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A Natale salviamo il presepio e… Accogliamo Gesù!

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presepe-san-francesco


di Sac. Pasquale Pirulli
don pasquale foto
In questo periodo ritornano tristi ritornelli che, all’insegna del laicismo e con la scusa dell’accoglienza degli stranieri, specialmente da parte di avventurosi dirigenti scolastici, danno l’ostracismo dalle scuole di ogni ordine e grado al tradizionale presepio. A questi paurosi tutori e paladini del laicismo oscurantista dobbiamo ripetere sommessamente che la nascita di un bambino non costituisce alcun pericolo per la serenità, la pacifica convivenza e la formazione umana e culturale degli alunni, sia pure i più piccoli.

L’attenzione ai diversi e l’accoglienza degli altri, sia pure lontani per cultura e tradizioni religiosi (maomettani, induisti, shintoisti, o anche luterani, evangelici, valdesi, ecc), non esige che si oscurino e si cancellino le autentiche tradizioni del nostro popolo. Anzi il santo laicismo, nel suo significato originario, dice attenzione ai costumi e alla cultura del popolo (laico deriva dal greco  λας che significa popolo) conseguentemente rispetto di tutto quello che un popolo esprime nella sua storia e nella sua cultura. Qualche dirigente scolastico di ultimo grido con i grilli illuministici nella testa ha cancellato anche il termine “NATALE” sostituendolo con il tautologico “LA GRANDE FESTA DELLE FESTE”. Forse giova ricordare a tutti che la festa del Natale fa parte della trazione culturale italiana e che la poetica proposta del presepio si deve a S. Francesco d’Assisi il quale nel Natale dell’anno 1223 volle rivivere in quel di Greccio l’emozione, la fede  dell’evento in cui veramente nel Figlio nato da Maria di Nazareth e affidato alla protezione del suo sposo Giuseppe,  si realizza la storia di un  «Dio con noi» proprio perché egli nel Bambino di Betlemme è diventato «uno di noi, perché fatto di carne come tutti noi».  

Non è fuori posto ricordare l’esortazione di papa Francesco durante l’Angelus di Domenica 17 dicembre ai fedeli presenti in Piazza San Pietro con i bambini che presentavano il Bambinello da far benedire: “Fate Natale, ma non espellete, non allontanate Gesù dal vostro Natale. Il Natale è Natale soltanto se c’è Gesù!”. Del resto sia il presepio sia la festa non fanno altro che raccontare e celebrare la storia di Gesù che nasce nella grotta di Betlemme. E’ una vera storia di umiltà, di povertà, di amore di pace. E’ la storia di una famiglia che affronta ogni disagio (la persecuzione di Erode, l’esilio in Egitto, il nascondimento laborioso di Nazaret) e la grotta del presepio è la casa in cui possiamo ritrovare con tutta la nostra umanità e dire al mondo la buona notizia della gioia, della vita e della pace  nel sorriso nelle lagrime e nella manine del figlio di Maria, sposa di Giuseppe. 

Un presepio semplice povero con il grande dono di Dio che è pur sempre il suo Figlio e cioè il Dio con noi. Natale con il suo presepio e con il Bambino una storia di amore che è buona notizia, cioè Vangelo, per tutti gli uomini di buona volontà. Con queste riflessioni auguro un sereno e gioioso Natale a tutti, specialmente ai piccoli che sognano, ai giovani che sperano, agli adulti che combattono, agli anziani che ricordano l’emozione di una letterina natalizia messa sotto il piatto del papà e la processione casalinga in cui il più piccolo deponeva il Bambinello nel presepio che ogni anno perdeva qualche pecorella.

 

 

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