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Concorso ASP, commissione e consiglio di amministrazione

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asp-intervista-radogna


di Gianni Nicastro

Abbiamo intervistato il presidente dell’ASP (ex IPAB) di Rutigliano Angelo Radogna sul “concorso pubblico per titoli ed esami e per la copertura di n. 1 posto di istruttore direttivo amministrativo” bandito dall’ente a gennaio scorso. Concorso che ha suscitato le nostre perplessità per il fatto che martedì prossimo, 25 novembre, iniziano le prove scritte verificate da una commissione che sembrerebbe non essere stata nominata o, perlomeno, all’albo pretorio dell’ASP non c’è un atto specifico di nomina da parte del consiglio di amministrazione. Anzi, sulla commissione una delibera di consiglio c’è, la n.13 del 17 febbraio 2014, ma con un oggetto stranamente diverso dal deliberato.

«Sono lieto e vi ringrazio e spero -ci ha detto subito il presidente- che la conversazione non si limiti soltanto a questo (al concorso, n. d. r.). Innanzi tutto è opportuno, e necessario, dire che nel 2010 questo ente aveva soltanto tre dipendenti. Quando si è insediato questo consiglio di amministrazione nel 2010, due di questi dipendenti sono andati in pensione ed è rimasto soltanto un dipendente con la qualifica di economo, categoria C, quindi, non poteva svolgere compiti di una certa rilevanza, per cui siamo stati momentaneamente costretti ad utilizzare una agenzia interinale che ci fornisse un lavoratore di categoria D1». Questa figura, ci informa il presidente, ha aiutato l’ente ad andare avanti nella sua attività.

«Abbiamo lavorato tantissimo in questi anni -ha aggiunto- col Piano di Zona e con scelte programmate fatte dal consiglio di amministrazione nella sua interezza perché realizzasse una serie di attività e di funzioni proprie dell’ente previste nello Statuto: interventi di tipo socio-assistenziali a favore dei minori, degli anziani, dei disabili, dei soggetti deboli in genere. Era necessario, quindi, riorganizzare tutto l’ente e soprattutto l’ente si doveva dotare di personale qualificato ed essenziale per portare avanti la sua missione»
Il presidente ci ha parlato del «centro diurno socio educativo riabilitativo che è anche una struttura per adulti socialmente deboli e un parco sociale». «Apriremo fra poco, inaugureremo la Casa di Riposo e un centro aperto polivalente». Insomma, questo consiglio di amministrazione ha fatto tanto lavorando, ha ricordato Radogna, in modo rigorosamente gratuito perché le nomine all’ASP, dal presidente al consigliere, sono «cariche onorifiche», dunque non retribuite.
A questo punto siamo entriti nel vivo dell’intervista parlando del concorso.

I componenti del consiglio di amministrazione lavorano a titolo gratuito, i membri della commissione che verificherà le prove del concorso prenderanno, invece, 500 euro a testa per il lavoro che svolgeranno. Sono cinque i componenti di questa commissione?
«No, sono tre. Però mi devi permettere, voglio spiegare a te e anche a chi avrà la bontà di seguirci, che noi abbiamo dovuto inizialmente adottare un atto fondamentale che era l’approvazione del regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi».

Va bene, non sto mettendo i discussione l’assunzione. Serve un impiegato, una figura professionale capace di supportare la gestione complessiva dell’ente. Ora voi siete disattrezzati e con il concorso volete, giustamente, assumere questa figura.
«Si, però, ecco, per correttezza, il consiglio di amministrazione ha approvato un regolamento e la legge ci imponeva di dotarci di un programma, una pianta organica definitiva, che prevedesse un piano annuale e uno triennale di assunzione, con la descrizione delle figure utili all’ente e l’indicazione di un cronoprogramma. Il consiglio di amministrazione, con atti pubblici, ha deliberato il regolamento e il piano annuale e triennale delle assunzioni andando a verificare il personale minimo necessario per far funzionare almeno da un punto di vista amministrativo l’ente». «Quando ci siamo resi conto che il consiglio di amministrazione aveva deciso di attivare subito il centro polivalente per i minori, la casa di riposo, il centro aperto polivalente per gli anziani e tutti gli altri servizi, la casa rifugio, il centro diurno socioriabilitativo, il centro di aggregazione sciale, il centro per le attività innovative ecc., un assistente sciale a tempo parziale non avrebbe potuto svolgere neppure la funzione di vigilanza e controllo che ci impone la regione da questo punto di vista e, quindi, abbiamo apportato una modifica (al piano delle assunzioni, n. d. r.) e abbiamo portato l’assistente sociale a tempo pieno. Quindi i due concorsi che noi faremo, in base al piano triennale fino al 2015, sono un istruttore direttivo di categoria D1...».

