Invito al libro, “Rutigliano in foto. Storie, mestieri, tradizioni”
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- Pubblicato Venerdì, 17 Maggio 2019 08:47
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
Sac. Pasquale Pirulli
La sera del 6 maggio c.a. il salone della biblioteca comunale nello storico convento di San Domenico ha ospitato la presentazione del volume «RUTIGLIANO IN FOTO STORIE, MESTIERI,TRADIZIONI», ultima fatica dell’avv. Benedetto (Tino) Sorino che si è avvalso della collaborazione di Pasquale Gasparro.
Ha condotto la serata Filomena Vacca e hanno relazionato Bianca Tragni, Dott. Roberto Romagno, sindaco di Rutigliano, Avv. Rocco Giuseppe Poli, assessore alla cultura, Vito Lorenzo Gasparro, musicista, e il fotografo Mario Laforgia, che ha presentato un video riassuntivo della ricerca.
Il ponderoso volume di pp. 390 è stato stampato da NeP edizioni di Roma e nella copertina riporta la foto della tradizionale processione del SS. Crocifisso guidata dal can. Domenico Silletti e nell’ultima la foto di due ricamatrici (Grazia Silletti e la apprendista Teresa Massari) ritratte mentre presentano un ampio prezioso ricamo a filet.
La prefazione è di Bianca Tragni che sottolinea il valore documentario del volume che raccoglie le foto di storici indimenticabili interpreti di antichi mestieri maschili (figulo, barbiere, tintore, sarto, fabbro, calzolaio, sellaio, carrettiere, cestaio, bottaio venditore ambulante, ecc.) e femminili (ricamatrice, merlettaia, sarta, calzettaia, stiratrice, lavandaia, materassaia, magliaia, filatrice, ecc.) e ne rileva anche il pregio estetico. A livello storico c’è una meticolosa ricerca non solo dei mestieri ma dei diversi artigiani di cui i figli o i nipoti riportano espressioni. Commossa la collaborazione di Pasquale Gasparro nel ricordo del nonno “girovago in maglieria ed altro” che in questo volume ha dato spazio al suo amore per la storia. Non quella paludata dei grandi scenari degli stati e dei protagonisti di battaglie ma quella quotidiana dei piccoli fatti “della via nascosta del paesello sperduto”. È la lezione sempre valida della scuola francese (Jacques Le Goffe) che attraverso le piccole storie dei villaggi ricostruisce e si riaggancia alla grande storia nazionale e poi ancora continentale e mondiale. Anche l’avv. Tino Sorino introduce il suo certosino lavoro di ricerca e di documentazione che lo ha portato a rapportarsi con tanti umili “artisti” che avevano la voglia di raccontarsi ripercorrendo la propria storia e recuperando i ricordi fotografici degli inizi e degli strumenti del proprio lavoro.
Nella prima parte dopo aver spiegato i termini della tradizione, del folklore si sofferma sulle antiche tradizioni di Rutigliano (dai pellegrinaggi a Monte S. Angelo, ai falò di S. Antonio, la festa di S. Martino, il passa-passe dell’Annunziata (ripreso grazie alla collaborazione del Comitato pro Annunziata in sintonia con l’Arciconfraternita del Carmine), la pentolaccia, l’albero della cuccagna, la castellana grande. Queste tradizioni sono commentate dai ricordi dell’anziana signora Domenica che poi si sofferma sulla fiera di S. Lorenzo, i rapporti con il vicinato, la scuola, la chiesa e il rituale del fidanzamento e del matrimonio,. L’ultimo capitolo di questa prima parte descrive lo storico canonico D. Domenico Silletti nella sua vita privata e nella sua partecipazione alle solenni processioni attraverso i ricordi di Fiorita Cardascia, madre di Tino.
