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Taglio del nastro alla “A. Moro”, si arricchisce il patrimonio museale di Rutigliano

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museo-gioco-inaugurazione


di Gianni Nicastro

Il secondo circolo didattico “A. Moro” oggi si fregia di un museo dedicato al gioco e ai giocattoli che hanno aiutato a crescere intere generazioni dal 1910, data dell’oggetto più antico presente nel “Museo del Gioco”, appunto, inaugurato sabato scorso in uno dei locali della scuola.

Una stanza stracolma di giocattoli, molti dei quali esposti in vetrinette. Vi si trovano trottole e bambole, giochi da tavolo degli anni ’50, modelli auto anni ’40 e altri oggetti ludici più vicini ai nostri tempi.
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E’ stato il prof. Luciano De Chirico, dirigente scolastico della “A. Moro”, a presentare e a fare la storia di questa interessante iniziativa culturale che giunge alla sua inaugurazione dopo due anni di lavoro. «Molti bambini quando giocano insieme, di fatto, giocano da soli», esordisce così il prof. De Chirico nella sua presentazione, alludendo a come la tecnologia (computer, console, cellulari, iphone, ipod, ipad...) abbia passivizzato, reso asociale il gioco e il giocare di bambini e ragazzi.

Dunque un riproporre l’esperienza ludica manuale, diretta, della fantasia che una bambola, un soldatino, una macchinina, un trenino, costruzioni in legno, possono stimolare. Giocattoli che oggi è sempre più raro veder regalare. Oggi a dieci anni, e anche prima -purtroppo- si regalano gli iphone, e oggetti tecnologici similari, su cui “giocare” a testa bassa con i pollici, sempre più veloci, creare relazioni virtuali con amici reali.
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Insomma, una iniziativa decisamente controtendenza. Tra l’altro «è attraverso il gioco che i bambini imparano le cose, imparano a crescere» ha detto il dirigente della “A. Moro”. Non a caso, ha fatto notare, il museo è dedicato al “Gioco”, non al giocattolo in sé. L’oggetto è importante, ma più importante è l’esperienza ludica che veicola, la creatività e la socialità che stimola.

«Non si tratta -infatti- di una semplice raccolta di giocattoli», ma di «recuperare l’essenza del gioco, il rapporto» con le generazioni passate in un presente altamente tecnologizzato anche in relazione al gioco. «Abbiamo raccolto oggetti dietro ai quali c’è una storia personale, di genitori e insegnanti» che li hanno donati. «Un museo -quindi- che racconta delle storie» e che sarà aperto alle altre scuole e alle associazioni che vorranno visitarlo.

«L’idea del museo è nata così» ha detto ancora il prof. De Chirico, «e oggi siamo qui a raccogliere i primi frutti di due anni di lavoro». Il direttore, infine, a ringraziato tutti quelli che hanno consentito la realizzazione del Museo del Gioco, in modo particolare le due mamme che hanno seguito sin dall’inizio il suo all’allestimento, Gemma Radogna -presidente del consiglio di circolo- e Pasquita Clinca.

La palestra della scuola sabato mattina era piena di alunni, insegnanti e genitori. Tra il pubblico le autorità con l’assessore ai servizi sociali Anna Ancona, il comandante della Polizia Locale magg. Francesco Vita, i consiglieri comunali Nicola Giampaolo, Dominga Lepore (intervenuta in qualità di docente della scuola media “Manzoni”), il presidente dell’ASP Angelo Radogna, della LUTE Marisa Damato, dell'Archeoclub di Rutigliano Peppino Sorino, il prof. Nicola Valenzano e i due dirigenti scolastici che hanno preceduto De Chirico, il prof.  Francesco Lacoppola e la prof.ssa Damiana Rescina. Presente anche Giuseppe Petrera sindaco -fresco di nomina-  del consiglio comunale dei ragazzi.




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