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“Gocce di Luna”, intervista alla Presidente Laura Dell’Edera

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interv laura-delledera


di Gianni Nicastro
    Rosalba Lasorella

Si è conclusa oggi la “Settimana mondiale dell’allattamento al seno”, organizzata anche quest’anno dalla WABA (World Alliance for Breastfeeding Action) e promossa su tutto il territorio nazionale dal Movimento Allattamento Materno Italiano.
Lo scopo è quello di ribadire, all’avvicinarsi della scadenza degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, «l’importanza di aumentare e rafforzare la protezione, promozione e sostegno dell’allattamento».
Con un flashmob che ha portato in oltre cento piazze d’Italia genitori, bambini, professionisti e donne sensibili al tema, lo scorso 4 ottobre si sono nuovamente accessi i riflettori su una pratica tanto naturale quanto spesso sottovalutata. Rutigliano ha fatto la sua parte, grazie all’iniziativa curata dall’associazione “Gocce di Luna”, nata pochi mesi fa per accompagnare le donne verso percorsi di genitorialità responsabile. Di seguito l’intervista alla Presidente Dott.ssa Laura Dell’Edera.interv laura-delledera-1

Di cosa si occupa la vostra associazione?
«La nostra è un’associazione di promozione sociale, nata da un’idea che si è venuta a determinare nel momento in cui –partecipando ai corsi per la nascita al consultorio- mi sono resa conto che le mamme avevano voglia di sentire qualcosa in più, di avere non solo più notizie ma anche di essere supportate. Quindi è nata l’idea di riunirci fra mamme per aiutare le altre mamme, perché i gruppi fra pari rappresentano un’importante spinta per le altre donne, danno quello che si chiama -con un parola inglese- l’empowerment, la fiducia in sé stessi. Anche per allattare a volte, in un mondo come il nostro in cui c’è soprattutto la cultura del biberon. Si può far caso, ad esempio, alle bambole: hanno tutte il biberon e i nostri figli se non vedono, poi non imparano. E le ragazze, molte, non sanno più come fare quella che è una cosa del tutto naturale come l’allattare al seno, che fa parte del nostro essere mammiferi».

Biberon significa allattamento artificiale. È un problema? Ed è molto diffuso tra le donne?
«Certo che è un problema perché ci siamo dimenticati che l’allattamento materno è il top per la nostra specie; il latte artificiale è un surrogato che non ha assolutamente le stesse caratteristiche e la stessa bontà dell’allattamento al seno. Noi oggi stiamo vivendo una serie di problematiche, come ad esempio l’obesità, l’aumento di malattie metaboliche, il diabete, e tutte queste cose hanno una loro origine, in buona parte, anche da un’alimentazione scorretta nel primo anno di vita: la mancanza dell’allattamento al seno, un inizio troppo precoce dello svezzamento. Gli studi che stiamo facendo in questi anni ci stanno dimostrando che sono stati commessi molti sbagli, soprattutto negli anni ’60-’70 del secolo scorso e adesso si sta facendo un passo indietro. Questo serve anche a riportare le mamme ad avere fiducia in sé stesse e comunque serve alla salute dei loro figli, nonché alla loro salute».interv laura-delledera-2

Vogliamo ricordare quali sono i vantaggi dell’allattamento al seno?
«I vantaggi dell’allattamento al seno: sostanze nutrienti perfette, protezione dalle allergie, crescita adeguata, protezione dalle infezioni. E questi sono i vantaggi del latte materno come latte materno. Poi ci sono i vantaggi del gesto dell’allattare al seno: un rapporto positivo che si protrae nel tempo mamma-bambino, anche un miglioramento della salute materna perché la madre che allatta al seno –e quello che sto dicendo è dimostrato da studi scientifici- ha meno facilità di avere tumori del collo dell’utero e del seno. Ancora, il bambino allattato al seno ha meno bisogno di apparecchi e di sedute dentistiche nella sua vita e poi, non dimentichiamolo, siamo a costo zero e questo può essere utile alle donne che sono a un basso livello socio-economico».

Si può parlare anche dalla maturazione affettiva che produce l’allattamento al seno.
«È una cosa importante che tutte le donne che sono qua hanno sperimentato. Forse, chi non conosce bene la cosa, pensa che sia una dipendenza; io, lo dico come pediatra e lavoro ormai da 35 anni, vi assicuro che i figli delle donne che allattano sono certamente più autonomi, più liberi e con meno problemi rispetto a quelli che invece dovrebbero essere –poiché hanno preso il biberon- più autonomi, ma in realtà non lo sono».

Chi consiglia a una donna l’allattamento artificiale? È una scelta personale o viene consigliata in qualche modo dai pediatri?
«Bisogna studiare. Io mi sono laureata alla fine degli anni ’70 e la mia cultura è stata che più o meno va bene anche il latte artificiale. È facile dire a una mamma che è in difficoltà “va bene, tanto c’è il latte artificiale”, è un po’ più difficile supportarla in una scelta che a volte non è semplice, con tutto il circondario che ci dice “tanto è uguale”. Non è affatto così, non è proprio uguale.
Io sono la presidente dell’associazione ma il gruppo è fatto da donne che aiutano altre donne e questo è importante. Faremo un altro incontro più strutturato, grazie al Rotary Club “Terre dell’Uva” di Rutigliano, qui in biblioteca giorno 16 ottobre, in cui organizzeremo un vero e proprio dibattito: ci sarà il presidente regionale della Società Italiana di Pediatria, ci sarà la dott.ssa Cazzato, responsabile regionale per l’allattamento al seno, e io parlerò dei gruppi e di questo ruolo che il gruppo di auto-aiuto ha nei confronti di questa pratica che dobbiamo cercare di far tornare più in auge».


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