Papa Francesco tra Scalfari e Socci: «Partita truccata!»
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- Pubblicato Venerdì, 30 Marzo 2018 17:19
- Scritto da sac. Pasquale Pirulli
sac. Pasquale Pirulli
I due signori citati nel titolo sono reputati fior di giornalisti: il primo è stato fondatore di Repubblica (il secondo quotidiano italiano) che si riveste dei panni di “padre nobile” e il secondo imperversa sui sociali (facebook) pretendendo a volte di insegnare al papa, specialmente al papa gesuita Francesco cioè a Mario Jorge Bergoglio, a fare il papa.
Per quanto riguarda il sig. Eugenio Scalfari e la sua “intervista” ricostruita dopo un incontro amichevole con papa Francesco a Casa Santa Marta, si può commentare inizialmente che “il lupo cambia il pelo ma non perde il vizio!”. Infatti questa è la terza volta che ripete la poco nobile impresa di boicottare come “intervista” quello che lui ricorda di un incontro tra amici. Era avvenuto nel novembre 2013 e poi ancora nel luglio 2014. Questa volta cioè il 29 marzo 2018 sulle pagine della sua Repubblica Eugenio Scalfari l’ha fatta grossa, tanto da provocare una puntigliosa messa a punto da parte della Sala Stampa del Vaticano. E’ un fallo da espulsione: cartellino rosso immediato!
Durante la presunta intervista egli ha rivolto a papa Francesco questa domanda: “Santità, nel nostro precedente incontro lei mi disse che la nostra specie ad un certo punto scomparirà e Dio, sempre dal suo seme creativo, creerà altre specie. Lei non mi ha mai parlato di anime che sono morte nel peccato e vanno all’inferno per scontarlo in eterno, Lei invece mi ha parlato di anime buone e ammesse alla contemplazione di Dio. La le anime cattive? Dove vengono punite?”
Risposta: «Non vengono punite; quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici».
La reazione di Antonio Socci su «LiberoQuotidiano» e sulla sua pagina di Facebook è stata quanto mai violenta: “Ora è ufficiale. Bergoglio sostiene tesi eretiche. Si pone una domanda drammatica: Come può restare in quel posto?”. E giù ad invocare magari la convocazione di un concilio ecumenico per dichiarare ufficialmente eretico chi si professa gesuita seguace delle dottrine di P. Theilard de Chardin e di P. Karl Rahner .
A calmare le acque agitate dall’improvvido scoop, vera fake news, pubblicato da Eugenio Scalfari con grande superficialità e poco rispetto di Francesco, di cui si proclama amico, è intervenuto tempestivamente il direttore della Sala Stampa Vaticana con una dichiarazione ufficiale pubblicata nel Bollettino dello stesso ente: “Quanto riferito dall’autore nell’articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo deve esser considerato quindi una fedele trascrizione del Santo Padre”.
Beh!, non c’è che dire. La comunicazione nella nostra società supertecnologica è un grosso problema con tanti trabocchetti e ne abbiamo le prove prima con l’incidente di cui si è reso protagonista prima Mons. Dario Edoardo Viganò e poi l’ineffabile Dott. Eugenio Scalfari. Costruire un’intervista per vendere qualche copia in più del giornale? Un colpo basso a un amico e una caduta di stile professionale!
Quindi non c’è tanto da allarmarsi per le grida esagitate di “Al lupo! Al lupo” alzate dal “pastoricchio” Socci in difesa della dottrina tradizionale dell’esistenza dell’inferno. Nelle tante partite della comunicazione sarebbe opportuno introdurre le modalità di richiamo (cartellino giallo) e di espulsione (cartellino rosso) a difesa della verità e delle persone (intervistati e destinatari)