Quindi due figure prevedete di assumere a tempo indeterminato e sono: un amministrativo e un assistente sociale. Adesso, però, è partito il concorso per l’assunzione dell’amministrativo. Sono andato all’albo pretorio dell’ASP e ho visto che, per quanto riguarda la commissione del concorso bandito, c’è questa delibera n. 13 del 17 febbraio 2014...
«Sì».
Nella cui intestazione è scritto “nomina commissione esaminatrice”, in realtà, poi, al punto 1 del deliberato si legge “di individuare la composizione della commissione esaminatrice del concorso pubblico (...) nelle figure di: - presidente: esperto in materie giuridiche; - componente: docente universitario” ecc. Al punto 2 il consiglio delibera di “dare mandato e delegare il presidente -cioè lei- all’individuazione dei componenti facenti parte della commissione”. Ora, il concorso si terrà il 25 novembre prossimo e noi non conosciamo i nomi dei componenti di questa commissione, non si capisce chi l’abbia nominata perché non si legge da nessuna parte. Tra la delibera che dice a lei di individuare e l’avviso del concorso che si terrà martedì prossimo, pubblicato sul vostro albo pretorio il 23 ottobre, non c’è nessun atto di nomina. Chi l’ha nominata questa commissione, presidente.
«Allora, innanzi tutto il consiglio di amministrazione ha delegato il presidente a fare la commissione, loro si sono limitati a dire, allora, questa la commissione, la nominiamo la commissione nelle persone di: presidente un esperto in materie giuridiche ed economiche, l’altro componente un docente universitario sempre esperto nelle materie oggetto di concorso e il componente responsabile dell’ufficio di piano...».

Ma questa è la descrizione delle competenze, delle caratteristiche professionali che devono avere. I nomi chi li ha individuati...
«Hanno dato a me il mandato di individuare le persone e di comporre la commissione in base ai nomi che avrei individuato. Tanto è vero che di questo io ho il verbale con il quale ho, praticamente, comunicato ufficialmente al consiglio di amministrazione la nomina della commissione. Il verbale ce l’ho qui, se vuoi vedere tutte le carte stanno qui, perché mai abbiamo fatto le cose in una maniera, non noi, ma in genere, più trasparente di queste. Perché quando io sono stato delegato da parte del consiglio di amministrazione ad individuare le persone, io non è che sono andato alla cieca, ho fatto un riferimento e ho mandato una lettera, a quelli che volevano partecipare, di adesione e soprattutto che gli enti di appartenenza dessero l’ok, e ho le lettere mandate, le date e tutte le risposte. Dopodiché io ho soltanto fatto quello che avevamo concordato, e cioè, che la commissione la nomina era quella, e che i nomi li avrei comunicati all’interno del consiglio di amministrazione».

Ma non si sarebbe dovuto fare un atto deliberativo di nomina della commissione in modo che il pubblico sapesse chi fossero questi commissari?
«Ma sono pubblici questi qui».

Un atto però non c’è, presidente.
«Ho comunicato ufficialmente al consiglio di amministrazione...».

Sì, ma un atto pubblico non c’è. Generalmente quando un comune ha da fare una commissione c’è il sindaco, o chi per lui, che individua e poi c’è l’atto di nomina e costituzione della commissione. Qui c’è questo atto?
«Noi l’abbiamo fatto con quell’atto di nomina...».

