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Il succo di mandorle, o “latt’ a minl”, della signora Grazia. Video

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In dialetto rutiglianese “u latt’ a minl”, in italiano -letteralmente- “il latte di mandorla”. Bevanda natalizia tradizionale che a Rutigliano si fa da tempo immemorabile, da non confondere con il più comune e industriale latte di mandorla a sciroppo, zuccheratissimo, che si diluisce con acqua.

“U latt’ a minl” è tutt’altra cosa, legata al periodo natalizio e ai suoi dolci: cartellate, “castagnelle”, “calzn’gedr” (non siamo sicuri della grafia di questo termine, dialettale, ma la pronuncia è quella), specie di panzerottini fritti con dentro il pasticcio di mandorle già sfruttate nella preparazione del latte di mandorla in questione e aromi naturali quali scorza di manderini, cannella...

Non stiamo qui a spiegarvi come si fa e quali sono le dosi, lo spiega bene la signora Grazia, che abbiamo intervistato proprio nella fase di preparazione della bevanda.
Quello che possiamo aggiungere è che questa antica bevanda fa parte di quel patrimonio culturale autoctono che va, purtroppo, scomparendo. Ci sono ormai pochi anziani che oggi lo fanno; forse “u latt’ a minl” resiste ancora in famiglie dove signore più giovani continuano questa tradizione, spesso su input delle nonne o di parenti memori della squisitezza della bevanda e di tutta la ritualità che ne accompagna la produzione casalinga.

Non aggiungiamo altro, tutto quello che c’è da sapere -e da vedere- è nel video qui sotto pubblicato.

Buona visione

 

 

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