Cimitero "a pagamento", la ditta corregge la doppia IVA sulle tariffe
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- Pubblicato Giovedì, 09 Marzo 2017 17:29
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Tutti i servizi cimiteriali che prima erano inclusi nel costo dell’appalto, da qualche giorno sono a carico degli utenti. I cittadini pagheranno di tasca propria inumazione, tumulazione, esumazione, estumulazione... Un salasso senza precedenti se si considera che fino a qualche giorno fa, appunto, per questi servizi i cittadini non pagavano nulla. Tutto questo sta avvenendo senza che né sindaco, né amministrazione e neanche i consiglieri comunali, abbiano informato la cittadinanza.
Ma, al di là del salasso, due cose hanno attirato la nostra attenzione: le tariffe stabilite dalla nuova ditta appaltatrice sulle quali è stata calcolata l’Iva due volte e l’aver “assimilato” le tariffe delle operazioni cimiteriali ai servizi a domanda individuale citando un decreto ministeriale (DM) che nulla dice in merito.
Tariffa con doppia IVA, errore corretto
Qui sotto la tabella del “tariffario” -posto a base di gara- che si trova nel “capitolato tecnico di appalto”.
“Le tariffe sopra riportate sono comprensive di IVA” è scritto nel capitolato, dove si legge ancora che, su queste tariffe, “verrà applicato il ribasso d’asta offerto in sede di gara”. Per determinare le tariffe la ditta deve, quindi, applicare il ribasso offerto, che è del 21,560%, su un prezzo unitario già IVA inclusa. Esempio: “Esecuzione di inumazione” € 140 meno il ribasso (€ 30,184) = € 109,816. La tariffa che i cittadini devono pagare per le esumazioni è di € 109,816 IVA inclusa.
Il manifesto che la “Ditta Franeco S.r.l.” di Campi Salentina (LE), aggiudicatrice dell’appalto, esposto all’ingresso del cimitero, per lo stesso servizio riporta, invece, una tariffa di € 133,98. Ci sono € 24,164 (22%) in più rispetto a quei 109,816 euro. La ditta, in effetti, nella tabella esposta al cimitero riporta alla voce “P.U. (prezzo unitario)” € 109,82, ma nella colonna successiva, denominata “Costo Totale”, riporta € 133,98 che altro non sono che gli € 109,82 più il 22% di IVA (€ 24,164 appunto). Quindi, la “Ditta Franeco” ha applicato l’IVA su una tariffa posta a base di gara già ivata, come si legge nel capitolato. In sostanza, ha applicato due volte l’IVA producendo un effetto distorsivo sul ribasso che, stando alle tariffe esposte, risulta del 6,2% anziché del 21,560%.
Secondo noi le tariffe dovrebbero essere riviste sulla base di quello che dice il capitolato senza ricaricare l’IVA perché lo stesso capitolato propone una tariffa già IVA inclusa.
Ora, abbiamo chiamato stamattina la “Ditta Franeco” per chiedere spiegazioni circa la doppia Iva calcolata, ci ha risposto Giannico Piccione, responsabile dell’azienda. Ha voluto verificare quanto da noi riferito, dopodiché ci ha richiamato confermando la doppia Iva. «In effetti c’è stato un errore da parte nostra» ci ha detto il sig. Piccione. «C’è stato un disguido, sono stati comunicati al nostro operatore i prezzi comprensivi di IVA su cui il programma, in automatico, ha applicato l’IVA. Giustamente, come ha osservato lei, l’IVA viene applicata due volte», ha aggiunto il responsabile della ditta. «Ho già contattato il mio operatore al cimitero -ha concluso il sig. Piccione- ho fatto togliere i prezzari, stiamo provvedendo a correggerli e in giornata esporremo i nuovi prezzari. I signori che hanno pagato verranno ricontattati e gli verrà restituita la somma pagata in più».
