L’alloro, fra mito e storia
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- Pubblicato Venerdì, 20 Dicembre 2019 12:06
- Scritto da Teresa Gallone
di Teresa Gallone
Di certo non si tratta di una pianta propriamente “natalizia” ma siamo sicuri che non mancherà nel tradizionale piatto di lenticchie da mangiare allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno. Quello che andiamo ad conoscere da vicino è un amico fedele della tradizione mediterranea, tanto presente sulle nostre tavole e non solo. Il protagonista del nostro approfondimento è l’alloro.
Identikit scientifico
Nome: Laurus nobilis
Famiglia: Lauracee
Caratteristiche: albero di solito potato sotto forma di arbusto, raggiunge gli 8/10 m di altezza. Il legno è aromatico e sprigiona la stessa essenza delle foglie.
Origine e diffusione: tipicamente mediterraneo, si diffonde dall’Asia Minore in tutto il bacino del sud dell’Europa.
L’alloro nella storia
Dall’Antica Grecia, la presenza dell’alloro si fa sentire sia in cucina che fuori. Avendo un mito d’origine famosissimo alle spalle e un “genitore” celebre, l’alloro veniva utilizzato come premio prestigioso da donare ai vincitori dei Giochi Pitici. Si tratta di competizioni non solo sportive ma anche di poesia e musica, celebrate ogni quattro anni a Delfi, patria del dio Apollo.
Al dio del sole e della poesia si dedicava la sua sacerdotessa, la Pizia, che secondo la tradizione masticava o inalava i vapori dell’alloro per entrare in contatto con la sapienza divina.
I romani erano soliti intrecciare rami d’alloro consacrato per i condottieri vittoriosi o per i celebri intellettuali. La coroncina romana si chiamava “laurea” e la tradizione di porla sul capo è rimasta sino a noi, con accezioni diverse.
L’alloro nel mito
L’alloro ha all’attivo una delle storie più note della mitologia greca, diffusa dal poeta latino Ovidio nelle sue Metamorfosi e resa celebre dallo scultore Gianlorenzo Bernini.
Secondo la tradizione, l’albero dell’alloro nasce da un amore non corrisposto e un po’ violento. Il dio Apollo viene colpito dalla freccia di Cupido. Le due divinità infatti si contendevano la palma del migliore arciere e avevano litigato. Apollo si innamora immediatamente di Dafne (Δάφνη, alloro in greco) una ninfa bellissima, figlia del fiume Peneo. La fanciulla non apprezza gli approcci sanguigni del dio e fugge spaventata per i boschi. La fuga si fa via via più serrata e Apollo sempre più impaziente. La minaccia, le urla dietro. Dafne, terrorizzata, sa di non poter nulla contro il dio. Invoca quindi il padre, affinché la trasformi e la salvi: «fer, pater, inquit, opem! si flumina numen habetis, qua nimium placui, mutando perde figuram!» (Disse: Padre, aiutami! Se voi fiumi avete potere, distruggi cambiandola, la figura per cui sono piaciuta troppo!).
Il padre esaudisce la richiesta della figlia e la trasforma immediatamente in un albero di alloro. Apollo si ferma, si arrende, abbraccia il tronco dell’albero che ancora si ritrae. Il dio decide allora che il neonato albero sarebbe stato il suo simbolo e che avrebbe ornato il suo capo, la sua cetra e la sua faretra.
L’alloro nella cucina mediterranea
Le sue foglie sono di solito utilizzate per aromatizzare le zuppe di legumi. L’alloro scongiura inoltre i possibili gonfiori che derivano dal consumo di questi piatti. È usato anche per tisane e infusi che aiuterebbero in caso di raffreddore o dolori articolari.