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Il ritorno, l’amore e le parole: Donatella Di Pietrantonio a Rutigliano racconta “Borgo sud”

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Un borgo di libri e canzoni, rassegna letteraria e
musicale presenta la vincitrice del Premio Campiello 2017


di Teresa Gallone

Madri e mari, ritorni e ricordi in un Sud che difficilmente si può lasciare e in cui è facile ritornare. Di questo ci racconta Donatella Di Pietrantonio, autrice di Borgo sud (Einaudi 2020, finalista al premio Strega 2021), ospite della II edizione della rassegna “Un borgo di libri e canzoni” curata da Giambattista Creatore (Libreria Barcadoro) e patrocinata da Comune di Rutigliano. A chiacchierare con l’autrice, già vincitrice del Premio Campiello 2017 per “L’Arminuta” (Einaudi, 2017), l’assessore alla Cultura Viriana Redavid e Sara Saffi, editor e blogger.

A guidare la penna di Donatella Di Pietrantonio è il bisogno di ritorno, un ritorno di personaggi che «non lasciano in pace», quelli lasciati nella precedente fatica letteraria, “L’Arminuta”, nell’età sospesa e traumatica dell’adolescenza. È un ritorno che non mette un punto fermo e sereno alle vicende ma apre nuove pagine, nuove riflessioni, nuove possibilità di comunicazione. Nuove, ma non per questo meno problematiche.
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Come sottolinea Sara Saffi, le relazioni fra i personaggi di Borgo sud sono influenzate «dal disamore e dalle sue conseguenze». Donatella Di Pietrantonio tratteggia i rapporti umani, familiari soprattutto, complicati e confusi dall’incapacità di esprimere appieno o limpidamente il proprio essere e i propri sentimenti. La parola espressa, taciuta, camuffata o urlata è la chiave dei rapporti fra i protagonisti, causa di brucianti frustrazioni, di dichiarazioni appassionate e di disvelamenti dolorosi.

Il ritorno diventa necessario. Si ritorna alle parole già dette, a quelle mai dette, al cuore di un interlocutore amato e impenetrabile, al grembo di una terra che può dar pace. Così mentre cercava di «toglierla dal borgo», Donatella Di Pietrantonio muove verso casa Adriana, una delle sue protagoniste.

Viscerale e impulsiva, fa naturalmente ritorno nella terra a lei più adatta, l’Abruzzo. Non un Abruzzo urbano e dinamico, ma dannunziano, fatto di monti e di mare, di terra e di sale, di radici e di vele dispiegate verso il mare. Qui il titolo dell’opera, qui Borgo sud, il quartiere dei pescatori di Pescara, un «incontro bellissimo, capitato quasi per caso», scoperto da Donatella Di Pietrantonio e scelto quasi naturalmente come nuovo rifugio per la protagonista, nata in montagna e desiderosa di mare, pronta a salpare ma mai preparata all’abbandono.

Non poteva mancare a suggello dell’incontro il dono, simbolo del nostro sud e del nostro borgo, il gallo in terracotta, consegnato a Donatella Di Pietrantonio dall’assessore Viriana Redavid, nell’assolata cornice di Piazza Colamussi.

 

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