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Arte e uva da tavola al “Beluga Art Project Space”

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di Rosalba Lasorella

Tradizione e innovazione, presente e futuro, essenza ed apparenza. Prospettive diverse eppure conciliabili, come strade parallele che finiscono, prima o poi, per incontrarsi. E quando questo accade, ecco che il contatto si traduce in contrasto, il contrasto in riflessione, la riflessione in buon auspicio.

Da questa tumultuosa evoluzione ha origine il senso dell’allestimento curato da Elisabetta Longo per il suo “Beluga Art Project Space”, allestimento particolarmente apprezzato dalla commissione rutiglianese che lo scorso 20 settembre –in occasione della 50^ Sagra dell’Uva- ha valutato le vetrine in concorso, assegnando alla galleria d’arte contemporanea il secondo premio.

«La vetrina si basa fondamentalmente sulla rappresentazione dell’uva da tavola secondo i principi di tradizione e innovazione» -spiega Elisabetta Longo, restauratrice di professione e impegnata per la prima volta con la popolare festa settembrina. «Da una parte c’è l’uva apparentemente perfetta, quasi plastificata, quindi con un’accezione leggermente negativa, a cui si arriva con l’applicazione delle tecnologie; dall’altra c’è l’uva intesa come prodotto di qualità, naturale e simbolo d’eccellenza della nostra terra».
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Una dicotomia tangibile, attorno alla quale il “Beluga Art Project Space” costruisce una vera e propria scena artistica, affidando all’immagine sacra in secondo piano il delicato compito di esorcizzare la paura; la paura di un futuro contraffatto, che costringe a correre freneticamente verso la convenienza economica e a trascurare la bellezza del gusto lento delle cose.

«La presenza del Santo indica il fervore religioso, l’attaccamento alle radici, la possibilità di invocare qualcuno perché ci aiuti a conservare l’uva in maniera naturale», continua la curatrice, confessando il proprio desiderio di trasmettere ai visitatori degli «spunti di riflessione anche amara».
Ad impreziosire la vetrina è, inoltre, un’opera del ciclo “Fossili” di Irene Petrafesa, nota pittrice pugliese i cui lavori sono stati esposti dal 17 luglio al 7 settembre presso il Complesso del Vittoriano di Roma.

Il premio ricevuto dagli organizzatori della 50^ Sagra dell’Uva permette a Elisabetta Longo e alla sua collaboratrice Nicoletta Romagno di riportare l’attenzione sugli spazi di questa galleria d’arte contemporanea, inaugurata nel 2012 con lo sguardo rivolto alle principali gallerie nazionali ed europee. «Il “Beluga Art Project Space” manifesta la volontà di mettere in risalto il territorio e si rivolge soprattutto ai giovani artisti», afferma specificando che tutte le opere esposte appartengono ad autori pugliesi. «Questa galleria nasce proprio con l’idea di mappare, rendere visibili e scoprire talenti in erba, giovanissimi, magari ancora alle prese con gli studi, per poterne promuovere e diffondere il lavoro (accanto ad artisti ormai di una certa fama). E ciò deve costituire motivo di vanto per il paese».

Miccolis, Barbieri, Giannetti, Cetera, De Palma sono solo alcuni dei nomi ospitati all’interno degli spazi creativi del Beluga, spazi a disposizione dell’intera comunità e che –in sintonia con le politiche culturali dell’amministrazione comunale- potrebbero diventare «un vero punto di riferimento per l’arte contemporanea e non solo».

Mentre fervono già nuove idee, Elisabetta riconosce il valore del legame con l’economia di Rutigliano e, a margine della festa che celebra (almeno teoricamente) la nostra principale fonte di ricchezza, lancia un appello significativo: «L’imprenditorialità di questo paese deve comprendere l’importanza di realizzare un sodalizio con la cultura, con l’arte, ma con le arti in generale» -conclude -«perché un paese che non lega l’economia alla cultura e che quindi non rinnova la fiducia nelle proprie radici, nelle proprie tradizioni e non è interprete di un presente nuovo, è un paese che vive a metà».


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