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Chi entra in consiglio comunale al posto del consigliere Giampaolo?

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di Gianni Nicastro

Nicola Giampaolo ha dato le dimissioni da consigliere a decorrere dal 14 settembre prossimo. Giampaolo, dunque, lascia il consiglio comunale in piena Festa del SS. Crocifisso; c’è chi sostiene che le sue dimissioni siano da ascrivere a una sorta di miracolo che la sacra scultura lignea avrebbe fatto alla città di Rutigliano. Non sappiamo se sia davvero così e neanche sappiamo bene cosa abbia spinto Nicola Giampaolo a dimettersi pochi mesi prima la fine naturale della consiliatura.

Lui, nella lettera di dimissioni, scrive che si tratta di “incombenze  extra  politiche”  di “priorità professionali”, “di studio e ricerca, e impegni politici” che lo vedrebbero “coinvolto” in “importanti progetti socio-culturali in diversi territori italiani”. Insomma, si è dimesso per impegni di alto profilo stando a quello che lui stesso ha scritto con la solita prosopopea.

A me, circa un mese fa, ha detto che si sarebbe dimesso il 14 settembre per via di una sua candidatura alle elezioni europee nel partito della Lega, ma, nella lettera, di questa candidatura lui non fa menzione; forse Salvini ha preferito un altro candidato, più importante e più facoltoso di lui, magari pure di Rutigliano.
Ma, al di là delle motivazioni -addotte o recondite- di questa sua scelta, alle dimissioni corrisponderà la surroga in consiglio comunale. E chi è il primo dei non eletti e, soprattutto, da quale lista dell’opposizione scatterà?
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Ricordo che Nicola Giampaolo è stato candidato sindaco di una coalizione di dodici liste che ha racimolato, complessivamente, 1045 voti. La lista che ha preso più voti -365- è stata “Insieme si può”, quella che ha preso meno voti, 10 (dei quali uno solo con preferenza espressa), si chiama “Contro le mafie terra libera”. Dodici liste con una media di 87 voti a lista hanno prodotto “0 seggi”, come si legge al capitolo 23 del verbale delle operazioni dell’ufficio elettorale centrale intitolato “Riparto dei seggi tra le liste nell’ambito di ciascun gruppo di liste”. Come abbia fatto l’ufficio centrale a proclamare eletto Nicola Giampaolo nel 2014 nonostante le sue liste non abbiano preso neanche un seggio, non si capisce bene; ma di questo accenno più giù.

Per capire a chi andrà il seggio che si libera con le dimissioni di Giampaolo, si deve andare al capitolo 22 del verbale prima citato, ed esattamente a pagina 141, dove si evince il riparto dei sei seggi rimanenti dopo l’assegnazione del premio di maggioranza (qui). Il capitolo riporta la graduatoria dei quozienti elettorali più alti nel numero di sei, cioè tanti quozienti quanti sono i seggi da distribuire all’opposizione. Ci sono cinque quozienti della coalizione del candidato sindaco Minguccio Altieri (simboli da “21 a 26”) e un quoziente della coalizione dell’omologo candidato Nicola Giampaolo (simboli da “1 a 12”). Quindi, su sei seggi cinque sono stati assegnati alla coalidimissione-giampaolo-bis-2zione di Minguccio Altieri, ma i consiglieri eletti dalle liste sono quattro (due del PD, due del NCD) perché il quinto seggio della coalizione “Vuoi vedere che…” lo ha preso il suo candidato sindaco non eletto Minguccio Altieri. Alle liste da “1 a 12”, in quel capitolo, è attribuito un solo quoziente -1045,00- che corrisponde alla cifra elettorale dell’intera coalizione. Nicola Giampaolo, dunque, sembra sia stato eletto grazie ai voti complessivi delle sue dodici liste e non perché “almeno” una delle sue lista abbia avuto un seggio. Venuto meno Giampaolo, e non avendo nessuna lista a lui collegata avuto seggi, il seggio liberato dalle sue dimissioni dovrebbe andare al quinto quoziente scattato alla coalizione di Minguccio Altieri.

Al capitolo 23 del verbale delle operazione del seggio centrale, esattamente a pag. 147, è riportata la graduatoria dei quattro quozienti delle liste da “21 a 26”. Il quoziente più basso, il quarto, è 606,00 del NCD; quello successivo dovrebbe appartenere alla lista “Progetto Città” con i suoi 570 voti. Il seggio a Progetto Città significa che Giampaolo dovrebbe essere surrogato dal candidato consigliere più suffragato di questa lista, che risulta essere Giovanni Albanese (142 voti).

Di questa vicenda la cosa che suscita perplessità è la stessa attribuzione del seggio -nel 2014- a Nicola Giampaolo alla luce del comma 11 dell’art. 73 del D. Lgs 267/2000 che dice: “Una volta determinato il numero dei seggi spettanti a ciascuna lista o gruppo di liste collegate, sono in primo luogo proclamati eletti alla carica di consigliere i candidati alla carica di sindaco, non risultati eletti, collegati a ciascuna lista che abbia ottenuto almeno un seggio.

Dietro al seggio dato al candidato sindaco non eletto Minguccio Altieri c’è un seggio “vero”, il quinto, dovuto al quinto quoziente elettorale attribuito alle liste da “21 a 26”, come si evince a pag. 141 del verbale dell’ufficio centrale più volte citato; un seggio che sarebbe andato alla lista Progetto Città se la coalizione non lo avesse ceduto al suo candidato sindaco non eletto. Dietro l’elezione di Nicola Giampaolo, invece, non c’è nessun seggio perché a nessuna delle dodici liste della sua coalizione -come accennato prima- ne è stato attribuito uno.

Nel 2014 è successo anche in altri comuni che un candidato sindaco non eletto sia entrato in consiglio comunale anche se la lista, o le liste a lui collegate non abbiano ottenuto seggi. Due sono le cose: o io interpreto male il comma 11, o qualcuno dovrebbe meglio spiegare l’arcano.

 

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