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Presentate “Le quattro Vigilie” di Mons. Di Donna, "uomo dal grande cuore"

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di Gianni Nicastro

"Gloria e Liberazione: le quattro Vigilie", si tratta dell'ultimo lavoro letterario di don Pasquale Pirulli dedicato alla vita di mons. Di Donna, vescovo di Andria, rutiglianese, presentato giovedì scorso nella raccolta cornice della Sala Conferenze di Palazzo San Domenico. Hanno presenziato l’iniziativa, oltre all’autore, il prof.  Nicola Valenzano che l’ha moderata, il sacerdote Carmine Catalano, vicepostulatore nella causa di beatificazione di mons. Di Donna della diocesi di Andria e Peppino Sorino, presidente dell’Archeoclub, associazione che da diversi anni organizza gli interessanti “Approfondimenti culturali rutiglianesi”, iniziativa dentro cui si è svolta la presentazione del libro. A leggerne, quella sera, alcuni passaggi è stata la giovane Loredana Valenzano, socia della locale Archeoclub.

Non è il primo libro che don Pasquale scrive su mons. Di Donna, ne ha pubblicati tanti; libri grazie ai quali stiamo imparando a conoscere la figura di questo nostro illustre concittadino, tanto interessante sul piano umano, quanto profonda sul piano spirituale.

Cosa sono, in realtà, queste quattro vigilie, ce lo dice direttamente l’autore. «E’ la vita di Mons. Di Donna in quattro quadri» ci spiega don Pasquale. «Il quadro rutiglianese, quindi la famiglia, l’origine della sua vocazione, l’ambiente paesano, il legame -anche affettivo- con la maestra Margherita Lombardo. Il secondo quadro riguarda la missione in Madagascar, quindi la preparazione spirituale e culturale; siamo nel 1926, in un momento in cui papa Pio XI lancia la Chiesa fuori e l’ordine trinitario incomincia una nuova avventura. Il terzo quadro è la preparazione all’ingresso in Andria, la sua ordinazione episcopale, il quarto è la sua malattia e l’attesa della fine in Andria il 2 gennaio 1952».
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Le quattro vigilie sono, dunque, le quattro tappe fondamentali della vita di mons. Di Donna che don Pasquale racconta utilizzando una forma di scrittura teatrale, come fosse un copione; “Frammenti teatrali del venerabile mons. Di Donna...”, infatti, è il sottotitolo del libro. «Ritengo che la rappresentazione teatrale -ci dice l’autore- sia incisiva per comunicare la conoscenza della vita di questa persona».

Potrebbe davvero essere messo in scena? «E’ stato fatto con questa intenzione -precisa don Pasquale- magari un gruppo di amici potrebbe rappresentarlo, s’intende, lasciando alla libertà dell’eventuale regista quei cambiamenti che possano snellire la rappresentazione».

La scrittura è di tipo teatrale, ma i fatti che il libro racconta sono veri e documentati. Come la lettera, inedita, trovata in un cassetto nella casa dei suoi familiari che mons. Di Donna invia alla madre da Roma -il 15 ottobre 1925- per rassicurarla circa la sua partenza in missione nella lontana terra del Madagascar a 24 anni.

Come anche il messaggio di Vincenzo Mucci, sindaco comunista di Andria che il 2 gennaio del 1952 scrive: “Cittadini, il vescovo Mons. Giuseppe Di Donna, il buon pastore di Andria, l’Uomo dal grande cuore, è morto dopo gravi sofferenze sopportate con serenità e cristiana rassegnazione. L’amministrazione comunale che ho l’onore di presiedere, si inchina riverente e rende omaggio alla memoria dell’Uomo probo e del Sacerdote integerrimo”. “Invito -continua il sindaco Mucci- la popolazione a partecipare alle esequie del Presule in segno di affetto verso Colui che non disdegnò di accostarsi costantemente agli umili”.

Nel libro troviamo anche la delibera con cui la giunta comunale di Andria, il 15 febbraio di quello stesso anno, si esprime favorevolmente alla tumulazione della salma di mans. Di Donna nella Chiesa Cattedrale della città, e ritiene opportuno “rendere un particolare omaggio alla memoria del defunto Presule, che per circa dodici anni ha retto questa importante diocesi, rendendosi benemerito per la Sua eccezionale umiltà e la Sua grande carità verso i poveri e i bisognosi”.

Questa attenzione e vicinanza ai poveri, alle persone umili e bisognose fa di mons. Di Donna una persona di grande umanità e statura morale indipendentemente dalla collocazione ideale, culturale e politica di chiunque la osservi. Il libro di don Pasquale è pieno di aneddoti, a volte anche divertenti, che svelano la grande attenzione verso il prossimo di questo vescovo, il non sapersi tenere nulla per sé di fronte al bisogno di chi si rivolgeva a lui in qualsiasi momento.

Non possiamo -infine- non far notare l'assenza dell'amministrazione comunale a una iniziativa culturale davvero interessante. Non è la prima volta che l’amministrazione, pur ufficialmente invitata, diserta -o snobba- in pieno simili iniziative, riferite, tra l'altro, a persone che danno lustro alla storia di questa città. E' successo il 26 maggio alla presentazioe del libro di don Pasquale Pirulli, appunto; è successo sabato scorso all’inaugurazione della biblioteca del liceo scientifico “D. Morea” di Conversano, dedicata al rutiglianese Domenico Messeni, giovane poco più che vent’enne, morto sul campo di battaglia nella Prima Guerra mondiale il 27 ottobre del 1918.

Le foto sono tratte dal libro. 1ª foto: Scuola elementare "Settanni", la sua classe con la mestra Margherita Lombardo, Giuseppe Di Donna piccolo è quello cerchiato. 2ª foto: mons. Di Donna su una moto in Madagascar. 3ª foto: con i frati trinitari. 4ª, foto ufficiale dell'ordinazione a vescovo di Andria.



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