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SULLA PISCINA PARLA L’ASSESSORE ALLO SPORT GIANVITO DEFILIPPIS

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di Gianni Nicastro

La piscina comunaleè chiusa dal 30 giugno del 2012 e la gara per la sua nuova gestione sembra stia per essere bandita. Nell’ultimo consiglio comunale, che non si è tenuto per mancanza di numero legale, erano già stati portati gli “indirizzi generali per l’affidamento in concessione a terzi” dell’intera struttura sportiva. Indirizzi finalizzati alla gara d’appalto che saranno riportati all’approvazione del consiglio comunale convocato per venerdì prossimo 20 settembre.

Per indire la gara d’appalto l’amministrazione stava aspettando la “relazione di stima particolareggiata per la determinazione del valore di mercato e del canone”. Questa relazione è arrivata il 5 luglio scorso, inviata dall’Agenzia delle Entrate di Bari ufficio Territorio, alla quale il comune si è rivolto e che ha stimato un canone di 120.000 euro l’anno, 10.000 euro al mese, 2000 euro al mese in più di quello che pagava la Flipper Nuoto di Fabio Guarini. Ricordiamo che uno dei motivi, forse l’unico, per cui il precedente gestore ha lasciato la piscina diRutigliano è stato proprio l’esoso canone mensile (96.000 euro l’anno).

C’è, dunque, il rischio che la futura gara d’appalto vada deserta come già è successo nel 2006, quando Linea Blu abbandonò “la nave” scaricando i 2 milioni di euro di muto sulle spalle del comune. Sulla gara d’appalto, sul canone e le difficoltà abbiamo, qualche giorno fa, intervistato l’assessore allo Sport Gianvito Defilippis.

Assessore, nel caso questa gara dovesse andare deserta a causa dell’esosità del canone, cosa succede?
«Si provvederà sicuramente ad una nuova gara, magari con un importo inferiore per cercare di non lasciarla lì a deperire. Quindi, l’intenzione è quella di rendere la piscina fruibile e tutti anche con una valutazione inferiore rispetto a quella attuale. Sicuramente ci riproveremo, non ci fermeremo».

Di quanto può scendere l’amministrazione rispetto al prezzo fatto dall’Agenzia delle Entrate.
«Più che scendere bisogna fare una valutazione dei parametri, valutare il canone dell’ultima gestione con quello proposto dell’Agenzia delle Entrate può essere utile per cercare di capire; secondo me un prezzo congruo potrebbe stare in questo intervallo».

Verrebbe fuori un canone comunque superiore a quello che pagava il vecchio gestore.
«Di più o uguale, dipende da quello che riusciamo a fare, chiaramente con l’aggiunta che oggi possiamo dare in gestione un bar e un impianto alimentati con acqua potabile che prima mancava. Il vecchio gestore pagava l’intera somma per il centro benessere, la piscina e per la palestra, ma non per il bar perché non poteva ottenere tutte le autorizzazioni, invece oggi può essere fruibile e, secondo me, il bar è un valore aggiunto».

Nel caso la seconda gara, con questo ulteriore ritocco sul prezzo, non dovesse comunque suscitare interesse da parte degli eventuali gestori, cosa succede?
«Facciamo tutti gli scongiuri e, sicuramente, con i “se” non si fa l’Italia. Nel caso, provvederemo a trovare una soluzione nel più breve tempo possibile, perché, ripeto, la nostra intenzione è quella di rendere la piscina fruibile a prescindere dall’importo con cui si andrà a gara. Ma oggi c’è una normativa, che interverrà di certo dal 1° gennaio 2014 e che impone la valutazione di un immobile per le concessioni; noi l’abbiamo anticipata, abbiamo fatto quello che prevede la legge da quella data».

C’è il rischio, assessore, che la gara a quel prezzo non interessi nessuno e che, quindi, non si riesca a reperire un gestore. Si può utilizzare un diverso tipo di affidamento della gestione dell’impianto?
«Sicuramente ci sono altri tipi di affidamento, però tutti entro i limiti previsti dalle norme comunitarie. Quindi, bisogna vedere i parametri, non sforarli, e provvedere con quelle che sono le norme in vigore».

Un’ultima cosa. L’acqua, ha detto, è potabile, avete allacciato l’impianto all’Acquedotto?
«Lo abbiamo allacciato all’Acquedotto, così come abbiamo allacciato all’Acquedotto anche gli altri due impianti sportivi che ne erano sprovvisti».

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