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Parco, riciclate le basole e le tre “chimere”. Interviste

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parco-urbano-interviste

di Gianni Nicastro

E’ dell’11 settembre scorso l’approvazione, da parte della giunta comunale, di una “variante migliorativa” dei lavori di realizzazione del parco urbano di via A. Moro. La miglioria, che viene a costare circa 11.500 euro, sta nell’utilizzo di tutte le basole -depositate anni fa in quell'area- per pavimentare alcune parti del parco e nel posizionare, lungo uno dei suoi viali, le tre sculture di bronzo che sono state sfrattate da piazza Colamussi. Si è, dunque, trovata una collocazione definitiva alle tre sculture dell’artista rutiglianese Franco Dell’Erba che tanto dibattito hanno suscitato nel paese dal giorno dopo il loro posizionamento in piazza Colamussi fino alla rimozione, avvenuta il 5 marzo dell’anno scorso.
Qualche giorno fa siamo stati sul cantiere del parco, abbiamo incontrato il direttore dei lavori, nonché uno dei tre progettisti, arch. Luca Labate e l’ing. Vincenzo Pinto, amministratore delegato della ditta appaltatrice In Line S. r. l.
Ne abbiamo approfittato per intervistarli su come procedono i lavori di realizzazione del parco.luca-labate

Architetto Labate, da dove nasce questa variante, l’avete proposta voi progettisti?
«La variante nasce dal fatto che in cantiere, qui, erano presenti delle basole depositate negli anni, in realtà un misto di basole e cordoli. Di questo materiale il progetto originario prevedeva il recupero come pavimentazione dell’arena verde, una specie di anfiteatro all’aperto. Fatta una valutazione della quantità del materiale è venuto fuori che ci sarebbero state delle basole in esubero. L’amministrazione ha chiesto se fosse possibile utilizzarle tutte, da qui la necessità della variante».

Ma non recupererete solo le basole, saranno “riciclate” anche le “chimere”.
«Sì, c’era anche la possibilità di collocare in un luogo pubblico questi animali di bronzo, quindi, il parco ci è sembrata una collocazione possibile delle sculture come arredo fisso. Le basole, poi, creano un anello all’interno del quale ci sarà una seconda area giochi per i bambini, ne era prevista una sola dove c’è la sabbia».

Mi sembra di aver capito che non abbiate previsto panchine, è difficile immaginare un parco senza panchine. Come mai non ci sono?
«Allora, il progetto generale, come si può vedere anche dai disegni sul tabellone, è uno scenario, diciamo, che prevede anche la possibilità di insediare un bar e, in realtà, i famosi bagni pubblici sono solo un pezzo di una struttura ancora incompleta. Così come era previsto un impianto sportivo nella zolla più grande dove si nota che gli alberi al centro non sono stati piantati...».

Struttura sportiva che però non rientra nel progetto che state realizzando.
«No. Tra le cose che non rientrano nel progetto ci sono appunto, le panchine, nel senso che, la gara, ha visto l’impresa In Line aggiudicarsela offrendo tutte le migliorie che erano previste. Neanche gli alberi erano previsti nel progetto iniziale, ma, proprio perché si era deciso di fare l’infrastruttura del parco, tutto quello che si poteva, si doveva aggiungere nel tempo. Si è dato, comunque, priorità agli alberi, perché un parco senza gli alberi non si può fare, e alla illuminazione. Quindi le migliorie hanno previsto sostanzialmente, se non ricorpo male, gli alberi e i parcheggi su via A. Moro perché lì il progetto si fermava solo allo stabilizzato. Quindi gli arredi, che pure sono stati in qualche modo pensati, in questo momento non sono previsti».

A proposito della illuminazione prevista nel progetto. Utilizzerete lampade a ioduri metallici, come hanno fatto su corso Mazzini o,  almeno voi, avete avuto la lungimiranza di utilizzare lampade a LED.
«La questione del LED è, per certi versi, una questione, diciamo così, controversa. Va ogni volta collocata, la scelta del corpo illuminante, nel momento in cui è stata fatta e se, di quel corpo illuminante, sono disponibili dispositivi a LED; non sempre, di tutti i corpi illuminanti, c’è la versione a LED. Purtroppo dobbiamo sempre fare i conti con il quadro economico».

Il comune di Rutigliano paga, al suo fornitore di corrente elettrica, una bolletta annuale di 460.000 euro, un salasso. Ragionare sul fatto di cambiare il parco luci, almeno nei nuovi impianti, ci sembra una cosa importante, soprattutto oggi con la TASI che chiede soldi ai cittadini proprio per la illuminazione della città.
«Però, ogni volta bisogna fare un ragionamento con i conti alla mano, cioè, un corpo illuminante di questo tipo costa la metà di uno a LED a parità di capacità illuminante. Questa azienda sul modello che utilizzeremo ha fatto la versione LED, quello che poi si deve valutare è se sia possibile immaginare di mettere la metà dei pali a LED. Sono scelte che devi fare rispetto a quello che hai a disposizione. A me piacerebbero quelli a LED, che sono pure più fighi e che, oltre al risparmio energetico, fanno una luce diversa. Da questo punto di vista diciamo che non è una scelta progettuale, libera, quella della illuminazione a LED o no. E’ una scelta condizionata».

Certo, ma quello che si spenderebbe in più all’inizio lo si recupererebbe nel tempo sottoforma di risparmio energetico.
«Sicuramente, però bisogna avere da subito la possibilità di fare questo. Dobbiamo sempre immaginare che l’illuminazione qui è una miglioria offerta, significa che nel quadro economico i soldi per mettere l’illuminazione non c’erano».vincenzo-pinto

All’ingegnere Vincenzo Pinto abbiamo chiesto come procedono i lavori. «Così come da programma -ci ha risposto- e, ovviamente, è indubbio che le condizioni metereologiche avverse del periodo hanno ritardato un po’ il programma iniziale, però, ora, i lavori sono ripresi in maniera spedita e saranno rispettati i tempi contrattuali che sono slittati nel termine ultimo di consegna a causa della variante che nel frattempo è stata autorizzata».

L’opera avrebbe dovuto essere consegnata il 6 settembre scorso, lo slittamento, dunque, è dovuto alla variante.
«E’ dovuto in parte alla variante e, come dicevo prima, alle condizioni metereologiche avverse che hanno inciso in maniera importante. E’ noto come gli ultimi mesi siano stati fortemente piovosi e, dato che la natura dell’opera prevede soprattutto movimento di terra e operazione di scavo e riporto, la variante ha recepito lo slittamento dei tempi di consegna dovuto a queste difficoltà».

Le essenze arboree che vediamo sono quelle definitive, o impianterete altri alberi.
«No, gli alberi sono questi che vede già piantumati, quello che manca ancora sono i tappeti erbosi che interesseranno sia l’arena che la zona giochi e saranno messi dopo aver installato l’impianto di irrigazione».

State avendo difficoltà ad utilizzare le vecchie basole.
«Assolutamente no, sicuramente le notevoli dimensioni delle basole di recupero hanno richiesto uno sforzo importante da parte nostra ma, nell’economia generale del lavoro, abbiamo ritenuto di dare un segnale di serietà della nostra azienda chiedendo il pagamento di un prezzo sovrapponibile a quello relativo al posizionamento delle nuove basole».

Quando prevedete la consegna dell’opera.
«Guardi, in estrema prudenza, io ritengo che, condizioni atmosferiche permettendo, nei prossimi quaranta giorni l’opera dovrebbe essere completata, tranne impedimenti non attribuibili alla nostra volontà».



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