Nota Settimanale. Le porte sempre aperte a tutti!
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- Pubblicato Sabato, 30 Luglio 2016 20:31
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
di sac. Pasquale Pirulli
L’efferato e offensivo attacco alla piccola chiesa di Saint Etienne du Rouvray (Rouen) e la barbara uccisione dell’anziano sacerdote P. Jacque Hamel e di uno dei fedeli hanno suscitato generale sgomento non solo tra i cristiani di Francia ai quali ha espresso la sua vicinanza papa Francesco.
Da parte dei musulmani una prima positiva reazione si è avuta venerdì u.s. 29 luglio quando il Consiglio delle moschee di Francia ha rivolto l’invito ai seguaci del profeta Maometto a recarsi domenica prossima 31 agosto nelle chiese cristiane per assistere alla S. Messa in segno e “testimonianza di fratellanza spirituale”.
Questo invito rivolto ai musulmani di Parigi, Lione, Marsiglia e altri centri è stato preceduto dalla presenza di alcuni cristiani di Saint Etienne alla preghiera islamica del venerdì e all’ascolto della parola del sacerdote P. Pierre Bellhache cui è stato permesso di parlare ai musulmani.
In Italia la COREIS (Comunità Religiosa Islamica Italiana) e l’UCOI (Unione Comunità Islamiche) hanno diffuso un comunicato di invito a che questa iniziativa sia realizzata anche in Italia. Non sappiamo il risultato della auspicata presenza degli islamici in visita alle chiese cattoliche ad esprimere condanna di un delitto insensato e desiderio di dialogo vicendevole .
L’invito è stato giudicato positivamente dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e il portavoce della stessa C.E.I. don Ivan Maffeis ha affermato: “La Chiesa italiana non fa propria né una logica di chiusura né di vendetta”. Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha commentato: “ Credo che sia un segno molto bello che ci si aspettava e che vuol dire come i credenti di tutte le religioni, in particolare cristiani e musulmani, condannino la violenza in nome di Dio, considerandola falsa e contraria ad ogni ispirazione religiosa”.
Ci auguriamo e preghiamo insieme, cristiani e musulmani, a che il sangue del martire P. Jacques Hamel fecondi l’ulivo (simbolo di pace in ogni cultura!) di una decisa volontà di apertura e dialogo vicendevole e siano sempre aperte le porte dei cuori prima di tutto e poi anche quelle delle chiese e delle moschee.