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Illuminazione ai privati, lo studio di fattibilità smentisce l’assessore

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di Gianni Nicastro

Quanti sanno davvero cosa prevede il progetto di finanza che privatizza l’illuminazione pubblica a Rutigliano? Probabilmente in pochi, forse nessuno, anche se è tutto nero su bianco nello studio di fattibilità approvato l’1 marzo scorso dalla Romagno2. E quello che si legge in questo studio di fattibilità smentisce, anche in modo eclatante, le dichiarazioni del sindaco fatte in consiglio comunale il 6 marzo scorso e quelle dell’assessore alle politiche energetiche, Giuseppe Rocco Poli, fatte nell’intervista pubblicata qualche giorno fa su Rutiglianoonline (qui).

«Partiamo dalle somme che si spendono oggi in termini non solo di energia elettrica, non solo di manutenzione ordinaria, ma anche di manutenzione straordinaria su un impianto, che è di conoscenza di tutti, essere un impianto di pubblica illuminazione ormai eccessivamente vetusto.  (…) Mi sono sentito dire, rispetto a quelle situazioni che c’erano dei problemi sulle linee, che c’erano dei problemi sui quadri elettrici, che bisognava intervenire perché gli impianti, ormai, sono eccessivamente datati, quindi, necessitano di questo tipo di interventi», è quanto ha detto Roberto Romagno nel consiglio comunale del 6 marzo scorso lasciando intendere che l’efficientamento energetico in questione ammodernerà l’impianto “vetusto”, “datato”; il che, in questi termini, non è vero, come vedremo.

L’assessore alle politiche energetiche, Giuseppe Rocco poli, è stato ancora più preciso del sindaco sul cosa deve fare il privato con l’efficientamento energetico. Nell’intervista prima citata ha dichiarato questo: «Sull’efficientamento energetico non si può non essere d’accordo, ovviamente, là dove c’erano costi di gestione, di manutenzione straordinaria, eccessivi. C’è da mettere a norma l’intero impianto, c’è da rinnovarlo completamente». E’ ovvio che non si possa non essere d’accordo sull’efficientamento energetico, ma al di là dell’ovvio, l’assessore qui ha detto una cosa precisa, che l’impianto «c’è da rinnovarlo tutto», cosa che ha ripetuto più volte. «Questo è stato inserito anche nel programma; anche nei programmi elettorali precedenti, mi pare, da quello che mi consta, ci fosse questo principio dell’efficientamento energetico (…), proprio per abbattere i costi e soprattutto avere l’impianto completamente rinnovato in tutto e per tutto, non soltanto le lampadine, ma proprio l’intero impianto».
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Dunque, il sindaco ha parlato di un impianto vetusto e datato, l’assessore ha detto -convinto- che con l’efficientamento energetico i costi saranno abbattuti, l’impianto «completamente rinnovato», addirittura, «in tutto e per tutto, non soltanto le lampadine, ma proprio l’intero impianto». Ma è davvero così? E’ vero che il comune con questo efficientamento energetico abbatterà i costi? E’ vero che il privato che vincerà la gara rinnoverà «l’intero impianto», cioè, insieme alle “lampadine” e ai quadri, anche tutti i pali e tutte le linee elettriche? Non è vero! Non è per niente vero e non si capisce per quale motivo l’assessore abbia detto tutte quelle enormità.

Quello che faranno
Per sapere bastava che l'assessore avesse letto lo studio di fattibilità o, almeno, la tabella del “Calcolo sommario di spesa” (qui), l’equivalente ristretto del computo metrico estimativo che accompagna i progetti veri e propri. L’efficientamento energetico approvato consiste, sostanzialmente, nella fornitura e posa di 2004 corpi illuminanti (a LED) su un totale di 2313 corpi illuminanti/punti luce; cambieranno 100 pali dell’illuminazione su 1355 esistenti; metteranno a norma/sostituiranno 49 quadri elettrici e metteranno a nuovo solo 1000 metri di line elettrica su 30 km di strade comunali, quindi su 30.000 metri di linee elettriche interrate, senza considerare le linee aeree. In altri termini, ammoderneranno e metteranno a norma l’86% dei corpi illuminanti, il 100% dei quadri elettrici, il 7% dei pali e solo il 3,3% delle linee elettriche. Poco rispetto “all’intero impianto” di illuminazione pubblica di cui ha parlato l'assessore alle politiche energetiche.

