Esordio del neoconsigliere Diego Difino, critica l’amministrazione ma vota come la maggioranza
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- Pubblicato Martedì, 02 Ottobre 2018 21:56
- Scritto da La redazione
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Un esordio “aggressivo” e contradditorio quello del neoconsigliere comunale Diego Difino, subentrato all'autodimesso Nicola Giampaolo a pochi mesi dallo scioglimento del consiglio comunale.
Dopo la votazione della delibera di surroga, passata all’unanimità, il presidente Michele Maggiorano ha rivolto un saluto all’ex consigliere Giampaolo dicendo che il «lavoro svolto nei quattro anni e mezzo di consiliatura è stato un attimino anche colorito per certi versi, però ha contribuito in modo attivo» alla discussione sui provvedimenti che si sono portati in consiglio. Invitato dallo stesso presidente a prendere posto tra gli scranni consiliari e ad intervenire, il neoconsigliere ha esordito polemizzando con una certa aggressività.
«Innanzi tutto la ringrazio per avermi presentato» ha detto il da poco consigliere rivolto al presidente. «Però -ha aggiunto- le sue parole mi lasciano un po’ sbalordito. “Colorito”, una persona che non è presente in aula, non si può difendere, lei utilizza il termine "colorito". E’ qualcosa di… dal mio punto di vista francamente non lo concepisco». Ancora: «Anch’io voglio ringraziare pubblicamente il consigliere Nicola Giampaolo per l’attività consiliare che ha svolto in questi quattro anni e mezzo, al di là del termine “colorito”. Ribadisco nuovamente». Insomma, il termine “colorito” in riferimento all’ex consigliere proprio non gli è piaciuto. Il presidente ha, poi, spiegato che quel termine l’ha usato in modo positivo, per i rapporti di amicizia che ha con Nicola Giampaolo.
Ma, al di là di questa prima scaramuccia, tutto sommato di poco conto, le cose interessanti Diego Difino le ha aggiunte dopo. Ha criticato l’amministrazione sulla IUC, sulla TARI, sugli incarichi professionali e ha illustrato i punti del suo manifesto politico, suo e del «movimento» che vuole rappresentare in consiglio comunale. Stamattina stessa, infatti, ha detto di aver «protocollato» al comune «l’istanza di adesione per il movimento civico “Rinascita Civica”». Ricordo che Rinascita Civica è nata dopo le elezioni amministrative del 2014 su iniziativa di persone che avevano sostenuto -con le rispettive liste- la candidatura a sindaco di Nicola Giampaolo, dopo che questi aveva aderito a “Realtà Italia”, partito presente in consiglio regionale che a Rutigliano, a quelle elezioni comunali, si è presentato nella coalizione del PD con candidato sindaco Minguccio Altieri.
Quindi, Difino non rappresenta la lista “Insieme si può”, grazie alla quale oggi è in consiglio comunale. Ha fatto come Nicola Giampaolo, suo ex leader (non sappiamo se lo è ancora): una volta eletto, ha politicamente rappresentato un’altra cosa. Rinascita Civica, quindi, da oggi non è più «un movimento di cittadinanza attiva», come lo ha definito il suo rappresentante in consiglio, ma un movimento politico, un partito.
Ma dove si è collocato, rispetto all’emiciclo consiliare, il consigliere di Rinascita Civica? «Noi -ha ribadito- non stiamo né a destra, né a sinistra; non siamo né in maggioranza, né in opposizione». Equidistante? Non si è capito bene, perché Difino ha approvato, col suo voto favorevole, il secondo punto all’ordine del giorno: “Bilancio consolidato esercizio 2017 - Presa d'atto dell'inesistenza di enti, organismi e società da consolidare”. Un provvedimento la cui premessa richiama, nelle sue prime battute, il rendiconto di gestione del 2017, atto politico-amministrativo fondamentale per una amministrazione comunale, come il bilancio di previsione. Il primo voto della sua prima esperienza in consiglio comunale, Difino, dunque, lo ha espresso con -o come- la maggioranza.
L’altra dichiarazione è stata sul gettone di presenza. «Noi rinunciamo (io, però, sono semplicemente il portavoce di un gruppo), rinunciamo -ha detto- totalmente al gettone di presenza. Abbiamo fatto questa decisione, quindi, fino alla legislatura corrente noi decidiamo, lo ribadiamo questo concetto, magari altri consiglieri comunali potranno contribuire a questa causa, di rinunciare alla presenza del gettone di presenza. Ok?».
Insomma, rinuncia a circa 21 euro lordi a seduta di consiglio comunale, come da anni fanno i due consiglieri del PD Giuseppe Valenzano e Antonella Berardi.