Se si riferisce alla delibera n. 13 secondo me c’è un’incongruenza tra la descrizione nel frontespizio e il deliberato, perché nomina significa indicazione di nome e cognome e qui non si nomina, si individuano solo le figure professionali.
«Mi hanno detto di individuare le persone, io è ciò che ho fatto e ho riferito anche al consiglio di amministrazione il 10 con una lettera, con una comunicazione ufficiale che è stata messa letteralmente a verbale: “Signori consiglieri con la delibera n. 13 il consiglio di amministrazione ha dato mandato e delegato in qualità di presidente, ad individuare i componenti della commissione... la commissione è stata individuata nelle persone di, presidente, dott.ssa Floriana Gallucci; componente, prof. Francesco Amendolito docente universitario; componente, dott. Luigi Caccuri responsabile ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale; componente aggregato, dott.ssa Maria Grazia Dotoli esperta in lingue, la commissione è questa. E, siccome c’è anche il segretario della commissione, con lettera scritta al sig. sindaco, ho chiesto un funzionario ed è stato individuato il dott. Donato Pasqualicchio. Ottenuta la disponibilità e la documentazione richiesta da parte di tutti i componenti si è proceduto ad assegnare al presidente l’intera documentazione perché a sua volta potesse predisporre il calendario dell’espletamento del concorso. Dopo questo, quindi, tutta la commissione e il consiglio di amministrazione so, di tutto questo perché io ho tenuto il consiglio di amministrazione e il verbale sta qui con tanto di firme, naturalmente, quelli che erano presenti, dove è riportato, ci sono anche le firme, la commissione e le cose che ti ho detto. Io ho fatto questa comunicazione ufficiale».

Per lei, dunque, basta questa comunicazione. Quando l’ha fatta?
«Ho detto nel consiglio di amministrazione del 10 ottobre alle ore 20:00».

Quindi, il 10 ottobre scorso ha comunicato, con questa lettera, la composizione della commissione e c’è anche il verbale del consiglio di amministrazione.
«Sì».

Però lei, presidente, nella lettera scrive sempre di “individuazione”, poi non deve essere il consiglio di amministrazione a nominare e costituire la commissione?
«Il consiglio di amministrazione aveva nominato in quelle persone e mi aveva incaricato di metterci i nomi vicino, è quello che abbiamo deciso e che abbiamo fatto rispettando tutta la tempistica e gli atti amministrativi che c’erano da fare. Se volete, insomma, sottilizzare sul fatto di individuazione-nomina... La delibera, l’oggetto, è la nomina».

Ho capito, però tra l’oggetto in intestazione e il deliberato mi sembra ci sia un’incongruenza, perché individuare è un conto, nominare è un altro. Era necessario, da parte del consiglio, un atto di ratifica dei commissari individuati dal presidente? Questo le chiedo.
«La sera che abbiamo fatto il consiglio di amministrazione, nella quale io ho fatto tutta questa relazione, hanno dichiarato che andava benissimo così».

Loro hanno dichiarato questo.
«Sì, se no non mi sarei permesso...».

Cioè verbalmente. Non potevate fare un atto di nomina effettiva.
«Ma perché allora ci sono questi verbali. Questi verbali sono tutti quanti vidimati addirittura dalla finanza. Quindi, voglio dire, questi sono atti ufficiali...».

Ho capito, ma un cittadino che vuole sapere chi sono i commissari e va all’albo pretorio dell’ ASP, non trova nulla. Chi lo sa che avete fatto un consiglio di amministrazione in cui si è deciso di nominare la commissione. Pubblicatela la nomina, come normalmente dovrebbe essere.
«Ho agito sulle indicazioni del consiglio di amministrazione...».

La domanda che le ho fatto prima gliela rifaccio. Era necessario un atto di ratifica da parte del consiglio di amministrazione della nomina dei commissari individuati dal presidente? Era necessario o no?
«La nomina è stata ratificata dal consiglio di amministrazione quando il 10 del mese di ottobre ho relazionato e ho fatto presenta al consiglio di amministrazione tutte quante le persone individuate con l’atto di nomina che ha individuato tutte quante le figure professionali. Io sono stato incaricato a riempire anche quei nomi...».

Insisto, dalla delibera n. 13 non si evince, ci si sarebbe aspettati la nomina della commissione con un’altra delibera di consiglio.
«L’ho fatto con la comunicazione all’interno del consiglio con le note che ti ho fatto vedere de visu».

Va bene. Passiamo ad un altro argomento. E’ in itinere il rinnovo del consiglio di amministrazione e c’è chi sostiene che questo consiglio sia in amministrazione straordinaria visto che era già scaduto nel 2011 anche perché, come dice lo stesso regolamento regionale, dopo 45 giorni dalla trasformazione in Asp, avvenuta ad agosto del 2010, la regione doveva provvedere alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione. L’articolo 23 del regolamento regionale dice che “fino alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione, l’ordinaria amministrazione è garantita dal consiglio di amministrazione in carica”. Le chiedo, il consiglio di amministrazione vigente è in amministrazione straordinaria o ordinaria?
«E’ legittimissimo ad operare perché, perdonami, tu... evidentemente hai letto un atto. Se mi dai la possibilità io ti dimostro con tutti gli altri atti la conseguenzialità pure dei tempi e ti dico che dalla determina dirigenziale è scritto chiaramente che noi, il consiglio di amministrazione in atto, è abilitato e legittimato a deliberare e a operare sino alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione».

