Nota settimanale. In Bangladesh un ramadan grondante sangue!
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- Pubblicato Domenica, 03 Luglio 2016 10:39
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
di Sac. Pasquale Pirulli
Ancora sangue di innocenti sparso da fanatici guerriglieri islamici al grido “Allah è grande!” Dal bar di Dacca, città capitale del Bangladesh, problematico paese del sud-est asiatico, stretto dal Pakistan contro la penisola indiana, che deve fare i conti con una povertà endemica, arrivano immagini sconvolgenti.
Sei terroristi con una strategia di guerra hanno preso in ostaggio i clienti del locale, operando la selezione delle loro vittime attraverso la conoscenza dei versetti del Corano e hanno fatto 20 vittime tra le quali si contano ben nove italiani, imprenditori nel settore tessile.
Dinanzi ad una azione di guerra (qualcuno già ipotizza lo spettro di una terza guerra mondiale!) gli esperti di politica internazionale, sempre alla ricerca di razionali spiegazioni (?!!) oltre al confronto tra partiti politici che si scontrano nel paese asiatico, richiamano lo scontro tra Islam moderato e terrorismo jihadista, in cui è protagonista l’Isis.
Questo è il mese del sacro digiuno in osservanza della legge del Corano e ci si domanda se le spedizioni terroristiche hanno qualche cosa di sacro perché si continua a utilizzare categorie ed espressioni religiose per spiegare una barbarie inaudita. L’attacco all’aeroporto Ataturk di Istanbul con 42 morti e quest’ultimo attentato verso cittadini italiani e giapponesi che erano a Dacca per lavoro avviene in spregio a qualsiasi valore umano e religioso.
Nella cultura di tutti i popoli l’ospite è sacro e noi assistiamo al fatto che proprio contro quelli che potremmo definire gli ospiti moderni, siano turisti o cittadini stranieri che visitano il paese per avviare attività lavorative o commerciali, si scatena un terrorismo che non ha niente di religioso. Per le vittime innocenti e ai loro cari il cordoglio più sincero e il conforto cristiano della preghiera di suffragio.
Sgomenti per tanto sangue innocente auspichiamo che da parte delle autorità islamiche responsabili ci sia la condanna più decisa di queste azioni e la promozione di un dialogo culturale e politico che elimini lo scontro di ideologie terroristiche in ogni parte del mondo.