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Il Museo della Scuola, una straordinaria iniziativa culturale

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di Gianni Nicastro

La scuola è già di per sé luogo di cultura, del sapere. La presenza di un museo conferisce alla scuola anche la memoria di quello che è stata nella storia. Questo è successo alla primaria “Settanni”, la nascita di un museo, il “Museo della Scuola” appunto, dove la storia dell’istituto -e non solo- passa attraverso antiche foto di classe, desueti calamai e pennini, grandi registri ingialliti, affascinanti temperamatite a manovella che sembrano macinini da caffè, banchi col piano inclinato che erano un tutt’uno con la panca, quaderni, album da disegno... Insomma, una operazione culturale di straordinaria importanza che mette a disposizione della comunità, non solo scolastica, il ricordo, la memoria, di quello che la scuola era un tempo, delle persone, delle tante generazioni che l’hanno frequentata.
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Lunedì scorso il Museo della Scuola è stato inaugurato nell’Aula Magna della “Settanni” alla presenza di un pubblico davvero numeroso, una grande partecipazione di genitori, insegnanti e autorità cittadine. A presentare l’iniziativa è stata il dirigente scolastico Maria Melpignano, sono intervenuti Dante Renna, presidente del Rotary Club Rutigliano e Terre dell’Uva, Angela D’Onchia, sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, Mario Trifiletti, Dirigente Ufficio VII A. T. Bari, Maria D’Arcangelo, Funzionario Soprintendenza ai Beni Culturali e tante altre personalità.

Una iniziativa «riuscitissima» ci ha detto ieri mattina la responsabile del progetto maestra Alma Lucente che, insieme alla dirigente Melpignano, ha fortemente voluto l’istituzione di questo museo. «Devo dire -ha aggiunto- che abbiamo avuto degli esiti inaspettati e soprattutto delle gratificazioni inaspettate. Ci ha piacevolmente sorpreso che la popolazione tutta abbia aderito in questa maniera e in modo consapevole della dimensione culturale di quello che abbiamo proposto».

Ci spieghi meglio, maestra Lucente, cos’è il museo che avete allestito, riguarda solo la “Settanni” o, come mi pare di aver capito, la scuola in generale.
«Questo museo ha come finalità la valorizzazione della cultura sul territorio. E’ un museo in divenire, parte dal passato e quindi si collega alla documentazione curata nel 2002 relativa alla scuola “Settanni”, la documentazione che avevamo raccolto.  In divenire perché ci auguriamo che tutta la popolazione aderisca fornendo del materiale come donazione o come prestito, in modo da arricchire il museo. In divenire, anche, nella dimensione in cui l’istruzione è un processo continuo e, quindi, parte dalla scuola primaria, poi continua negli altri ordini di scuola. Infatti, la ricerca è stata fatta in tal senso, ha coinvolto le altre scuole».

Cosa vedremo in questo museo, fotografie storiche, oggetti antichi della scuola...
«Tutto. In questo museo ci emozioneremo, vedremo persone, persone che per noi sono illustri sotto diversi aspetti. Non troveremo soltanto i maestri o i professori, ma troveremo il primo farmacista che ha studiato sui banchi della scuola; troveremo il primo medico, il primo sacerdote... Troveremo le persone che hanno fatto sì che Rutigliano divenisse quello che è oggi, un paese di tutto rispetto».

Da che epoca parte questo museo, l’oggetto, la foto o il registro più antico.
«Il registro è dei primi del ‘900, però la documentazione parte addirittura dal 1865, ed è stata una scoperta piacevolissima perché abbiamo rivalutato quella che è la dimensione culturale di Rutigliano, storicamente considerato un paese poco attento alla cultura; invece, abbiamo visto che sin dal lontano 1912, e a seguire, Rutigliano era interessata alla cultura. L’amministrazione si impegnava nell’acquisto di libri di prima e seconda classe, abbiamo addirittura i titoli dei libri che erano proposti ai pochi alunni volenterosi».

Dove lo avete allestito, in quale locale della scuola.
«Nel budello, chiamato così dallo storico architetto ing. Oronzo Gassi, a cui dobbiamo tutto. E’ una zona di comunicazione come se fosse un lungo corridoio su due livelli, praticamente rappresenta il perimetro della scuola».

Sarà un museo aperto al pubblico o è una iniziativa interna alla scuola.
«Noi vogliamo dare massima visibilità a quello che è stato l’impegno congiunto della scuola, dell’amministrazione comunale, dell’Università, del Rotary Club e anche dei privati (il dott. Giuseppe Marchetti ci ha fornito una collezione meravigliosa, unica, ci ha commosso).

Ieri mattina la maestra Lucente e la prof.ssa Melpignano ci hanno mostrato alcuni “pezzi” in esposizione nel museo. Emozionante è stato leggere sul “Registro Unico della classe quinta” il nome di un “fanciullo”, Giuseppe Didonna, “data di nascita 18.8.1901, data di iscrizione 4.11.1911”. Di questo alunno, come di tutti gli altri, Il registro riporta le “Osservazioni sul carattere, sui portamenti, sulle attitudini dell’Alunno. Indicazione dei premi e dei castighi avuti durante l’anno scolastico”
Nei righi sottostanti le osservazioni del maestro Pietro Lasorsa: “Buon Fanciullo, volenteroso, ma non molto preparato per la classe, promette però bene”. In effetti quel “buon fanciullo”, promosso 103 anni fa con la media del sette, ha promesso davvero bene, nella sua vita è diventato Mons. Didonna vescovo di Andria. Straordinario.




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