazione l’avete ritenuta inopportuna per quale motivo non avete fatto un comunicato di smentita o, comunque, di precisazione?
«Assolutamente no, perché, ripeto, è una associazione. Lui può rappresentare la lista civica, che poi ha riesumato, da quello che mi sembra di capire. Dal mio punto di vista, e dal punto di vista di alcuni altri associati, quella sua scelta è stata errata e inopportuna».
Diego Difino, dunque, non rappresenta Rinascita Civica…
«Diego Difino rappresenta quello che lui vuole rappresentare non devo essere io a dirgli chi deve rappresentare».
Rimane, però, il fatto che Rinascita Civica non ha chiarito, o non ha voluto chiarire, questa situazione.
«Non si è espressa su questo punto perché è un argomento che non ci riguarda, ripeto, non essendo noi un’entità politica non dobbiamo essere rappresentati in consiglio comunale, a maggior ragione da parte di una persona che è stata eletta sotto un simbolo diverso e utilizza oggi un simbolo che all’epoca non esisteva neanche. Questa è la inopportunità della scelta fatta dal singolo».
Quindi, il fatto che Diego Difino abbia aderito alla coalizione messa su dal candidato sindaco Vincenzo Damato, non vi tocca minimamente?
«A me no».
E adesso, come Italia in Comune, vi interesserebbe una coalizione del genere?
«E’ prematuro parlare di questo. Italia in Comune si è appena costituita e non è matematico che partecipi alle amministrative. Ci siamo appena costituiti, siamo sul territorio, offriamo quest’altra possibilità ai cittadini che non condividessero oggi altre idee politiche. Offriamo questa nuova opportunità, poi, se avremo la capacità e la forza di partecipare alle amministrative, lo faremo volentieri».
Stiamo parlando non di una associazione, ma di un partito politico, quindi, nel caso doveste decidere di partecipare alla prossime, imminenti, amministrative, in quale area vi collocherete: centrosinistra, centrodestra, coalizione civica…
«Politicamente, questa è la nostra costituzione, la carta dei valori di Italia in Comune, che invito, poi, tutti a leggere. La carta dei valori è chiara, ci sono alcuni principi che noi dobbiamo comunque raggiungere».
Quali sono questi principi?
«Glieli posso leggere».
No, non me li legga, me ne dica qualcuno, magari quelli che ritiene più importanti.
«Allora, centralità della persona, partecipazione attiva del cittadino, europeismo, e questo a livello nazionale può essere importante. Tutte quelle forze che non credono nella partecipazione dell’Italia all’Europa, evidentemente sono lontane, ideologicamente, da Italia in Comune. Tutte le altre forze, quindi il panorama è abbastanza ampio, sono forze che possono dialogare tranquillamente con Italia in Comune».
Il discrimine è, quindi, essere filoeuropei o no, politicamente parlando.
«Essere protettivi nei confronti dei cittadini, piuttosto che discriminare alcune categorie di cittadini sia italiani che stranieri; insomma il rispetto della persona. Ci sono forze politiche abbastanza estreme in Italia che non condividono pienamente questi principi e questo è il discrimine che porta a dialogare con una forza piuttosto che con l’altra. Esiste il gruppo, ci stiamo formalmente per costituire, dire da oggi che parteciperemo con una lista alle amministrative è…».
Però, il periodo in cui vi siete costituiti non è casuale. Vi costituite cinque mesi prime delle elezioni comunali, è facile pensare che abbiate interesse a parteciparvi, il che sarebbe ampiamente legittimo…
«Le spiego la tempistica. Italia in Comune si è costituita a livello nazione il 5 maggio del 2018».
Mi riferisco a Rutigliano.
«Non potevamo costituirci un anno fa perché non esisteva ancora Italia in Comune che si è -ripeto- costituita, a livello nazionale, il 5 maggio 2018. Dopodiché ha tentato di radicarsi sui territori, in Puglia ha avuto un certo successo, tant’è che ci sono molti sindaci che hanno già aderito a Italia in Comune, da Michele Abbaticchio che è referente regionale, a Giuseppe Nitti, sindaco di Casamassima, segretario provinciale e anche altri sindaci e amministratori, che stanno aderendo. Per cui è chiaro che, Italia in Comune, ha una vita talmente breve, recente, che forzatamente è stato chiesto di farla conoscere a Rutigliano e l’abbiamo fatto volentieri. Ovviamente è successo ora perché ora è il momento in cui Italia in Comune si sta radicando sul territorio. Si è colto l’occasione delle amministrative perché è il momento in cui si parla di politica, si discute di più di politica, ma questo non vuol dire -ripeto- che saremo in grado o vorremo fare una lista per partecipare alle amministrative o esprimere un candidato sindaco».
Nel caso il PD vi dovesse proporre di far parte di una coalizione di centrosinistra a Rutigliano?
«In questo momento, piuttosto che parlare di coalizioni…».
Non necessariamente, mi riferisco all’area politica. Anche perché alle iniziative di Italia in Comune, a livello nazionale, vedo partecipare molti sindaci di centrosinistra, diversi esponenti di centrosinistra e del PD. Noto, quindi, un indirizzo che va da quella parte.
«Una collocazione più o meno naturale c’è…».
Che è il centrosinistra.
«Il centrosinistra, ma, ripeto, non chiude le porte a nessun altro. Cioè, se c’è uno scontento del centrodestra che non vede più il centrodestra come la sua casa politica, non troverà mai le porte chiuse in Italia in Comune».
Il centrodestra oggi è la Lega, FdI e FI.
«Le ho già detto qual è il discrimine, determinate persone o correnti non possono entrare a far parte di Italia in Comune. Al di fuori di quello, chiunque può entrare a far parte di Italia in Comune. A maggior ragione a livello locale, la parte ideologica conta ma fino a un certo punto; contano le persone, la condivisione di progetti concreti per il territorio. Noi per ora pensiamo a quello e stiamo anche discutendo di questo con rappresentanti politici del territorio per trovare la condivisione rispetto a dei progetti, se poi quei progetti diventeranno, un domani, una condivisione sotto forma di alleanze, coalizione e quant’altro, lo vedremo».
Vi state incontrando, con chi?
«Un po’ con tutti».
Cosa significa, anche col centrodestra?
«Glielo già detto, escluso il centrodestra per una questione prettamente ideologica, che non è solo la questione europea».
La politica sugli immigrati…
«La politica sociale e quant’altro. Questa è la posizione di Italia in Comune».
Rispetto, invece, all’amministrazione Romagno e ai suoi cinque anni di governo, qual è il vostro giudizio?
«Io, a livello personale, le dico che c’è una certa insoddisfazione da parte di molti a Rutigliano per l’operato dell’ultima amministrazione. Questo credo che sia talmente palese ed evidente che scopro, un po’, l’acqua calda, insomma. Non faccio altro che confermare quelle che sono le critiche da parte della comunità all’amministrazione».