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I miti di fondazione delle nostre città Bari, gli Japigi e il mistero di Barione

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di Teresa Gallone

Nel precedente articolo abbiamo aperto un percorso alla scoperta dei miti di fondazione delle nostre città. Ogni grande centro infatti vanta origini divine ed eventi miracolosi che accompagnano la propria nascita.
Abbiamo parlato di Taranto, fiore all’occhiello della Magna Grecia, fondata secondo la leggenda da Taras, figlio di Poseidone oppure da Falanto, spartano propiziato dagli dei.
In questo articolo aggiungiamo un’altra pietra al nostro sentiero cercando di scoprire se il nostro capoluogo abbia nel suo curriculum miti di fondazione.

La fondazione di Bari,
la storia comprovata

I ritrovamenti archeologici mostrano che il territorio di Bari fu abitato già 4000 anni fa durante l’Età del Bronzo. Si tratta di insediamenti che con molta probabilità si estendevano da Piazza San Pietro a Bari Vecchia. Nella medesima zona, intorno al 1600 a.C. si insediarono popoli provenienti dalla Penisola Balcanica, noti come Peucezi. Qualche secolo più tardi, nel 1150 a.C., la civiltà peuceta fu assorbita dalla potente civiltà greca. Bari diventa nodo portuale fiorente della Magna Grecia e continua a prosperare sino all’arrivo dei Romani. A loro gli abitanti chiedono aiuto per contrastare le invasioni dei Sanniti. Bari diventa quindi municipium cum suffragio, centro con propria amministrazione e leggi ma legato a Roma da vincoli fiscali e militari. La “romanità” di Bari si nota ancora nei resti della pavimentazione in Piazza del Ferrarese.

Il mito di fondazione: Japige e Barione
Il mito vuole che la città di Bari fosse stata fondata ben 537 anni prima di Roma dal cretese Japige, figlio del famosissimo architetto Dedalo, ideatore del Labirinto. Successivamente approdò nel territorio di Japige il condottiero illirico Barione che, assieme ai suoi uomini e a un gruppo di fanciulle, popolò e rese prospera la città, lasciando traccia delle sue gesta nel nome.
Questo mito spiegherebbe perché sul più antico stemma di Bari, situato sulla facciata di Palazzo Fizzarotti, rappresenti un giovane fanciullo alato su un’imbarcazione. A questa effigie fu dato il nome di Barione. Le tracce di Barione sono state rinvenute anche sul Barinon, una moneta bronzea risalente al III secolo a.C.
Secondo lo studioso Nino Lavermicocca questa moneta dimostrerebbe che Bari possedesse già un suo stemma e che molto probabilmente il suo nome deriverebbe dal greco bàris, un tipo di imbarcazione.

La storia di Bari è inevitabilmente legata al mare, che sia solcato da un condottiero in tempi mitologici o che più realisticamente sia sfruttato come fonte di guadagni e contatti commerciali.
Il mare e il mito segneranno la storia del nostro capoluogo qualche secolo più tardi, con la notissima impresa del “sacro furto” delle ossa di San Nicola.
A questo dedicheremo il nostro prossimo approfondimento.

Foto tratte da giornaledipuglia.it

 

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