Oltre alla ditta, stamattina Rutiglianoonline ha informato della vicenda anche il sindaco e il direttore di ragioneria del comune di Rutigliano, i quali si sono immediatamente attivati. Alle ore 13:13 la “Ditta Franeco” ha inviato una PEC al comune -e a noi- con la quale rimette a posto le tariffe (vedi link qui sotto).
Risolto il problema dell’Iva sulle tariffe, rimane intatta la scelta politica -fatta non si capisce bene da chi- di far pagare ai cittadini le operazione cimiteriali.
Servizio a domanda individuale
Le operazioni cimiteriali (inumazione, tumulazione...), come già detto, nella vecchia gestione -ad opera della “Ariete Soc. Coop.” di Modugno- non erano a carico degli utenti; con la nuova gara appena aggiudicata questi servizi sono a totale carico degli utenti sotto forma di servizi a domanda individuale.
Nel capitolato prima citato si legge, infatti, che “Le tariffe, su cui verrà applicato il ribasso d’asta offerto in sede di gara, riguardano il pagamento dei servizi a domanda individuale a cui sono assimilate le operazioni cimiteriali sopra riportate a norma del Decreto Ministeriale del 31 dicembre 1983 ‘Individuazione delle categorie dei servizi pubblici locali a domanda individuale’ e sono poste a carico dell'utenza richiedente”.
Questa scelta è stata giustificata, ufficiosamente (in merito non c'è nulla di ufficiale), dalle ristrettezze del bilancio comunale; il comune non può più permettersi di accollarsi l’intero costo della gestione e scarica sui cittadini una parte di questo costo. Un costo totale del nuovo appalto che comprende anche un servizio incluso nella vecchia gestione solo nel 2016, la guardiania e la sorveglianza che, da solo, incide per 36.000 euro su un costo annuale complessivo di 64.000 aggiudicato alla “Ditta Franeco”.
Il ragionamento del comune, dunque, è stato questo: escludiamo dal canone le operazioni cimiteriali così il comune risparmia. Ma quanto ha risparmiato, il comune, caricando sui cittadini l’intero costo delle operazioni cimiteriali? Appena 11.000 euro perché, ci riferiscono dalla ragioneria dello stesso comune, all’Ariete nel 2016 è stato pagato un costo di 75.000 euro comprensivi di custode e dei costi delle operazioni cimiteriali. Con la vecchia gestione, quindi, a un costo di 75.000 euro i cittadini non pagavano nulla e al comune veniva garantita anche la presenza del custode.
Se calcoliamo il costo complessivo presunto dei servizi cimiteriali, che ricaviamo dalle quantità presunte delle operazioni cimiteriali per voce indicate nel capitolato e moltiplicate per le varie tariffe con l’IVA corretta, i cittadini parteciperanno con un costo di 25.000 euro l’anno attraverso i servizi a domanda individuale. In sostanza, se il comune -volendo mantenere la gratuità dei servizi- avesse inserito nel nuovo appalto anche il costo delle operazioni cimiteriali, il costo complessivo dello stesso appalto presumiamo sarebbe stato di 89.000 euro, 14.000 euro in più di quanto pagato alla Ariete.
Tutto sommato, al comune conveniva mantenere i costi delle operazioni cimiteriali nel canone di appalto ponendo a base di gara il costo effettivo sopportato in un anno con la vecchia gestione, cioè 75.000 euro.
Ritorniamo, in ultimo, sulla questione del rimando al DM 31 dicembre 1983 citato prima il quale, stando a quanto scritto nel capitolato, normerebbe l’assimilazione delle operazioni cimiteriali ai servizi a domanda individuale. Abbiamo dato una occhiata a questo DM e non abbiamo trovato nessun passaggio con il quale “normerebbe” l’assimilazione delle operazioni cimiteriali ai servizi a domanda individuale, questi servizi non li troviamo neppure nell’elenco che “individua esattamente le categorie dei servizi pubblici locali a domanda individuale, per i quali gli enti locali sono tenuti a chiedere la contribuzione degli utenti, anche a carattere non generalizzato”, citazione testuale dello stesso DM.
