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Era il tempo del castagnaccio e dell'innocenza

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castagnaccio


di Saverio Ciavarella

Erano gli anni ’50. A Rutigliano come in Italia, gli adulti canticchiavano le canzoni di Domenico Modugno (nel blu dipinto di Blu, vecchio Frak), di Nilla Pizzi (Grazie dei fior), del Quartetto Cetra (Nella Vecchia Fattoria, Casetta in Canadà) e di Claudio Villa (Buongiorno tristezza, Binario). Gli Agricoltori cominciavano a impiantare i vigneti dell’uva regina che tanta ricchezza porterà alla economia della nostra Città.

Più di mille eravamo gli alunni frequentanti l’unica Scuola Elementare esistente a Rutigliano: l’edificio “Giuseppe Settanni”. Noi maschietti indossavamo rigorosamente grembiuli neri, colletto bianco con fiocco blu, mentre le femminucce usavano grembiuli bianchi o neri, colletto bianco e fiocco blu. In attesa del temuto squillo della campanella delle ore otto per l’entrata a scuola, sciamavamo come api divertendoci attraverso giochi semplici ed innocenti, occupando quasi tutta la pineta. Castagnaccio 1

A partire poi dalla fine del mese di Ottobre fino agli inizi del mese di Aprile, abbondavano castagne e castagnaccio. Molti scolari, nelle tasche dei grembiuli nascondevano la loro segreta colazione: castagne semiaperte dal fuoco e fichi secchi con noccioli di mandorle tostate e piccoli pezzi di bucce d’arancia.
Proveniente dal vicino Comune di Valenzano, ogni giorno, in quel periodo, davanti all’ingresso dell’edificio scolastico, sostava perennemente un brav’uomo dal basco grigio accanto ad una bicicletta munita di un ampio portapacchi sul quale c’erano due o tre larghe casseruole di rame, piene di castagnaccio pronto per la vendita a 10 lire al pezzo.

Il castagnaccio, un tempo definito il “dolce dei poveri” era composto da farina di castagne, acqua, olio, sale e, solitamente, pinoli. Per noi fanciulli che il dolce, come la carne, lo mangiavano solo la domenica costituiva un vero e proprio “dono di Dio”.

Quanto tempo è passato da quegli anni felici della scuola elementare! Il brav’uomo dal basco grigio non è più al suo posto davanti alla scuola, gli alunni di allora sono diventati attempati mentre, quelli di oggi, nascondono “preziose” merendine ma, il magico sapore e il profumo di quel castagnaccio, dolce dei poveri, nel frattempo diventato “dolce dei ricchi” è rimasto tale e quale.

 

 

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