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Museo Ecclesiastico di Rutigliano, un percorso nella storia del paese

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di Teresa Gallone

Rutigliano 10 marzo.  È stato inaugurato, dopo la presentazione pubblica tenutasi nella Chiesa Matrice, il nuovo complesso espositivo MUDIAS (Museo Didattico di Storia e Arte Sacra) in corso Mazzini, nella suggestiva e rinnovata cornice di Palazzo Settanni.

La concretizzazione del progetto è stata resa possibile dall’intervento dell’impresa romana “Il Cenacolo” s.r.l., dai finanziamenti statali del Ministero dei Beni Culturali attraverso la società partecipata ARCUS (500.000 €), da quelli regionali ottenuti dalla vittoria nel Bando Musei 2012 (il progetto si è qualificato decimo sui 140 presentati, beneficiando di circa 445.000 €) e dalle risorse messe a disposizione dalla Parrocchia (circa 200.000€).

A proposito dei restauri apportati alla parte esterna della struttura, l'arch. Francesco Dicarlo ha reso noto lo stato di Palazzo Settanni prima degli interventi: ci si è trovati di fronte a una facciata completamente oscurata dallo smog e dalle manomissioni. Il piano inferiore è prevalentemente costituito da pietra, quello superiore è di tufo colorato per un risultato il più possibile similare alla pietra sottostante. Per riportare la facciata all’originario colore, gli esperti sono intervenuti con stratigrafie.
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Il portale d’ingresso presenta targhe esplicative, quella del MUDIAS e dell’Osservatorio per la Conservazione delle Opere Lignee. Il problema delle barriere architettoniche, ha spiegato Dicarlo, è stato brillantemente superato evitando l’ostica costruzione di una rampa con l’8% di pendenza e sostituendo questa con un trattorino cingolato a disposizione dell’avventore disabile.

L’androne contiene elementi lapidei di pregio: lo stemma di Madonna del Palazzo, due colonne cinquecentesche, elementi di altare posizionati strategicamente, vasche già presenti nel palazzo e un doccione appartenente alla costruzione precedente della chiesa della Madonna del Carmine.
Oltre l’androne Dicarlo ha messo in evidenza la presenza del Punto Accoglienza a disposizione del visitatore e provvisto di materiale relativo all’esposizione in vendita. Nei pressi del Punto di Accoglienza si trovano pannelli che illustrano al visitatore il percorso cronologico previsto per l’esposizione.

In particolar modo, ha spiegato l'architetto, l’approccio all’esposizione impostato sulla progressione temporale è stato pensato per gli studenti: attraverso un cammino tra le epoche gli studenti hanno modo di osservare attivamente l’evoluzione del territorio urbano rutiglianese e di Palazzo Settanni. In tal modo si rende proficuamente quello che è l’obiettivo del neonato museo, non un’esposizione passiva di reperti ma un diretto collegamento con l’insegnamento e la didattica.
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Ciò realizzerebbe appieno anche la volontà delle proprietarie originarie della struttura, le sorelle Settanni che, prive di eredi perché nubili, hanno lasciato la proprietà e tutti i beni alla Parrocchia con un’esplicita clausola d’uso: il palazzo avrebbe dovuto avere una funzione scolastico-educativa. Il percorso cronologico pensato per gli studenti visitatori coinvolge in maniera attiva i partecipanti che avranno modo di scoprire in itinere eventi rilevanti della storia locale e addirittura di intervenire nei fatti. A questo scopo è stata creata appositamente la “Zecca degli Azetini”, cartamoneta fittizia, uno degli strumenti di coinvolgimento negli eventi a misura di piccolo visitatore.

L’accesso all’esposizione è dato da uno scalone suggestivamente sovrastato da un lucernario. Dicarlo ha precisato che questo sistema è stato completato appositamente per restituire il sistema di accesso al piano superiore pensato originariamente per casa Settanni. Questo in virtù del doppio obiettivo di mostrare all’avventore non solo l’esposizione ma la dimora, in sé pregiato cimelio locale.

Su questa scorta si è pensato di non dare l’intonaco alle pareti ma di pulire e ricoprire con scialbo (calce). Solo il pavimento e i gradini della scala sono stati completamente rifatti rispettando l’armonia con l’ambiente circostante. L'arch. Dicarlo ha svelato poi la presenza di una cisterna d’acqua sottostante, profonda 8m.

Percorrendo la scalinata in direzione dell’esposizione, evidenti sono le vie di fuga appositamente create: si tratta di un sistema di doppia via di fuga, una che si immette in una dimora appartenente al palazzo (centro storico, via Mazzoni) e l’altra in direzione di Corso Mazzini.
In virtù dell’obiettivo di evitare il concetto di “mostra deposito”, il MUDIAS si apre con un’esposizione a tema curata da Giovanni Borraccesi, “Storia e cultura in una città di provincia: Rutigliano fra Medioevo e Rinascimento”.

Troneggia nella prima sala dell’esposizione il più antico reperto pervenuto nella fascia prettamente urbana della città, non extra moenia. Questo oggetto attesterebbe la presenza di un nucleo urbano ben più antico rispetto la prima notizia documentata della città risalente al 1044. Si tratta di una base di colonna del VI secolo d.C. rinvenuta negli ambienti del campanile della Chiesa Matrice.
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Fatta di marmo, reca simboli paleocristiani: pavoni su due lati, croce patente e Chrismon. Nella stessa sala si può notare l’icona della Madonna delle Grazie confrontata con l’immagine che la ritrae prima del restauro del 1969 adorna di corone ex voto del 1500/1700 circa e un girocollo neoclassico. Giovanni Borraccesi ha precisato che questa icona risalirebbe al Trecento e forse destinata ad altri ambienti in origine poiché la Chiesa del Carmine è decisamente più recente (1577).