E’ una determina regionale?
«Sì».

Qual è?
«Ecco perché, se tu mi avessi detto che mi volevi parlare di questo non soltanto ti davo la determina, ma ti fornivo tutti gli atti per dimostrarti che questo consiglio di amministrazione, fino a quando l’altra determina non mi dice: “il nuovo consiglio di amministrazione è composto da tizio, caio e sempronio”, questo consiglio di amministrazione è legittimato ad operare sino alla fine. Perché queste cose hanno una inquadratura, una cornice giuridica particolare, ma per quanto riguarda tutto l’iter, rispetto a questo consiglio di amministrazione, che non aveva avuto una composizione iniziale unitaria, ma sono stati nominati a spezzoni...».

Certo, perché stiamo parlando di un consiglio di amministrazione nominato nel 2006...
«Esatto, e io questo ti voglio dimostrare come, ad un certo punto... ecco perché, se mi dai l’opportunità facciamo un altro incontro e ti dimostro come, non solo la determina... Quando è stato rifatto il consiglio di amministrazione, quel consiglio di amministrazione rifatto ha avuto...».

Rifatto perché, spieghiamolo bene, era deceduto il vecchio presidente e, quindi, la regione al suo posto ha nominato lei, un consigliere si era dimesso e ne è stato nominato un altro, l’altro era assessore comunale, si è dovuto dimettere per incompatibilità ed è stato sostituito. Per cui, non è che si è rifatto un nuovo consiglio di amministrazione, si è integrato quello che c’era, cioè quello del 2006.
«Sì, ma dal momento in cui nel frattempo era cambiata anche la gestione da IPAB ad ASP, la determina che riconosceva non più l’IPAB, ma l’ASP, per quel consiglio di amministrazione, è scritto nella determina, e ti dò gli atti, che il consiglio di amministrazione è legittimato ad operare».

Ho qui, presidente, la determina regionale che ratifica la trasformazione dell’IPAB in ASP, del 23 agosto 2010, che dispone “che l’Azienda, nelle more della costituzione del consiglio di amministrazione, continuerà ad essere retta dal consiglio di amministrazione in carica”.
«Ed è un’altra cosa, io ti dò, invece, la determina di quando è stato trasformato in ASP ed è stato ratificato il consiglio di amministrazione, la quale dice apertamente che il consiglio di amministrazione è legittimato ad operare sino alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Ora, se tu mi consenti, io ti produco tutti quanti gli atti. Dopodiché sono atti ufficiali e puoi benissimo scrivere quello che è».

Va bene. Un’ultima cosa presidente, per capire...
«Sì, ma se mi avessi detto anche questa cosa ti avrei già fornito tutti gli atti. Perché vedi, Gianni, io ti dico... Guarda, mai abbiamo agito non rispettando la norma e le leggi...».

Non sto dicendo assolutamente questo. Stiamo dando la possibilità, in questo momento, al presidente, di fugare alcune perplessità. Questo consiglio di amministrazione nasce, con delle integrazione, sostanzialmente nel 2006, poi nel 2010 cambiano le cose e il vecchio consiglio dovrebbe essere scaduto nel 2011. Cinque anni durano, è così?
«No, quattro anni la prima volta, col nuovo Statuto... ecco perché, perdonami, bisogna leggere bene gli atti; perché molte volte qualcuno crea delle problematiche, ma non ce ne sono. Allora, la prima volta erano quattro anni, con il nuovo Statuto che abbiamo approvato sono cinque anni. Quindi quello del 2006 scadeva nel 2010. Nel 2010 sono alcuni mesi, dopodiché in questi mesi ci fu una norma regionale che diceva, nel momento della trasformazione i consigli di amministrazione, che si erano trasformati in quel momento duravano in carica, ed erano legittimati ad operare, sino alla... Ecco perché, ti voglio far vedere dei dati...».

