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Giornata della Memoria, faccia a faccia con la Storia per un futuro migliore

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Giornata della Memoria, «Ricordare per non dimenticare»
Ugo Foa incontra i ragazzi della Settanni Manzoni

di Teresa Gallone

«Il ritorno alla ribalta delle destre xenofobe in Europa? Lo temo e tuttavia so che i giovani sapranno agire con coscienza attraverso il voto». Così ci risponde Ugo Foa, capo della comunità ebraica di Roma e diretto testimone dell'antisemitismo italiano, protagonista della conferenza del 31 gennaio scorso presso la Scuola Primaria G. Settanni. Emozionato per la lunga giornata passata con i ragazzi dell'Istituto Comprensivo Settanni-Manzoni, si dice speranzoso per il futuro, ha piena fiducia nei giovani e nella formazione delle loro coscienze. Continua dicendoci: «Il razzismo continua a esistere oggi, tuttavia è meno subdolo, è più semplice riconoscerlo e più difficile inculcarlo, grazie all'educazione e alla memoria».testimonianza-shoah-settanni-0

Proprio il ricordo è il fulcro dell'incontro che ha visto in prima linea i ragazzi delle classi quinte della scuola primaria e gli alunni della III B della secondaria inferiore, tutti impegnati in approfondimenti, riflessioni e produzioni originali, guidati dai docenti e dalla naturale curiosità verso una delle pagine più funeste e insensate della storia del secolo breve.
Tutta l'attenzione di Ugo Foa è per i ragazzi, si confessa piacevolmente sorpreso dal loro coinvolgimento. Spiega che le leggi razziali italiane del 1938 hanno colpito proprio la fascia giovane della popolazione ebraica nostrana. Ricorda con amarazza il senso di impotenza e di non comprensione alla scoperta dell'impossibilità di iscriversi a scuola: «La mia prima reazione fu il pianto e penso che sia la più naturale delle reazioni per un bambino. Non abbiate paura di piangere, il pianto fa bene all'animo. Dopo il pianto le cose appaiono più chiare».

Ammette senza problemi il dolore provato nei giorni successivi, il timore della perdita dei cari, la paura di parlare. Per anni il pudore gli ha impedito di affrontare il ricordo di quel periodo con chiunque non fosse stato direttamente coinvolto. Proprio in virtù della sua esperienza, sprona i ragazzi ad approfondire sempre con curiosità ed empatia, non badando solo ai freddi numeri delle vittime ma ricordtestimonianza-shoah-settanni-1ando i nomi, le storie, i sopravvissuti di una storia che «dopo i momenti bui compensa sempre».

Aggiunge di più il professor Raffaele Pellegrino, docente di storia e collaboratore dell IPSAIC (Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea): «l'Italia ha contribuito attivamente nel progetto persecutorio, partendo dalla fascia più debole della popolazione, i giovani, gli studenti. La vita dei bambini ebrei italiani dopo le leggi razziali del 1938 è diventata confusa, essendo venuti a mancare improvvisamente due punti focali per l'infanzia: la figura genitoriale e l'istituzione scolastica». Anche Ugo Foa tiene a sottolineare il ruolo attivo dello Stato e dei cittadini nell'insensato progetto di creazione della "razza

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fascista", ricorda delle denunce dei connazionali, del tariffario dei guadagni, cita la famiglia Procaccia, rifugiata in Toscana e poi scoperta grazie alle delazioni di abitanti del posto. Non manca però di rendere merito ai napoletani e alla fiera resistenza contro i tedeschi durante le poco citate Quattro Giornate di Napoli del 1943.

Che la speranza riposta da Ugo Foa nelle giovani generazioni  non sia vana è stato dimostrato dalle produzioni artistiche delle classi quinte e dalla mini inchiesta condotta dalla classe III B. I ragazzi tutti si sono cimentati in ricerche storiografiche accurate, confrontati con fonti dirette e con testimoni autentici, annotando accuratamente e intervistando concittadini. Il coinvolgimento dato da un'esperienza diretta sul campo è sensibile nelle parole di un alunno della III B: «Il lavoro ha coinvolto me e tutti i miei compagni, è stato molto interessante ascoltare le testimonianze degli anziani che hanno vissuto direttamente quel periodo».

Visibile l'orgoglio a fine evento di coloro che hanno l'impegnativo compito di formare ed educare le giovani generazioni, il corpo docente, il Dirigente Scolastico Maria Melpignano e Marisa Damato, Presidente della LUTE e parte integrante del progetto.

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