Novembre, viaggio fra usanze e riti. Le tradizioni dell’Antica Roma
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- Pubblicato Venerdì, 15 Novembre 2019 16:10
- Scritto da Teresa Gallone
A cavallo fra autunno e inverno, il mese di novembre nella sua transizione è accompagnato da riti e tradizioni particolari in tutta Europa. Usanze note, profondamente sentite nella vita comunitaria e familiare che affondano le radici in tempi remoti e che andremo ad approfondire in questo viaggio di scoperta
Il viaggio comincia: Roma, il culto
dell’aldilà e l’abbondanza del raccolto
di Teresa Gallone
Dalla commemorazione dei defunti alle celebrazioni per la chiusura dei lavori agricoli, nono mese nel calendario di Romolo (november da novem, nove) risulta fittamente costellato di appuntamenti familiari e collettivi sin dall’Antica Roma.
Il mese era inaugurato dall’Epulum Iovis, il banchetto in onore di Giove. La statua del dio prendeva posto a una tavola imbandita di farro, carni e formaggi. La tradizione di imbandire una mensa il primo di novembre risalirebbe a tempi più antichi: i Romani avrebbero mutuato l’usanza dagli Etruschi che erano soliti a novembre metter su banchetti ai quali avrebbero partecipato anche I defunti per propiziare la vita e i raccolti dei cari in vita. Testimonianze di questo genere ci provengono dagli affreschi sulle tombe a camera presso Tarquinia in provincia di Viterbo. Il tutto sarebbe stato accolto e istituzionalizzato dal secondo re di Roma Numa Pompilio.
Questa usanza si è mantenuta in tempi post pagani, diventando parte integrante delle commemorazioni in onore dei defunti.
Sempre sulla falsariga del contatto fra mondo terreno e aldilà, il 7 e l’8 novembre erano dedicati al Mundus Patet (“il mondo si apre” ndt). All’incrocio fra le due arterie principali della città, il cardo e il decumano, sorgeva un santuario dedicato a Cerere con una fossa sotterranea. Questa rimaneva chiusa tutto l’anno e scoperchiata in tre momenti dell’anno: 24 agosto, 5 ottobre e 8 novembre. Questo rito aveva la funzione di mettere in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti per propiziare le ultime attività agricole. La dea Cerere infatti non era solo la madre di Proserpina, sposa del dio dell’Ade, ma anche dea tutelare dell’agricoltura e della terra. Mentre si tenevano i riti in onore della dea, i defunti avevano la possibilità di ascendere sulla terra e salutare i cari in vita.
Chiudevano i riti dedicati ai defunti e alla ricchezza terrena i Ludi Plutonis et Proserpinae (“Giochi di Plutone e Proserpina” ndt), ogni 22 novembre. Gli dei dell’Oltretomba infatti erano anche rispettivamente gli dei della ricchezza e dell’abbondanza delle messi. Il re degli Inferi deve il suo nome all’aggettivo greco Πλοῦτος (plùtos) che significa ricco. La sua sposa propiziava invece la crescita del grano primaverile durante il suo soggiorno sulla terra. Due giorni dopo nei festeggiamenti si coinvolgeva Bacco, dio del vino e dell’ebbrezza, con la celebrazione dei Brumalia.
In questa occasione ai soldati, agli agricoltori e ai cacciatori veniva concesso riposo. Si interravano i semi e si sacrificavano capre per scongiurare danni alle viti. I sacerdoti venivano omaggiati con miele, vino e olive e ci si scambiava un augurio particolare: vives annos (“vivi per molti anni” ndt).
Lo scrittore Plinio il Vecchio nella sua opera Naturalis Historia ci tramanda un’altra tradizione legata al mese di novembre, la raccolta del miele. Le operazioni cominciavano alle Idi del mese (13 novembre) e vedevano un’intera comunità impegnata nella raccolta del “miele d’erica o selvatico”, invernale e non così pregiato come quello primaverile o estivo. Plinio inoltre ci testimonia la presenza di veri e propri alveari domestici costruiti appositamente nelle ville, tenuti e conservati per la raccolta del miele e della cera.
Con I raccolti messi al sicuro sotto la protezione degli dei e il miele posto a fermentare per l’inverno, si chiude la prima tappa del nostro viaggio alla scoperta delle tradizioni del mese di novembre.
Nel secondo approfondimento vedremo come le antiche tradizioni romane siano rimaste salde, benché modificate, nell’Italia e nell’Europa medioevali.
Foto, dall'alto verso il basso tratte da wikipedia.it, capitolivm.it, romanoimpero.com