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L’Epifania, storia e origini della festa che chiude le feste

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di Teresa Gallone

Archiviate le celebrazioni natalizie, il nuovo anno si apre all’insegna della dolcezza e dell’attesa con una festa particolarmente sentita: l’Epifania.
In questo articolo cercheremo di scoprire insieme le origini di questa ricorrenza e il legame che c’è fra la vecchina che porta i doni ai bambini e i misteriosi re che omaggiarono il Bambino pochi giorni dopo la sua nascita.

Un po’ di etimologia
Il nome della festività deriva dalla parola greca ἐπιφάνεια (epifáneia) che significa “apparizione, manifestazione”. Il termine poi si è modificato in italiano nel corso dei secoli e ha dato origine al nome della vecchina un po’ burbera che porta di doni di notte, la Befana.

I Re Magi e la Befana
La leggenda più accreditata ma non canonica vuole che i misteriosi re, durante il percorso verso Betlemme, si persero e chiesero aiuto a un’anziana sulla strada. Labefana-re-magi-2020-1 donna non rispose alle richieste dei tre Magi che continuarono il loro percorso da soli.
Poco dopo l’anziana si pentì del suo atteggiamento e decise di rimediare. Preparò un cesto di dolci da donare in segno di scuse ai Magi, uscì a cercarli ma non li trovò. La donna allora bussò a ogni porta per donare i dolci a ogni bambino, sperando di incontrare anche Gesù.

I Re Magi e l’Epifania
Il significato della festività rimanda alla rivelazione di Gesù ai popoli del mondo. Qui si svela anche il ruolo fondamentale dei Re Magi nella tradizione. Dei misteriosi individui si sa pochissimo. È il Vangelo di Matteo a citarli (Mt. 2,1-12): provengono dall’Oriente e di loro non si conosce nemmeno il numero preciso. Si è consolidata la tradizione del gruppo di tre.
Per quanto riguarda il loro nomi, è la tradizione cristiana più tarda a tramandarli e anche su questi aleggia un alone di mistero. Probabilmente Melchiorre deriverebbe da “melech”, parola ebraica che significa “re” oppure “anziano”, Baldassarre invece deriverebbe da Balthazar, re della Babilonia e Gaspare deriverebbe dalla parola sanscrita “gathaspar”, “tesoriere”.
Questi strani figuri che compiono un lunghissimo viaggio per omaggiare il Bambino simboleggiano la rivelazione, l’epifania appunto, del vero Dio a tutti i popoli del mondo.

Dove sono i Magi ora?
È Marco Polo a dichiarare di aver visitato nel 1270 le tombe dei Magi a Saba, vicino Teheran (cfr. Il Milione, cap. 30). Le salme vennero poi trasportate a Milano nella chiesa di Sant’Eustorgio. Rainaldo di Dassel, arcivescovo di Colonia, sottrasse le spoglie a Milano e le traslò a in Germania dove oggi sono conservate. Solo nel 1904 Milano riuscì ad ottenere qualche frammento osseo.

Le tradizioni e i simboli dell’Epifania
Tutti i bambini d’Italia attendono che l’anziana donna versi nottetempo i dolci nelle calze appese e si ristori con lo spuntino preparato nelle case appositamente per lei. Il suo aspetto è stato contaminato nel tempo dalle caratteristiche tipiche della strega anglosassone ma secondo la tradizione la Befana è semplicemente una vecchina trasandata, dall’aspetto un po’ burbero ma buona.
Accanto ai dolci, il temutissimo carbone ha un significato preciso: simboleggia il rinnovamento dopo il peccato. Secondo la tradizione cristiana, nelle calze dei “cattivi” accanto al carbone veniva messo l’aglio.


Foto, dall'alto in basso tratte da artesvelata.it, pinterest.com


 

 

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