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PRESENTAZIONE IN MUSICA PER "QUANDO SUONAVO IL JAZZ"

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di Rosalba Lasorella


Apertura e chiusura necessariamente in jazz per la presentazione del romanzo scritto da Carmela Formicola e pubblicato dalla barese Florestano Edizioni. Con “Quando suonavo il jazz” la capocronista de “La Gazzetta del Mezzogiorno” -lucana d’origine e pugliese d’adozione- ha incontrato i numerosi cittadini di Rutigliano raccolti mercoledì scorso presso la sala consiliare.

Gli intervalli musicali, curati dal trio “New Vintage” (Doni Antonelli, Alessandro Binetti e Cristina Nicolardi), hanno allietato una serata che ha permesso all’autrice di dialogare con il suo pubblico e di illustrare le ragioni che l’hanno mossa alla scrittura.
A fare gli onori di casa, dopo l’introduzione del moderatore Tino Sorino, il Presidente del Consiglio Comunale Matteo Colamussi, il quale ha subito espresso il suo dispiacere per «l’impossibilità di offrire un contenitore adeguato ad accogliere eventi di questo genere».
«Io e la mia editrice abbiamo fatto moltissime presentazioni, siamo state in strutture stupende, eppure l’atmosfera che c’è questa sera non l’abbiamo mai colta» -ha replicato la giornalista- «C’è grande partecipazione e c’è questa grande emozione che noi sentiamo: è un contenitore pieno pieno di anima».

L’anima, d’altra parte, è quella pugliese, la stessa che Carmela Formicola ritrae nel suo libro attraverso la storia di Sebastiano Mariani, in arte Seb, ex jazzista di successo che la vita conduce lontano dai riflettori e dalle grandi acclamazioni. «Non ho consegnato a questo libro la Puglia che siamo abituati a conoscere dalle fiction o dal cinema; in realtà parlo della Puglia reale, della quotidianità di tutti noi che viviamo nei paesi, nelle periferie, nei centri commerciali». Bari, Cellamare, Capurso, Casamassima: si snoda qui, tra un pezzo al karaoke e un “gratta e vinci”, la vicenda del protagonista, nella quale si nascondono spunti autobiografici e passioni personali.

Lo sa bene l’editrice Roberta Magarelli, che risponde scherzosamente alle provocazioni della sua amica Carmela e non dimentica di sottolineare quanto l’opera si sia rivelata, sin dal primo momento, ben costruita e perfettamente in linea con la mission della sua casa editrice.
Giunto alla seconda ristampa, “Quando suonavo il jazz” mescola suggestioni artistiche diverse ed insiste nel mettere in risalto alcuni elementi che, come fa notare il presidente Matteo Colamussi, «ci portano non soltanto ad una valorizzazione delle nostre comunità, ma soprattutto ci portano ad uno sforzo immaginario che va anche al di là di quello che l’autrice voleva far intendere».

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