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Black Friday e saldi nostrani, le origini

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Storia di come nacquero i saldi in Italia e negli Stati Uniti

di Teresa Gallone

Il nostro secolo è culturalmente fluido. Abbiamo a portata di mano la possibilità di vivere culture, usanze e tradizioni completamente diverse dalle nostre. Con il tempo le barriere si sono affievolite, la contaminazione si è fatta sempre più forte e unilaterale. Molto dagli Stati Uniti è stato preso e fatto nostro, spesso acriticamente o senza approfondirne la storia.
Tipico di novembre ormai da quasi un decennio anche in Italia è il cosiddetto “Black Friday”, il venerdì nero degli sconti delle merci. In questo articolo cercheremo di saperne di più su questa tradizione confrontandola con la nostra usanza dei saldi di gennaio e luglio.

Il Black Friday, storia del venerdì
che ormai è nero anche per noi

Si tratta del venerdì che segue i festeggiamenti del Giorno del Ringraziamento statunitensi. Ufficialmente fu aperto nel 1924 quando la catena di grandi magazzini Macy’s diede inizio alla parata che inaugurava l’apertura delle spese natalizie. Negli anni 60 si introdussero gli sconti per incentivare gli acquisti nel periodo che precede il Natale. Negli anni 80 il fenomeno è dilagato senza limiti per poi toccare le nostre sponde arrivando addirittura in Scandinavia. Il settore che più di tutti trae profitto dal Black Friday è quello elettronico.

Ma perché questo venerdì è nero?
Le teorie a proposito del nome sono due. Secondo alcuni il nome deriverebbe dalla congestione del traffico diretto a usufruire degli sconti validi esclusivamente per quel giorno. Il termine sarebbe stato coniato guardando il traffico di Philadelphia nel 1961.
Un’altra spiegazione guarda ai registri contabili dei commercianti. Questi erano soliti segnare le perdite in rosso e i guadagni in nero. Il venerdì dopo il Ringraziamento i loro registi erano decisamente neri.
Si aggiunge un’ulteriore teoria che dipingerebbe di nero questo famoso venerdì a causa dei frequenti episodi di violenza fra acquirenti.

I saldi nella tradizione italiana
In Italia la contrattazione sul prezzo è una tradizione atavica. Commerciante e acquirente ingaggiano una battaglia serrata per ottenere il massimo profitto e la minima perdita.
Lo sconto di partenza sulla merce in vendita venne però istituzionalizzato il 2 giugno 1939. La legge che venne approvata introdusse la categoria delle “vendite di liquidazione”, limitate ai capi di abbigliamento più soggetti alle fluttuazioni di mercato. Ogni commerciante era libero di applicare lo sconto desiderato e di scegliere il periodo dell’anno più opportuno. Molti però erano scoraggiati dalla trafila burocratica necessaria per segnalare agli enti di competenza la decisione di ribassare i propri prezzi.

Solo nel 1980 la questione degli sconti sulle merci fu risistemata. Vennero stabiliti i periodi dell’anno nei quali vendere prodotti a prezzi ribassati e si distinsero i tipi di sconti da applicare sulle merci: nacquero i saldi. Nel 1991 furono stabiliti come mesi di sconto validi per tutta Italia gennaio e luglio. Al di fuori di questo periodo ai commercianti è consentita la vendita promozionale degli articoli con l’obbligo di non effettuarla nei quaranta giorni prima dei saldi nazionali. Dal 1998 le regioni hanno una certa autonomia in merito alla questione saldi, potendo decidere le date d’inizio più opportune a seconda delle esigenze.

 

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