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Massimo Pillera, «La libreria esempio di coraggio»

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di Michele Pesce

Interessante incontro mercoledì sera con il giornalista e blogger de “Il Fatto Quotidiano” Massimo Pillera, che nell’accogliente cornice della Libreria Odusia ha presentato il suo ultimo libro “iBlog”, un insieme di riflessioni e “scatti” che vanno dalla cronaca all’attualità, dalla cultura alla politica, dai costumi civili alla lotta alla mafia.
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Un affascinante cammino di tre anni, ripercorso attraverso la rilettura di una sorta di “diario di viaggio”, annotato giornalmente con cura e parsimonia sul blog de “Il Fatto Quotidiano”, che consente di rivivere fatti e vicende spesso troppo in fretta fagocitati e dimenticati e che oggi regalano al lettore una lucida visione di insieme di un significativo scorcio di vita politico, sociale e culturale.

Il blog, dunque, come strumento indispensabile per non perdere la “memoria collettiva”, quell’insieme di parole intrappolate in un “ergastolo informatico”, come lo definisce Marco Travaglio nella sua introduzione al libro, e che Pillera ha deciso di liberare: «Il libro è un incoraggiamento al territorio, affinché si investa in luoghi di cultura e le librerie non continuino a diventare pizzerie e bracerie».

Per farlo, però, bisogna anzitutto capire in che direzione andiamo: «Il blog altro non è che un editoriale, ed è questo che lo rende più interessante».
L’indirizzo, quindi, è sempre più quello del punto di vista, del taglio critico e della presa di posizione, cui la fredda e grigia cronaca ha oramai lasciato ampiamente spazio. Il fatto, poi, di mettere insieme i “pezzi”, aiuta il lettore ad avere un’idea organica, quasi si potesse comporre un gigantesco puzzle cronologico, attraverso il quale, per esempio, ci si possa rendere conto di come i famosi “100 giorni” di Renzi siano pian piano diventati mille.pilleri-pesce-4

E proprio la politica rappresenta uno dei principali fili conduttori di iBlog, in una società nella quale, per Pillera, a far notizia ormai sono il colore di un maglioncino o il petto nudo di un deputato: «La politica oggi è diventata soltanto immagine, non si parla più di contenuti. Ciò riflette i tratti stessi della nostra società, sempre più portata alla sintesi semantica. Da questo punto di vista, siamo tornati ad essere dei cavernicoli».

Un’immagine amara, ma estremamente realistica se si pensa anche al mondo della comunicazione e dell’informazione, ormai svilito e impoverito della sua complessità dal vampirismo editoriale e da un web sempre più “mare magnum”, capace di distogliere facilmente l’attenzione del destinatario della notizia.
La stessa informazione, però, in una realtà multimediale come quella in cui viviamo, dove chiunque con uno smartphone può “fare notizia”, rischia, secondo Pillera, di perdere i suoi tratti essenziali: «Popper diceva “Chi fa informazione deve avere la patente”. Nell’informazione fatta dal cittadino manca il filtro, il controllo che serve spesso ad evitare equivoci o spiacevoli situazioni. Sotto questo aspetto, è necessario verificare e riscontrare sempre le notizie, non si può prescindere da un’adeguata formazione e dal senso di responsabilità».pilleri-pesce-3

A tal proposito, Pillera, stimolato dai presenti tra i quali l’ex candidato sindaco oggi consigliere comunale in quota "Progetto Città" Minguccio Altieri, ha anche spiegato come sia pressoché impossibile regolamentare un universo come il web, in cui il forum altro non è che l’odierna piazza, e che l’anonimato, peraltro facilmente smascherabile, non deve allarmare («Caso mai ci si deve preoccupare delle cose che non vengono scritte per niente») ma deve anzi servire a recepire il sentimento popolare e a capire cosa realmente gli utilizzatori finali delle notizie pensano, ad esempio, dell’attività politica posta in essere da chi governa.

Immancabile, in questo senso, un commento sullo scandalo di “Mafia Capitale”: «Quello che è successo a Roma provocherà un vero e proprio terremoto, anche se forse qualcuno dimentica che un sistema simile era già stato utilizzato a Napoli qualche anno fa, ormai è ampiamente collaudato».

Considerazione, questa, che spinge verso la riflessione successiva, nella quale il blogger di Trani traccia un quadro ben preciso dell’attuale scacchiere politico italiano: «Il modello partitico è fallimentare, gli stessi partiti ormai sono finiti. Il centrodestra sarà sempre più xenofobo, mentre il Pd sarà sempre più democristiano. L'unica speranza è rappresentata da candidati estranei al sistema, che non siano portatori di interessi particolari o camuffati, e che siano capaci di convincere l’attuale target elettorale, sempre più incazzato con la malapolitica».pilleri-pesce-5

In questo senso, è abbastanza chiaro il riferimento al MoVimento 5 stelle, grazie al quale, secondo Pillera, la comune indignazione è stata “istituzionalizzata”, portando a sollevare scomode questioni e diversi “altarini”.
L’augurio, a questo punto, secondo l’autore, è che il M5S continui la propria opera di garante della trasparenza democratica, senza snaturarsi e senza scendere sul terreno mediatico, ormai irrimediabilmente minato e pieno di trappole (un esempio, “gli scontrini” di Giannini a Ballarò), insistendo su un’azione immediata e mai artefatta.

Un auspicio cui si associa ed al quale fa seguito quello di chi scrive, che l'altro ieri ha avuto l’onore ed il piacere di affiancare un professionista serio e genuino, e che in questa sede non può che augurarsi che occasioni preziose come quella di mercoledì sera vengano sempre più incentivate, nella speranza, ovviamente, che anche la cittadinanza sia pronta a coglierle.

In tal senso, un plauso va senza subbio fatto agli organizzatori Carlo Picca e Dominga Didonna, antesignani di questa sorta di prelibato “caffè letterario” che, siamo sicuri, possa battere a mani basse qualsiasi pizzeria o braceria.


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