II circolo “A. Moro”, presentato il libro di Patrizia Rossini
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- Pubblicato Lunedì, 13 Giugno 2016 09:56
- Scritto da Teresa Gallone
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di Teresa Gallone
Rutigliano. Il II circolo “Aldo Moro” con la collaborazione della cartolibreria Barcadoro ha ospitato la scrittrice Patrizia Rossini per la presentazione della sua ultima fatica letteraria, “Punto e a capo… in nome dell’amore” (Gelsorosso edizioni). Hanno partecipato in qualità di relatori Gianni Capotorto, Luciano De Chirico, dirigente scolastico del II circolo, Nicola Valenzano e Saverio Abruzzese, psicologo e psicoterapeuta.
Patrizia Rossini ha fatto parte del team docente del II circolo “Aldo Moro” per 24 anni. Ora è dirigente scolastico nel capoluogo di regione e formatore di corsi di aggiornamento per docenti. Non nuova al lavoro letterario, nel 2008 è stata insignita del primo premio al concorso “Poesie e pRosa” per il suo “Travolta dal uno tsunami”.
La conferenza è stata aperta dal padrone di casa Luciano De Chirico seguito da Nicola Valenzano. Entrambi i dirigenti hanno condiviso con la platea le impressioni personali suscitate dalla lettura dell’opera della Rossini. Il fattore emotivo del lettore è stato messo in evidenza prima del contenuto proprio per la particolare valenza di quest’ultimo. “Punto e a capo” infatti è la trascrizione in romanzo di una storia vera con tratti angoscianti, la storia di Nina e degli abusi subiti durante la sua vita. Considerando la forte attualità del tema e il realismo della scrittura della Rossini, ciò che è emerso dai primi interventi dei relatori è stato in primis il coinvolgimento emotivo in negativo e le riflessioni conseguenti.
È seguito l’intervento dell’autrice che ha chiarito alcuni punti salienti della sua opera. Innanzitutto la Rossini ha sottolineato il doppio intento di incidere sulle coscienze affrontando una tematica così pregnante senza manomissioni letterarie e di comunicare un messaggio positivo, già evidente nel titolo. La risposta dei lettori dell’opera è indicativa dell’efficacia dell’opera della Rossini: dai commenti del pubblico è emersa l’acquisizione di una consapevolezza piena del tema affrontato e il conseguente confronto più critico con la realtà dato dal realismo sincero della scrittura dell’autrice.
Ha dato il suo contributo scientifico lo psicoterapeuta Saverio Abruzzese con dati indicativi a proposito del fenomeno della violenza sulle donne. Abruzzese ha messo subito in evidenza la necessità di porre l’accento sui carnefici più che sulle vittime, parlando di “violenza degli uomini” e in particolare della malattia del possesso che affligge il sesso maschile, causa prima di atti violenti.
Dalla dissertazione di Abruzzese sono emersi dati allarmanti: su un campione di indagine di 2320 donne italiane il 6% delle minorenni ha subito abusi sessuali, il 18% è stato vittima di maltrattamenti e abusi e il 38% di maltrattamenti fisici. È stato messo in luce che ¼ delle donne ha subito violenza all’interno del suo proprio nucleo familiare (con meno incidenza del fenomeno nelle famiglie allargate) e che solo il 2% delle vittime denuncia i fatti alle autorità.
Essendo il pubblico composto da pedagogisti e insegnanti e considerato il ruolo ricoperto dall’autrice (non solo testimone della storia di Nina ma docente e dirigente scolastico), Gianni Capotorto, moderatore, ha posto in questione il ruolo della scuola all’interno del fenomeno violenza. Patrizia Rossini ha messo in evidenza la necessità di far leva sugli adulti come prima mossa per la diminuzione del fenomeno.
Sarebbe opportuno infatti insegnare a gestire la tecnica del fermo e motivato rifiuto ai figli prima di inoculare in loro una tendenza alla pretesa e al possesso difficile da sradicare. Sebbene la storia di Nina sia una storia di rinascita e di ferma ribellione al possesso maschile e al tradizionale culto del maschio ancora vivo in Italia, la Rossini si è detta fiduciosa ma consapevole della lentezza del processo di educazione al no e del cambiamento.
Il professor Abruzzese ha invece posto in luce il ruolo degli insegnanti come prime figure di autorevolezza e fiducia nel contesto del bambino: in qualità di pubblico ufficiale il docente ha l’obbligo di tutelare l’integrità fisica e psichica del discente e di denunciare qualsiasi situazione sospetta si presenti. È poi compito delle autorità appurare la veridicità dei fatti.
La conferenza si è chiusa con un dibattito fra il pubblico a proposito delle responsabilità delle figure di autorità in casi simili a quello della protagonista dell’opera della Rossini. La viva partecipazione degli astanti ha confermato l’efficacia di “Punto e a capo…in nome dell’amore”, uno spaccato di reale non indorato che conduce alla riflessione critica e all’attiva risoluzione delle problematiche.
L’opera di Patrizia Rossini verrà approfondita e commentata nel prossimo articolo