L’abbattimento dei costi? Una frottola
Ci sarebbe l’abbattimento dei costi e un ammodernamento molto più ampio se il comune gestisse in proprio l’efficientamento energetico, come si vedrà più avanti. Con lo studio di fattibilità in questione, invece, no. I costi attuali, cioè 573.000 euro/anno Iva inclusa, il comune li pagherà al privato appaltatore per vent’anni, senza nessun risparmio, anzi, con i prevedibili aumenti annuali dovuti all’aumento ISTAT dei prezzi così come è scritto nella bozza di convenzione. Eppure l’assessore parla di abbattimento dei costi, non solo. Anche la delibera (la n.25 del 27 febbraio 2019) con cui la giunta ha dato gli indirizzi sull’efficientamento energetico, parla di “riduzione dei costi di gestione e manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica”. Non è così.

Un’altra grande frottola, che si legge negli atti amministrativi e nello stesso studio di fattibilità, è quella secondo cui il privato farà la manutenzione straordinaria. Non è vero! E la smentita viene direttamente dal capitolato speciale d’appalto e dalla bozza di convenzione.

Alla voce “3. Corrispettivo” del capitolato, si legge questo: “Il corrispettivo per il servizio oggetto dell’appalto è costituito da un canone annuale ‐a base di gara‐ pari ad € 461.530,76 oltre IVA, destinato a coprire il consumo di elettricità, la gestione comprensiva di manutenzione ordinaria e programmata‐preventiva, del servizio oggetto del partenariato e l’adeguamento degli impianti alle normative vigenti”. Qui la straordinaria non è citata, si legge solo che il canone copre la “manutenzione ordinaria e programmata‐preventiva”. La straordinaria, quindi, continuerà ad essere pagata dal comune, è un costo extra canone, come si legge nella bozza di convenzione all’art. 12 denominato proprio “Interventi extra canone”: “L’Amministrazione Comunale, a sua discrezione e previa sua richiesta, si riserva di richiedere all’Aggiudicatario di effettuare interventi di manutenzione straordinaria o ampliamento, i cui corrispettivi saranno calcolati extra canone”. Dunque, se -per esempio- un fulmine brucia le linee e le lampade di un’intera dorsale elettrica, sarà il comune a pagare l’intervento straordinario, non il privato.

Qui c’è da far notare un fatto che l’assessore, il sindaco e l’ing. Carlo Ottomano, firmatario dello studio di fattibilità, devono chiarire. La manutenzione straordinaria, come si evince dal capitolato e si legge nella bozza di convenzione, è a carico del comune, ma il comune comunque la paga al privato gestore perché è una delle voci di costo che compongono il canone. Ecco qui sotto la tabella del “Quadro economico canone annuo” da cui si evincono tutte le voci che compongono l’importo dello stesso canone, netto e lordo:

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Al punto 3 della tabella si legge “Manutenzione straordinaria € 49.180,33” Iva esclusa. Il comune, dunque, pagherà, nel canone, 49.000 euro di manutenzione straordinaria e gli stessi interventi di manutenzione straordinaria la bozza di convenzione dice che sono extra canone, cioè a spese del comune. Come si risolve questa cosa? Sindaco, assessore e tecnico comunale ce lo devono spiegare. Dal momento che quella somma è nel canone, sarebbe più coerente, o più giusto, che il privato appaltatore fosse tenuto a fare la manutenzione straordinaria a sue spese nei limiti di quei 49.000 euro, oltre sarebbe il comune a pagare. Ma non è così, la straordinaria è tutta a carico del comune.

L’investimento e i costi
Ora, chi ci guadagna e chi ci perde dalla privatizzazione dell’illuminazione pubblica versione Rutigliano? Prima di rispondere a questa domanda, vediamo più nel dettaglio qual è l’investimento e quali sono i costi dell’efficientamento energetico targato Romagno-Poli.

Il costo dell’investimento è a carico del privato che, in cambio della gestione per vent’anni dell’illuminazione pubblica, spenderà 1.853.000 euro in “ammodernamento” e “messa a norma” dell’impianto. Nella Relazione tecnica generale dello studio di fattibilità si legge che “L’impianto di illuminazione esistente si compone di 2313 punti luce" e che i costi sono quelli indicati nella tabella del Quadro economico canone anno. Il corrispettivo annuale a base di gara lo si legge nel capitolato ed è di "€ 461.530,76 oltre IVA”, canone che il comune pagherà al gestore privato. Quindi, per l’illuminazione pubblica oggi il comune paga un costo annuo complessivo di 470.485 euro, con la privatizzazione pagherà un costo annuo di 461.530 euro. Riassumendo: a fronte di un investimento privato di 1.853.328 euro, il comune di Rutigliano corrisponderà, a quello stesso privato, un canone annuale di 461.530 euro più Iva per 20 anni, cioè 11.261.332 euro.

