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Puntoeacapo, report gruppo lettura del 12 marzo scorso

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“Per altre vette e altri sentieri”

Per molti, il protagonista assoluto de “Le otto montagne” di Paolo Cognetti è la “montagna”. Le descrizioni delle vette e delle scalate, accurate ed emozionanti, hanno fatto venire voglia di panorami montani anche a chi si definisce senza ombra di dubbio “amante del mare”.

Ma capita che, pagina dopo pagina, mentre l’autore narra la storia di Pietro, i lettori si dividono. Alcuni ammettono di aver accarezzato l’idea di trascorrere una vacanza sulle Alpi, altri confessano di aver maturato un’insolita insofferenza. Il fattore scatenante è lo stesso: la cura avuta nelle descrizioni ha entusiasmato una parte e infastidito l’altra.

A Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega dello scorso anno, va il merito di una scrittura semplice ed efficace. Un libro che “offre tante sollecitazioni” è stato detto; una storia in cui ciascuno ritrova un pezzo della propria vita.
Più di una volta, durante la discussione, la voce dei lettori ha tradito l’emozione di un ricordo a dimostrazione che “…L’estate cancella i ricordi proprio come scioglie la neve, ma il ghiacciaio è la neve degli inverni lontani, è il ricordo d’inverno che non vuole essere dimenticato”.
Qualcuno si è soffermato sul diverso temperamento di Pietro e Bruno i due amici protagonisti; altri quelle differenze di carattere le hanno interpretate quali aspetti di personalità in realtà molto simili.

“Le otto montagne” è un libro che celebra il legame con la natura, il valore dell’amicizia, l’importanza della famiglia. E proprio a proposito del rapporto genitori – figli la discussione si è fatta più intensa. “L’incomunicabilità e il silenzio sono reali” ha precisato una lettrice: “Il non detto ha un peso. E l’amarezza che ciascuno cova dentro sé stesso inquina il rapporto con l’altro”.
C’è stato chi ha parlato di stimoli e possibilità che i genitori più fortunati offrono ai figli e chi ha rivendicato la possibilità di riscatto sociale per tutti gli altri.


Varietà di opinioni ed emozioni ma per alcuni solo un’autentica commozione: “Da mio padre avevo imparato, molto tempo dopo aver smesso di seguirlo sui sentieri, che in certe vite esistono montagne a cui non è possibile tornare. Che nelle vite come la mia e la sua non si può tornare alla montagna che sta al centro di tutte le altre, e all’inizio della propria storia. E che non resta che vagare per le otto montagne per chi, come noi, sulla prima e più alta ha perso un amico”.  

Prossimo incontro: lunedì 16 aprile, ore 20.30 presso il Presidio del libro di Rutigliano - Torre Belvedere -  Rutigliano. Ci confronteremo su “L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio ed. Einaudi.

Attività a cura di Puntoeacapo
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Fb:@apspuntoeacapo


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