Interessante anche l’icona della Madonna del Palazzo della quale Borraccesi fa notare il particolare del braccio del Cristo Bambino recuperato dal restauro perché ritoccato precedentemente in malo modo.

Cambiando sala Dicarlo ha precisato che uno degli interventi strutturali resisi necessari ai fini dell’esposizione è stata la messa in comunicazione delle stanze di Casa Settanni. Inoltre il colore adottato per le pareti della zona espositiva è il grigio Kodak 14%, usato di solito per la valorizzazione di ambienti di questo tipo. Nelle stanze originali della dimora sono stati utilizzati colori più accesi.

In virtù della compenetrazione fra ambienti espositivi e ambienti domestici, Dicarlo ha mostrato come non siano state aggiunte nicchie per la collocazione dei reperti: queste sono state recuperate da parti originali di casa Settanni. Nella sala in questione, dedicata al periodo tardo gotico, si possono ammirare reliquiari antropomorfi.

Il restauratore di fiducia della Soprintendenza di Puglia, Giovanni Borraccesi, ne ha illustrato le peculiarità: si tratta di reliquiari a forma di braccio dedicati a San Biagio e a San Pantaleone con all’interno una struttura di legno e circondati da una lamina metallica. Il nome dei Santi è indicato sulla finestrella dei reliquiari. Sotto questi ne sono stati collocati altri a capsella, circolari, con incisioni superficiali.
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Particolarissimo quello destinato alle reliquie di San Giovanni con un disegno raffigurante la testa barbuta del santo, simbolo del suo martirio. Nella stessa sala sono collocate edizioni Cinquecentine e una copia di un documento di fondazione del 1303 della Chiesa di San Nicola de Criptis (odierna Via Montevergine, rifatta nei primi del XX secolo).

Nella sala dedicata al XVI secolo si trovano riproduzioni di affreschi rinascimentali caratterizzati dalla presenza di grottesche simili a quelle della Cattedrale di Acerenza. Questo dimostrerebbe l’importanza artistico culturale della Rutigliano di questo periodo, probabilmente polo di attrazione di artisti di pregio.

Di particolare effetto il Crocefisso originariamente appartenente alla Chiesa Matrice e poi collocato nel convento delle Suore Clarisse nel 1757 in occasione del rinnovamento degli arredi degli ambienti della chiesa. La scultura risale agli ultimi anni del 400, particolarmente realistica nei dettagli e nell’evidenza della sofferenza del soggetto. Circondano il Crocefisso pregiati elementi di oreficeria sacra.

Ulteriore elemento di spicco dell’esposizione, la statua tardo gotica di Santa Lucia, ricavata da un unico tronco d’albero (il retro è infatti cavo) e adorna di elementi ex voto. Particolarissimo un oggetto donato da una nobildonna del primo XIX secolo, un acconciatura d’argento per capelli di manifattura napoletana.

Percorrendo parallelamente anche gli ambienti domestici, è possibile ammirare la cappella interna al palazzo, richiudibile all’occorrenza e dotata di scomparti per il materiale usato per le celebrazioni. Borraccesi ha evidenziato la presenza dello stemma di famiglia, collocato sul fondo dell’altare e raffigurante spighe di grano: pare infatti che la famiglia Settanni sia arrivata a Rutigliano nei primi del XVIII secolo e che abbia fatto fortuna nel campo della lavorazione del grano. Sulla parete dell’ambiente dedicato alle celebrazioni sacre spicca il ritratto di Gian Angelo Settanni, primicerio di Rutigliano.

Il percorso procede con l’esposizione del primo volume dei battesimi, recante anche testimonianze dell’inondazione del paese del 1587 e atti matrimoniali contenenti firme autografe. In particolar modo spicca il contratto matrimoniale fra Isabella Caracciolo e il Barone di San Vito dei Normanni. Interessante inoltre la sala dedicata a Silvio Molenis, pittore rutiglianese della seconda metà del XVI secolo: questo ambiente contiene la raffigurazione di San Donato con firma e data (1580) e il probabile dipinto più antico dell’artista, datato 1578.

A percorso espositivo ultimato, Dicarlo ha mostrato il secondo piano dedicato alla didattica, in particolar modo al restauro dei reperti lignei la cui vendita fu bloccata dal professor Michele D’Elia. La scuola di alta formazione di restauro è collegata con la Facoltà di Chimica dell’Università degli Studi di Bari e con Milano.

Il capoluogo lombardo ospita infatti la collezione del più noto studioso pugliese del legno Raffaele Cormio di Molfetta, fondatore della civica siloteca.
Il piano superiore è dotato di aule per le lezioni frontali e di strumenti di base per la diagnostica e la cura dei reperti lignei. Questo corredo è in fase di ampliamento. È prevista anche la realizzazione di una foresteria e l’uso della terrazza per futuri eventi culturali.
Il museo sarà aperto gratuitamente al pubblico in questo fine settimana.




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