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Novembre viaggio fra usanze e riti, S. Cecilia e S. Caterina fra devozione e tradizione

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di Teresa Gallone

Nel precedente articolo abbiamo posto un’altra pietra al nostro percorso di scoperta delle tradizioni novembrine in Italia e in Europa. I riti romani per propiziare i raccolti con il favore dell’aldilà sono stati trasportati con variazioni nella tradizione cristiana del Medioevo. Paganesimo e cristianesimo si fondono dando vita a usanze che permarranno nei secoli successivi. A scandire i ritmi di un mese così  delicato per la vita contadina, non solo riti di propiziazione del raccolto ma anche manifestazioni di devozione verso due sante in particolare: Santa Cecilia e Santa Caterina d’Alessandria.

Santa Cecilia, la storia e la leggenda
Cecilia era una fanciulla patrizia nata a Roma nel II secolo d.C.
Andata in sposa al nobile Valeriano e trasferitasi nella casa coniugale, secondo la tradizione si sentì circondata di canti e melodie di organi ai quali rispose facendo voto di castità. Ricevette il battesimo da papa Urbano I e fu visitata da un angelo che le pose una corona di fiori sulla testa, cingendo anche il suo sposo.
Valeriano, sposo di Cecilia e Tiburzio, suo cognato, si dedicarono da cristiani ferventi alla sepoltura dei corpi dei confratelli. Vennero condannati a morte dopo aver convertito Massimo, l’ufficiale incaricato di sorvergliarli e torturarli. Valeriano, Tiburzio e Massimo divennero santi, festeggiati ogni 14 aprile insieme. Cecilia fu chiamata davanti al giudice e condannata a essere arsa viva ma la pena fu convertita alla decapitazione perché la giovane, secondo la tradizione, non soffriva né dava segni di cedimento e anzi cantava lodi e preghiere. Fu papa Urbano I a darle sepoltura e a trasformare la sua casa in una chiesa, rispettando le volontà della fanciulla. Il corpo di Cecilia venne traslato e in suo onore venne edificata una basilica in Trastevere, a Roma. Nel Canone della Messa viene ricordata per nome insieme alla vergine Maria.tradizioni-novembre-3-1

La patrona della musica
La tradizione che attribuisce questo patronato alla giovane risale al tardo Medioevo. L’episodio del banchetto nuziale in cui Cecilia si sentì riempita di canti celesti mentre gli strumenti terreni suonavano venne interpretato come “designazione divina” della fanciulla a protettrice della musica e dei musicisti.  Dal XV nell’iconografia tradizionale la santa cominciò a essere rappresentata con piccolo organetto al suo fianco. In realtà l’analisi di testi più antichi suggerisce che gli strumenti che “risuonavano” attorno a Cecilia non fossero organi a festa ma gli strumenti di tortura a cui fu sottoposta dopo la condanna. La santa quindi avrebbe intonato lodi a Dio durante le atrocità subite in detenzione.

Santa Cecilia, il Natale comincia con lei!
In parecchi paesi del barese e del tarantino è proprio il 22 novembre che dà inizio all’attesa del Natale. Il giorno dedicato a Santa Cecilia è riservato alla preparazione delle pettole e delle frittelle dolci e salate della tradizione. È però a Taranto che la santa occupa un posto speciale nel calendario delle tradizioni di novembre.
Profondamente radicati nella tradizione pastorale tardo pagana, i festeggiamenti in onore della santa cominciano prima dell’alba con il corteo di zampognari per le strade della città, rimando ai gruppi di pastori transumanti che dal centro della penisola scendevano in Puglia in inverno, usanza già testimoniata nel I a.C. nel De re rustica del latino Marco Terenzio Varrone. È proprio ai pastori che, secondo la tradizione, vengono donate pettole dolci e salate o, propriamente a Taranto in occasione di Santa Cecilia, il baccalà fritto. Il corteo degli zampognari a Taranto incontra la banda ufficiale della città e si dirige verso la Cattedrale di San Cataldo per la processione in onore della santa.
Novembre si saluta e si accoglie dicembre, carico di attese e di speranza.

La prossima tappa del nostro viaggio sarà dedicata alla figura misteriosa di Santa Caterina di Alessandria e alla tradizionale preparazione delle pettole che costella il mese di novembre e di cui i borghi pugliesi si contendono il primato dell’invenzione.

 

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