I miti di fondazione delle nostre città, Taranto
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- Pubblicato Sabato, 30 Novembre 2019 09:02
- Scritto da Teresa Gallone
di Teresa Gallone
Miti e leggende sono parte integrante della nostra cultura. Siamo nati e cresciuti con le storie e attraverso le storie. Quasi tutto lo dobbiamo alle nostre radici italiche, magnogreche e latine.
Ogni nostra città può vantare un corredo ampio di personaggi, avventure e aneddoti che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia.
Spesso i centri più importanti vantano mirabolanti miti di fondazione, parabole che esaltano la grandezza e la ricchezza della città. In questo articolo e nei prossimi approfondiremo i miti di fondazione delle città pugliesi.
Prima un po’ di chiarezza:
il mito di fondazione
Il mito di fondazione è cosa più che antica. Nasce con lo stesso concetto di città, di agglomerato politico, sociale ed economico, all’alba dei tempi.
Se si cammina lungo la linea del tempo, è praticamente impossibile non imbattersi in un mito di fondazione di qualsiasi civiltà, da nord a sud, da est a ovest nel mondo.
Si tratta di una storia che fonde elementi fantastici ad accadimenti reali, usata per raccontare e spiegare la grandezza di un centro urbano.
Taranto, la storia ufficiale
La città di Taranto fu fiore all’occhiello della Magna Grecia. La città dei due mari crebbe fiorente grazie alla sua posizione strategica, contesa da Greci, Romani, Bizantini, Longobardi e Normanni. La storia ufficiale pone come data di fondazione della città il 706 a.C., anno in cui gli Spartani, guidati da Falanto, si insediarono in quella zona compresa fra mar Adriatico e mar Ionio per espandere la rete dei commerci.
Il primo mito di fondazione:
Taras figlio del Mare
Taras (in greco antico Τάρας) è proprio figlio del dio del mare, Poseidone e di una nereide, Satyria. Cresciuto sano e forte, il ragazzo si mette a capo di una flotta per cercare un luogo propizio per fondare una città. Durante la sua ricerca si imbatte in un fiume che ribattezzerà Tara. Approvato il luogo per la fondazione, il figlio di Poseidone ringrazia il padre per la buona sorte con i dovuti sacrifici. In onore della madre il giovane fonda una località ancora esistente, Saturo.
Appare poi un delfino che Taras interpreta come conferma del benedizione paterna, animale che lo porterà via facendolo scomparire per sempre. Il giovane viene assunto fra gli eroi e le acque del fiume che portano il suo nome vengono dotate di poteri taumaturgici, ancora sfruttati dai cittadini tarantini.
In onore di Taras figlio di un dio, gli Spartani chiameranno la loro colonia Taranto, assumendo Poseidone e suo figlio come numi protettori.
Ancora oggi Taras è forte nella memoria dei tarantini: lo stemma attuale della città lo rappresenta mentre cavalca un delfino e maneggia un tridente.
Il secondo mito di fondazione:
Falanto e la pioggia dal cielo sereno
Il nome di Falanto di Sparta compare nella storiografia ufficiale. A lui va il titolo di fondatore della città di Taranto. Le sue imprese però, come tutte quelle dei condottieri fondatori, si intrecciano a eventi mitici.
Prima di partire da Sparta, Falanto avrebbe consultato l’oracolo di Delfi. La sacerdotessa di Apollo avrebbe avvertito il condottiero di fondare la città nelle terre degli Iapigi solo quando una pioggia fosse caduta dal cielo sereno. Dopo le prime sconfitte, Falanto si addormenta stremato sul grembo della moglie Etra che piangeva per le perdite della guerra. Le lacrime bagnarono le guance dell’eroe che comprese finalmente il significato dell’oracolo. Lo stesso nome della moglie rese chiaro tutto: Etra in greco significa “cielo sereno”. Il mattino dopo Falanto cominciò la sua impresa di fondazione della città che poi sarebbe diventata Taranto.
Foto. Slide ilteatrodegliamicitaranto.wordpress.com
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