Al punto “18)” dell’elenco, il DM prevede “Trasporti funebri, pompe funebri e illuminazione votiva”, nulla a che fare con i servizi cimiteriali che qui stiamo trattando. La stessa dicitura del punto 18 di quell’elenco la ritroviamo, pari pari, nella delibera che disciplina le tariffe dei servizi a domanda individuale (la n. 86 del 30/04/2016) allegata al bilancio di previsione 2016 del comune di Rutigliano. Quindi, né il DM, né la delibera comunale che lo cita, prevedono le operazioni cimiteriali nei servizi a domanda individuale.
Non sappiamo se questa non menzione nella norma e nella delibera attualmente in vigore, possa inficiare la legittimità del passaggio delle operazioni cimiteriali ai servizi a domanda individuale. Quello che sappiamo è un fatto politicamente importante: nell’atto di indirizzo che è a monte della indizione della gara d’appalto in questione, non si fa menzione alcuna al pagamento da parte dei cittadini delle operazioni cimiteriali.
L’atto di indirizzo è la delibera di giunta comunale n.132 del 29/06/2016 con oggetto “Affidamento servizi cimiteriali-provvedimenti-indirizzi per esercizi 2016-2018”. Con questo atto la giunta ha deliberato “di demandare al Responsabile dei Servizi cimiteriali (...), l'avvio di procedure per un'unica gara per l'affidamento delle incombenze relative: ai servizi cimiteriali; ai servizi di apertura al pubblico, della custodia e della sorveglianza del cimitero; di tutte le operazioni cimiteriali; della manutenzione del verde; della pulizia dell'area cimiteriale, per un importo complessivo annuo di € 64.000,00”. Dunque, stando a quanto si legge, nello “importo complessivo annuo di € 64.000” la delibera include anche le “operazioni cimiteriali” che nel capitolato ritroviamo, invece, a carico dei cittadini come servizi a domanda individuale. Ci sembra come minimo strano che la giunta dica una cosa, gli atti di gara ne dicano un’altra.
Al di là delle incongruenze qui fatte notare, sulle quali -si spera- sindaco, amministrazione o funzionario, diano delle spiegazioni, quella di far pagare ai cittadini questi servizi può essere, certo, una scelta politica legittima. Fatta così, però, con una estrema generalizzazione, dalla quale il DM mette in guardia quando dice “anche a carattere non generalizzato”, non prevedendo riduzioni o esenzioni legati al reddito ISEE -come lo stesso comune fa per gli altri servizi a domanda individuale-, questa scelta produce costi che si ripercuoteranno sulla popolazione a basso reddito, meno abbiente, come una operazione di “macelleria sociale”, di aumento indiscriminato dei costi di un servizio pubblico.
Una persona anziana pensionata al minimo, alla quale il comune mandi una lettera di esumazione del proprio defunto perché passati dieci anni, si ritroverà a pagare, da oggi, € 101,97 per “esumazione di resti mortali inumati” ed € 62,75 per “traslazione resti mortali o ceneri”, come da tariffario corretto. Un costo complessivo di € 164,72 più l’eventuale acquisto di una specifica cassetta dentro cui sistemare i resti.
Se, a questo punto, l’amministrazione Romagno2bis vuole fare la cosa giusta, deve rivedere la scelta di far pagare ai cittadini quei costi perlomeno prevedendo una contribuzione, per questi nuovi servizi a domanda individuale, legata al reddito e non indiscriminata. Perchè la politica non può pensare che tutti i cittadini siano uguali, che tutti siano ricchi, che tutti possano permettersi di contribuire alla stessa maniera per l'accesso ai servizi pubblici a pagamento.
Come si possa intervenire a gara d’appalto aggiudicata, è un problema tutto del sindaco, della sua nuova giunta e dei loro nove consiglieri di maggioranza.
Clicca qui per leggere la lettera della "Ditta Franeco" e il nuovo tariffario