Il Capitolato speciale d’appalto riporta anche il risparmio economico che l’efficientamento energetico produrrà. Al capitolo “6. Piano Economico‐Finanziario” si legge che la “sostituzione delle lampade ai vapori di mercurio e lampade ai vapori di sodio”, la “messa a norma degli impianti e il miglioramento delle modalità di gestione del servizio” e la “installazione armature led” produrranno un “risparmio presunto” di “190.485,63 €/anno”, risparmio interamente appannaggio del privato.

Chi ci guadagna, chi ci perde
Lo studio di fattibilità non dice cosa succederebbe se, sulla base dello stesso investimento, degli stessi costi e dello stesso risparmio, fosse il comune a realizzare in proprio l’efficientamento energetico continuando a gestire l’illuminazione pubblica. Ecco indicativamente il calcolo con una precisazione: il risparmio energetico è calcolato dal secondo anno, quindi per 19 anni, questo perché non si conoscono i tempi entro cui saranno svolti i lavori di efficientamento.

GESTIONE COMUNALE (costo e investimento Iva inclusa)
• Costo attuale
    € 573.991 x anni 20= € 11.479.820
• Investimento efficientamento energetico
    € 1.853.328
• Costo attuale + Investimento
    € 11.479.834 + € 1.853.328= € 13.333.148 (costo totale)
• Risparmio energetico (LED)
    190.485 €/anno x anni 19= € 3.615.215
• Costo totale -risparmio energetico
    € 13.333.148 -€ 3.615.215= € 9.717.933
Risparmio in 20 anni sul costo totale € 1.761.887 (€ 11.479.820 - € 9.717.933)

Il bilancio economico della gestione comunale dell’efficientamento energetico in 20 anni sarebbe, dunque, di 9.717.933 euro. Sulla base dei numeri che lo stesso studio di fattibilità riporta, la gestione in proprio dell’efficientamento energetico farebbe risparmiare al comune 1.761.887 euro sul costo attuale. Faccio qui notare una cosa: così come si evince dal “Calcolo sommario di spesa” allegato allo studio di fattibilità, il privato metterà a nuovo soltanto 1000 metri di linea elettrica su 30 km di strade comunali ai quali si aggiungono i km di linee aeree. Solo 1000 a un costo di 115 euro a metro; in ammodernamento delle linee elettriche il privato investirà quindi 115.000 euro. Il comune col risparmio di 1.761.887 euro che la gestione in proprio dell’efficientamento energetico produrrà, potrebbe portare il rinnovamento delle linee elettriche a 15.000 metri, il che significa che avrà ammodernato la metà delle linee elettriche interrate nei 30 km di strade comunali presenti a Rutigliano, oppure potrà scegliere di investire diversamente quello stesso risparmio.

Gestione privata
Qui il calcolo si fa più difficile, perché lo studio di fattibilità non dà indicazioni circa i tempi nei quali i lavori di efficientamento saranno realizzati, non sappiamo il piano di ammortamento rispetto al quale, nel Capitolato speciale d’appalto, si legge solo “un ritorno dell’investimento semplice di circa 9‐10 anni”. Non sappiamo i ricavi che il privato stima di incassare alla fine del contratto. Quello che, sulla base delle somme indicate nello studio di fattibilità, possiamo immaginare è il totale del canone in vent’anni, il totale dei risparmi -che si trasformano in guadagni- meno l’investimento in efficientamento che spetta al privato. Sarebbe, però un calcolo non preciso, approssimativo. Dovrebbe essere l’amministrazione comunale, o chi ha fatto lo studio di fattibilità, a dirci cosa spenderà il privato e cosa alla fine guadagnerà.

Che il privato ci guadagnerà è scontato; poco intelligente è, invece, a mio parere, che un’amministrazione comunale permetta a un privato di incassare profitti che potrebbe lei capitalizzare e utilizzare per ampliare l’ammodernamento e la messa a norma del suo impianto di pubblica illuminazione. E’ chiaro, quindi, chi ci perde e chi ci guadagna dalle modalità di efficientamento energetico scelte dalla Romagno2 a poco più di due mesi dallo scioglimento del consiglio comunale per fine mandato.

L’assessore Giuseppe Rocco Poli ritiene, invece, come si legge nell’intervista prima citata, che «il comune non» sia «in grado di efficientare tutto quanto l’impianto, rinnovarlo completamente». Lui ritiene che questo sia «in grado di farlo la ditta privata» perchè «la ditta privata ha le forze per sostenerlo immediatamente, mettere in sicurezza non soltanto l’impianto, ma mettere in sicurezza la cittadinanza». Addirittura!

 

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