"La peste di Noja" del 1815, incontro a Rutigliano
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- Pubblicato Mercoledì, 14 Febbraio 2024 10:11
- Scritto da Tino Sorino
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di Tino Sorino
La peste di Noja del 1815 – 1816 è al centro dell’incontro promosso dalla locale sezione di Archeoclub d’Italia e dal Comune che si terrà al Museo Archeologico di Rutigliano sabato 17 febbraio alle ore 18.30. Interverranno: il Sindaco Giuseppe Valenzano, l’Assessora alla Cultura Milena Palumbo, lo studioso don Pasquale Pirulli che introdurrà la serata e il presidente di Archeoclub d’Italia di Rutigliano Giuseppe Sorino.
Il relatore nojano Vito Didonna, docente di filosofia e di storia nei licei, ricercatore e documentarista, con all’attivo numerosi saggi di storia locale, richiamerà l’attenzione, tra l’altro, sia su alcuni preziosi documenti relativi alla peste nojana del 1815, scoperti a Bamberg, in Germania (che hanno fatto parte di una mostra itinerante a Mola di Bari, Putignano e Noicattaro) e sia su editti, stampe e lettere della peste di Noja raccolti e trascritti dallo stesso Didonna e da Filippo Affatati nel libro “Le carte bruciate”.
Tra le lettere, Didonna si soffermerà anche ad esaminarne due esclusive (trovate da lui stesso), dell’allora sindaco di Rutigliano Pappalepore, l’una, del 31 dicembre 1815, indirizzata al Sig. Tenente Diaz Comandante del Cordone di Noja e, l’altra, dell’8 aprile 1816, all’Intendente della Provincia. Della storica peste che colpì Noja, l’odierna Noicattaro, si sono già occupati illustri studiosi, tra cui il grande storico napoletano Pietro Colletta (1775 -1831) in alcune pagine della “Storia del Reame di Napoli”. Il paziente zero di allora, Liborio Didonna, morto il 23 novembre 1815 manifestò i suoi primi sintomi in una bettola di Rutigliano, nella minuziosa ricostruzione dei suoi movimenti e delle sue responsabilità. Del terribile morbo del 1816 parla, pur non essendo stato testimone diretto, il canonico, insegnante, direttore didattico e storico rutiglianese Lorenzo Cardassi (1841 – 1906) nel suo volume “Rutigliano in rapporto agli avvenimenti più notevoli della Provincia e de Regno. Sue origini e vicende”.
Egli ricorda come, superando gli antichi contrasti, i rutiglianesi vennero incontro ai loro vicini. Ed ancora della pestilenza nojana hanno scritto tre storici e medici, di cui due testimoni oculari, Vitangelo Morea (Storia della peste di Noja, ed. Trani, Napoli, 1817) e Arcangelo D’onofrio (Dettaglio istorico della Peste di Noja, ed. Garruccio, Napoli, 1817) e il terzo, il dott. Sebastiano Tagarelli (1900 – 1983), autore più di un secolo dopo, nel 1934, del libro “La peste di Noja (1815 – 1816), editore Vincenzo Fiorentino. Un volume, quest’ultimo, nel quale Tagarelli descrive, dal primo al quindicesimo capitolo, la peste epidemica – origini, sintomatologia e diagnosi – prognosi e terapia, il cordone sanitario, alcuni episodi di terrore, la profilassi esterna e interna, l’isolamento, i disinfettanti fisici e chimici, le contumacie, la fine della peste e il cimitero. E, infine, all’ultima epidemia dell’Europa continentale, quella appunto di Noicattaro, con 728 morti su quasi 5000 abitanti, è dedicato anche il 20° capitolo del libro “Frammenti di storia nojana” della Lute di Noicattaro, scritto da Michele Sforza (Grafica 2P s.n.c., Noicattaro, 2008), studioso locale, docente di lettere in pensione autore di diverse pubblicazioni. Appuntamento, quindi, da non perdere, sabato 17 febbraio 2024, alle ore 18.30, al Museo Archeologico di Rutigliano con ingresso libero.
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