Lei sostiene che questo sia un consiglio di amministrazione ordinario, che la scadenza era il 2010, che il nuovo Statuto prevede la durata di cinque anni, quindi il consiglio dovrebbe essere rinnovato nel 2015. Come mai lo si sta rinnovando in questi mesi?
«No, no...».

Perché scade nel 2014?
«Innanzitutto perché noi ci siamo insediati come prosecuzione di una attività e che, quindi, la gestione doveva durare quattro anni. Dopo, con la trasformazione, noi abbiamo presentato uno Statuto che prevedeva, ma lo Statuto va in vigore la prossima volta, hai capito. La prima applicazione è... quindi, noi dalla prossima volta duriamo cinque anni, questa volta sono quattro anni perché vigeva il vecchio. Non so... è come dire che la legge tu la fai oggi e l’applichi... insomma, domani...».

Cioè, lo Statuto che ha dato i natali all’ASP in questi quattro anni non è valso?
«Abbiamo utilizzato... se uno guarda lo Statuto, praticamente, c’è soltanto questa trasformazione degli anni e più altre cose, poi ha agito, diciamo, a quello che prevedeva il vecchio Statuto, non  è che...».

Ci sono delle norme transitorie nello Statuto presidente.
«Se vuoi...».

Credo che non ci siano e, comunque, dal momento in cui è stato approvato, ed è stata ratificata dalla regione la trasformazione in ASP, lo Statuto dovrebbe essere pienamente attivo.
«Senti io...».

Non è che solo per la scadenza del consiglio di amministrazione non se ne tiene conto e se ne tiene conto, invece, per tutto il resto. Non credo.
«No, se tu vedi tutti gli atti che noi abbiamo anche attivato sono tutti quanti atti che si rifanno a uno Statuto sulle attività dell’ente, per cui, a un certo punto, questa domanda specifica della durata, io ti dico, con molta sincerità, che questa 2010-2014, la regione Puglia ci ha detto che dovevamo procedere, lei, non io, lei, e noi stiamo a quello che ci ha detto la regione. Gli atti, tutti gli atti pubblici, non è che li ha messi in piedi questo consiglio di amministrazione, è la regione che ha messo in piedi tutta questa cosa...».

Se lo Statuto dell’ente dice che il consiglio di amministrazione dura cinque anni, dal 2010, dalla trasformazione in ASP, questo consiglio di amministrazione dovrebbe durare cinque anni. O no.
«Questo era già frutto del precedente, quindi chiude la sua attività di quattro anni, il nuovo consiglio di amministrazione durerà cinque anni. Questo è».

Come lo definiamo questo consiglio di amministrazione, una prosecuzione del vecchio?
«Ma, diciamo che...».

Per capire la qualità dell’amministrazione, se cioè sia straordinaria oppure ordinaria. Non si capisce bene questa cosa, presidente.
«Se mi dai la possibilità di fornirteli ti dò gli atti ufficiali. Perché, se tu m’avessi detto che dovevamo parlare di questo, io ti producevo non soltanto le date, ma la consecutio delle date per farti capire che nel frattempo, anche, erano state emanate delle altre norme che legittimavano ancora di più. Questo molti non l’hanno...».

Va bene, facciamo così.  Io ritengo che delle informazioni lei le abbia date. Per l’approfondimento di questo tema, magari, quando riesce a recuperare tutti gli atti...
«Ma se tu me l’avessi detto portavo tutto il fascicolo...».

Ci possiamo rivedere in un secondo momento per capire bene, dal presidente dell’ASP, e sulla base dei documenti che si hanno a disposizione, in che tipo di amministrazione l’ASP è oggi.
«Ascolta, noi abbiamo un interlocutore che è la regione Puglia, tutti gli atti sono pubblici, e tutti gli atti che noi abbiamo compiuto li abbiamo mandati alla regione. Se la regione avesse avuto da ridire qualcosa, avrebbe già fatto qualcosa o avrebbe detto qualcosa. Uno.  Due, anche questo concorso, per esempio, noi non è che l’abbiamo solo pubblicizzato sul nostro sito come impone la legge, noi, come impone la norma, lo abbiamo mandato anche alla regione. La comunicazione ufficiale, perché poi loro lo mettono sul BURP ecc. ecc. Quindi noi abbiamo seguito tutto... Se la regione avesse avuto delle eccezioni ce le avrebbe rilevate».


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