La seconda parte è una lunga carrellata di ben 25 capitoli dedicati agli antichi mestieri che vengono illustrati con le foto e le vicende di uomini laboriosi e umili nel ricordo dei nipoti. Sullo schermo della memoria sfilano i calzolai (Giovanni Cannone, Paolo Giummarella, Nicola Giummarella, Francesco Dibattista, Nunzio Creatore, Domenico Poli, Pinuccio Carbonara , VitoMenelao), i falegnami (Francesco Santilli, Giovanni Colabene, Nicola Dibattista, Angelo Sante Silletti Vito Leonardo Carbonara, Antonio Lombardo, Giuseppe Tanzi), i bottai (Nicola Cardascia, Francesco Cardascia), i mastri di traini (Vincenzo Gassi, Modesto Iato, Francesco Iato, Nicola Farella, Giuseppe Diomeda,), i carrettieri (Pietro Moccia, Oronzo Valenzano, Giovanni Valenzano, Vito Loenardo Valentino, Giuseppe Sozio, Michele Sorino, Giovannji Ruospo, Giuseppe Romagno, Pasquale Poli, Giuseppe De bellis, Giovanni Meliota), i sellai (Giovanni Borracci, Marino Borracci. Francesco Avella), i fabbri e i maniscalchi (Nicola Ruggieri,, Francesco Mazzone, Gaetano Mazzone, Domenico Mazzone, Vito Marino Ruggieri, Filippo Larizza), i cestai, i fotografi (Stefano Netti,, Oronzo Menolascina, Michele Ficarelli, Mimmo Mastronardi, Giovanni Paradiso, Angelo Saponara, Vito Avella, Nicola Lucewri, l’impagliatore di sedie ( Giuseppe Poli, Gaetano Poli, Trifone Ruospo), i figuli (Giovanni Lamparelli, Tonino Samarelli, Filippo Lasorella), i baribieri (Vincenzo Colamussi, Michele Sanapo. Carmine Lmaprelli, Cosimo Troiani, Lalino Cardascia Vito Donato Divella, Franco Renna, Vito Dipguardi, Giuseppe Dioguardi, Vincenzo Amatulli) i sarti (Paolo Avella,, Cesare Avella, Giuditta Scattarelli, Nicola Dibattista, Vito Nicola Antonelli, Cosimo Mangini, Anna Sorino, Lucrezia Sorino, Carmine-Ninuccio Delledera. Angelo Domenico Giummarellla, Teresa Dioguardi, Domenica e Margherita Avella, Anna Petruzzi, Maria Dioguardi, Nicola Giampaolo), ricamatrici (Sr. Edvige cae. Irene Porcelli, Mangini Caterina, Grazia Magini, Angela Dibattistas Elisabetta Silletti, Grazia Silletti, Mariannina e Lucrezia Sorino.Marietta e Irene Porcelli, Addolorata Laforgia, Rita Cecilia, Teresa Filomena Localzo, Elvira Gallone, Caterina Amodio. Gianna Iaffaldano, Maria Rosaria Sforza, Martina e Maria Romito, Mariella Diomeda), Filatrici e Ttessitrici (Domenica De Filippis, Caterina Lamparelli, Angelina Flora e Loretta Ruggieri, Maria Valenzano) i tintori ( Maria Carmela Amodio, Domenico Diomeda, Vito Nicola Diomeda, Ernesto Diomeda, Luigi Diomeda, Domenico Diomeda) e poi ancora le calzettaia (Paola Inzucchi, Domenica e Antonia Pirulli), la magliaia (Angela Barone), le materassai (Luisa Amodio, Rosa Avella, Isabella Loiotine, Lucrfezia Lamparelli, Maria Orlando, Teresian Localzo, Aurelia Lamparelli, Le lavandaie-stiratrici (Maria Mangialardo, Santa Spanuolo, Francesca Gasparro, Anna Maria Setola, Rosa Minnurri, Grazia Delnero), i fornai (Gianvito Carulli, Mimì Coppola Giuseppe Antonelli e Giovanni Antonelli)). A chiudere questo catalogo degli antichi mestieri ci sono i mugnai e qui vengono ricordati il mulino di “Orlando-Spinell”, quello dei fratelli Depalma (Michele, Francesco, Vito e Domenico) e quello di Mimì Divella che oramai è diventato una azienda a dimensioni mondiali e che ha iniziato nello stabilimento di via Fiume e poi ha realizzato il complesso industriale sulla provinciale Rutigliano-Adelfia. Una ultima scheda è quella dedicata alla vinicola di Vito Palumbo.
Il racconto fotografico è arricchito da schede tecniche sugli strumenti dei vari mestieri e da ricerche di archivio presso la Camera di Commercio di Bari e l’Archivio Storico del comune di Rutigliano.
Il volume è concluso dalle luminose tavole di Maria Bonaduce, Amatore Difino, Giuseppina Diomede e Maria Teresa Radogna. Al termine della sua fatica l’autore oltre ai necessari riferimenti bibliografici, si premura di citare le fonti orali con un lungo elenco di quelli che gli hanno messo a disposizione archivi personali, familiari oppure informazioni di prima mano.
Nell’ultima di copertina gli autori dichiarano la finalità del loro lavoro: “Attraverso l’intreccio di tante storie individuali, attraverso il racconto di antiche tradizioni, si può ricostruire la storia non troppo lontana di un paese che non vuole dimenticare il passato, da cui trae forza per affrontare il presente e costruire il futuro”.
Non c’è che dire un volume prezioso che ricostruisce dal basso la vita del nostro paese e trasmette la memoria dei posti di lavoro, degli strumenti della fatica e di umili eroi del quotidiano.