Nota settimanale. Chiesa insanguinata!
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- Pubblicato Mercoledì, 27 Luglio 2016 14:04
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
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di sac. Pasquale Pirulli
E’ particolarmente difficile scrivere qualcosa in questi momenti così difficili in cui notizie di sangue e di morte si diffondono con angosciosa frequenza!
Nella mattinata del 25 luglio 2016 due terroristi dell’ISIS hanno fatto irruzione nella piccola chiesa di Saint Etienne du Rouvray, arcidiocesi di Rouen, e hanno preso in ostaggio il sacerdote celebrante, due suore e due fedeli.
Hanno sgozzato mentre celebrava la S. Messa il parroco emerito D. Jacques Hamel di 86 anni e ferito gravemente uno dei fedeli che poi è deceduto. Sulla morte di P. Jacques ecco il racconto della testimone Sr. Danielle, riportato da Claudio Torre del quotidiano “il Giornale”: “I due gridavano Daesh e Allah Akbar. Volevano che Padre Iacques si inginocchiasse, giravano attorno all’altare facendo una specie di proclama islamico in arabo. Poi quella richiesta al prete: “Inginocchiati!” Padre Jacques non ha voluto inginocchiarsi, ha resistito e credo che tutto sia precipitato in quel momento”.
"Così uno dei due ha sgozzato il prete. Tutti urlavano, i fedeli inorriditi e anche i due invasati. “Fermatevi, fermatevi”. Io ero vicina alla porta, nessuno mi guardava”. Padre Jacques si deve essere accasciato perché la suora racconta che “quello del coltello si era chinato per raccoglierlo. L’atro stava riprendendosi mentre pregava in arabo davanti all’altare. Una barbarie. Ed è stato allora che son corsa subito fuori senza che nessuno se ne accorgesse”. Le teste di cuoio della polizia hanno ucciso i due terroristi di cui uno di appena 19 anni. Il terrore jiadista continua ad insanguinare la Francia!
L’arcivescovo di Rouen che si trovava a Cracovia per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù alla notizia si è raccolto in preghiera e ha dichiarato: “La Chiesa cattolica non ha altre armi che la preghiera e la fraternità fra gli uomini. Ai giovani che sono a Cracovia chiedo, imploro di non abbassarsi davanti alle violenze e di diventare apostoli della civiltà dell’amore. Ai giovani dico che non abbiamo altra via che il dialogo!”. E ha lasciato Cracovia per rientrare subito a Rouen.
P. Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha rilasciato questa dichiarazione: “Il Papa è informato e partecipa al dolore e all’orrore per questa violenza assurda, con la condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite. Siamo particolarmente colpiti perché questa violenza è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro in cui si annuncia l’amore di Dio, con la barbara uccisione di un sacerdote e il coinvolgimento dei fedeli. Siamo vicini alla Chiesa di Francia, alla Arcidiocesi di Rouen, alla comunità colpita, al popolo francese”.
Da parte di tutti gli uomini di buona volontà, preoccupati di questa scia di sangue che attenta alla pace degli uomini, ci sia la ferma protesta contro questo terrorismo insensato. Non è vera religione, cioè espressione autenticamente umana di fede, quella che attenta alla vita degli altri uomini quale omaggio gradito a un Dio che dal profeta Allah viene qualificato “il Misericordioso”.
Si auspica che i seguaci autentici dell’islam (parola che vuol dire “sottomissione”) siano capaci di coniugare la loro fede con una condanna decisa di ogni violenza frutto di terrorismo e di intraprendere e continuare un dialogo di amicizia e di fraternità.
La Chiesa conserva le memoria dei suoi martiri, dei quali P. Jacques e il suo compagno non saranno gli ultimi, e ricorda nella speranza il sapiente ammonimento del grande e coraggioso Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, strenuo difensore dei cristiani perseguitati dinanzi ai tribunali di Roma: “Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani!”. Questo è l’auspicio per la chiesa di Francia insanguinata nella piccola chiesa di Saint Etienne de Sauvray!
Vorrei concludere questa nota settimanale con le ultime parole di mons. Nicolas Brouwet, vescovo di Tarbes e Lourdes: “Noi domandiamo a Dio la forza di non cedere al risentimento, la grazia di avere sempre gli occhi fissi di Lui e di conservare la nostra speranza e la nostra gioia!”.