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Un vino contro la camorra, da domani nello stand dell’AC

di Rosalba Lasorella

«Ha il sapore schietto del riscatto sociale e dell’onesto lavoro agricolo, dell’impegno di tutti e di ciascuno». L’etichetta non lascia spazio a dubbi: la Falanghina “Selva Lacandona” , primo vino doc prodotto su un bene campano confiscato alla camorra, interpreta il gusto intenso della resistenza ed affida al suo carattere deciso un messaggio colmo di speranza.

A promuoverne la vendita, in occasione della 50^ Sagra dell’Uva, i giovani di Azione Cattolica della Chiesa Madre di Rutigliano, già pronti a condividere con turisti e visitatori l’esperienza del campo lavoro vissuto dal 27 luglio al 2 agosto presso il fondo rustico “Amato Lamberti”, tra i comuni di Chiaiano e Marano.

Organizzato dalla cooperativa sociale “(R)esistenza Anticamorra” in collaborazione con l’associazione “Libera”, il campo ha permesso al gruppo rutiglianese di trascorrere una settimana a stretto contatto con i minori dell’area penale e di collaborare alla rigenerazione di una vecchia scuola di Scampia da adibire a centro ricreativo-culturale.

Qui, d’estate come d’inverno, i ragazzi a rischio affiancano i volontari provenienti da ogni  parte d’Italia e si spendono energicamente per rendere fruttuosa la loro terra. Terra che, sequestrata nel 1997 e sottratta nel 2001 al clan Simeoli, viene coltivata e benignamente sfruttata come strumento di reinserimento sociale.

“Selva Lacandona” nasce da questa dedizione e dalla volontà espressa dal Presidente di “(R)esistenza Anticamorra” Ciro Corona di fare della lotta alla criminalità organizzata una missione concreta, possibile e condivisa. Sarà lui stesso, insieme ad alcuni rappresentanti di “Libera”, a sensibilizzare la comunità rutiglianese all’acquisto del vino campano, intervenendo personalmente presso lo stand allestito dall’Azione Cattolica in Piazza Colamussi.

L’apertura è prevista alle ore 19 di domani. Per chi ha voglia di brindare al coraggio di lottare.