Diritti e democrazia alla “periferia del mondo”, l’esperienza di Valeria Patruno
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- Pubblicato Martedì, 22 Maggio 2018 13:21
- Scritto da Teresa Gallone
La Libreria Barcadoro presenta “La macchina
per cucire. Viaggio alle periferie dei diritti”
di Teresa Gallone
È fra le “periferie dei diritti” che si snoda il percorso di viaggio di Valeria Patruno, autrice de “La macchina per cucire” (Giazira scritture) e ospite di Palazzo San Domenico il 16 maggio scorso.
Ad accompagnarla nella riflessione l’editore Cristiano Marti, il dirigente scolastico Nicola Valenzano e Padre Massimiliano Carucci, docente presso la Facoltà Teologica Pugliese.
Valeria Patruno condensa in 194 pagine il lavoro di quasi due decenni presso le agenzie delle Nazioni Unite e presso le ONG, fornisce spaccati di mondi che «troppo spesso rimangono cristallizzati sui titoli dei giornali». Non ama la definizione di «diario di viaggio» per la sua opera, preferisce che si presenti come una «finestra sul mondo», un’apertura doverosa su contesti ritenuti troppo lontani per essere degni di attenzione.
Fra Africa e Asia, Valeria Patruno racconta il cammino verso la democrazia, un percorso che richiede un prezzo altissimo e che «deve partire dal basso», dai diritti fondamentali che mancano e che sono dati per scontati dagli abitanti dell’altra parte del mondo.
Assieme a Padre Carucci ricorda di chi ha contribuito a costruire le fondamenta dell’edificio democrazia nelle periferie del mondo, di Padre Prosperino Gallipoli e delle sue cooperative zootecniche in Mozambico, del lavoro e dell’istruzione come «diritti dei diritti».
A chi le chiede dove si collochino geograficamente le «periferie dei diritti» risponde «ovunque, in qualunque epoca storica, in qualunque luogo, ogni volta che i diritti vengono calpestati o ignorati».
È all’attualità che mira la chiusura, il cenno al titolo, la macchina per cucire simbolo del lavoro che dà dignità all’uomo, diritto legato a doppio filo con quello all’istruzione, entrambi vacillanti nella nostra parte di mondo che mai si percepisce come «periferia».